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Vincenzo Apicella morto a Roma: il vignettista aveva lavorato anche per Economist e Guardian

Nel 2006 fece scandalo una sua vignetta che rappresentava il muro israeliano al confine con i territori palestinesi e un cancello identico a quello del campo di sterminio di Auschwitz: al posto del motto nazista "Arbeit macht frei" stava la scritta "La fame rende liberi"

di F. Q.

È morto il 31 ottobre in una clinica romana Vincenzo Apicella, pittore, designer, vignettista e giornalista satirico dalla forte vena irriverente ed iconoclasta, militante comunista e antimperialista, collaboratore di riviste economiche e conservatrici. Aveva 96 anni. Per oltre 50 anni ha vissuto a Londra pubblicando vignette su The Observer, The Guardian, Punch, The Economist, Private Eye e Harpers & Queen.

Nato a Napoli il 26 giugno 1922, nei primi anni ’50 Apicella iniziò l’attività di disegnatore per la carta stampata e nel 1953 a Venezia fu tra i fondatori della rivista sull’opera lirica “Melodramma”. Quando la rivista cessò le pubblicazioni, nel 1954 si trasferì a Londra disegnando manifesti e scenografie per la televisione, oltre che collaborando alla creazione di cartoni animati e disegnando soprattutto vignette umoristiche e di satira per riviste e quotidiani inglesi.

Oltre che grafico, illustratore, scenografo, producer di film di animazione per la tv, Apicella è stato designer e arredatore di numerosi locali pubblici a Londra, tra ristoranti e pizzerie alla moda. In Italia Apicella ha pubblicato i suoi disegni su Epoca, sul quotidiano di Rifondazione comunista Liberazione e in precedenza sul settimanale La Città Futura della Federazione giovanile comunista italiana. Nel 2006 fece scandalo una sua vignetta che rappresentava il muro israeliano al confine con i territori palestinesi e un cancello identico a quello del campo di sterminio di Auschwitz: al posto del motto nazista “Arbeit macht frei” (“il lavoro rende liberi”) c’era la scritta “La fame rende liberi”.

(immagine tratta da Facebook)

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