Sony ha pubblicato i risultati del secondo trimestre fiscale del 2018. Le vendite di smartphone si sono praticamente dimezzate, e oggi l'azienda giapponese è molto lontana dai vertici del settore.
Anno 2007, Sony-Ericsson svetta nella telefonia con utili superiori a Nokia. Anno 2018, Sony è fuori dalla top 5 dei produttori del settore mobile, l’ultima trimestrale conferma vendite dimezzate e il fatturato è in calo del 32%.
Ma cosa è successo in questi 11 anni? Inizialmente nel 2002 con la collaborazione Sony-Ericsson i telefoni cellulari sono ancora semplici e con poche funzioni. Il gruppo nippo-svedese punta sul comparto fotografico giocando d’anticipo sulla concorrenza.
Ecco nascere il Sony-Ericsson T68i, che poteva contare su una caratteristica unica per l’epoca: la possibilità di collegare una fotocamera – con risoluzione di 0,3 Megapixel – a un apposito connettore del telefono, così da poter inviare le foto scattate via MMS. Nasce il marchio “Cybershot”, che da questo momento, per gli appassionati, identifica una linea di prodotti con elevate caratteristiche fotografiche. Una piccola rivoluzione, che però passa velocemente in secondo piano a seguito dell’accordo tra Nokia e ZEISS – marchio di riferimento nel settore lenti.
A questo punto, Sony tenta la carta Walkman, un dispositivo rimasto nell’immaginario collettivo per ascoltare la musica con le cassette. L’idea è quella di dotare i cellulari di una gestione avanzata dei brani musicali, e i giovani ne sono immediatamente conquistati. Ecco però arrivare il ciclone Apple con l’iPod Nano, uno dei prodotti meglio riusciti dell’epoca Steve Jobs, e all’azienda giapponese restano le briciole.
Con l’avvento dei primi veri smartphone dedicati al grande pubblico e soprattutto dal 29 giugno 2007 con il primo iPhone tutto cambia. Il duo Sony-Ericsson non comprende la portata della rivoluzione introdotta dalla Apple e rimane per i primi anni ancorato ai vecchi sistemi operativi che non danno accesso a funzioni avanzate. Nel frattempo, il mercato corre veloce: Samsung diventa rapidamente leader, i marchi cinesi crescono a velocità vertiginose e le altre aziende non possono che abdicare.
Nel 2011 termina il sodalizio tra Sony ed Ericsson. Il gigante giapponese si lancia nella produzione di smartphone ed ecco nascere i prodotti della famiglia Xperia, così come li conosciamo oggi. La distanza però è ormai troppo grande da colmare, Apple vende 40-50 milioni di iPhone in un solo trimestre, ma anche una realtà come Xiaomi – che da poco si è affacciata sul mercato europeo – supera agevolmente i cento milioni di pezzi in 12 mesi.
Tutto questo nonostante gli smartphone Sony siano di primissimo livello. Abbiamo pubblicato la scorsa settimana la recensione di Xperia XZ3, un top di gamma tecnicamente valido tanto quanto i vari Huawei Mate 20 Pro, iPhone XS Max e Galaxy Note 9. Con la differenza però che questi ultimi sono al centro di campagne marketing dirompenti, mentre l’azienda giapponese gioca la carta pubblicitaria soprattutto su altri segmenti di prodotto.
È una questione di priorità, perché Sony rimane una realtà in piena salute economica. Ai risultati della divisione smartphone fanno da contraltare quelli della sezione videogiochi, con la PlayStation 4 che domina il mondo delle console. Senza dimenticare i televisori e i sensori fotografici – con quest’ultimo settore che sta diventando letteralmente strategico per il gigante nipponico.
E poi Sony non è l’unico marchio blasonato ad aver accumulato ritardo nel mercato smartphone. Il caso più eclatante rimane quello di Nokia: non c’è famiglia dove almeno un componente tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 non abbia posseduto almeno un telefonino dell’azienda finlandese, con modelli come il 3310 o l’N70 che hanno letteralmente fatto la storia.
Dopo essere passata dalle mani di Microsoft, oggi Nokia è controllata dalla HMD Global, e sembra essere in risalita grazie a una serie di smartphone – dal Nokia 8 al 7 Plus – caratterizzati da un ottimo rapporto qualità-prezzo. E proprio questa sembra ormai essere l’unica strada per contrastare le straripanti realtà cinesi, ovvero riuscire a proporre dispositivi che costino poco ma che, allo stesso tempo, offrano un’esperienza utente soddisfacente.