Era cominciato tutto, almeno formalmente, con i Giochi invernali di PyeongChang nel febbraio scorso, quando alla cerimonia d’apertura i coreani del Sud e del Nord avevano sfilato insieme sotto un’unica bandiera. E ora sarà di nuovo lo sport a fungere da mezzo per proseguire il processo di pacificazione tra le due Coree. Come annunciato nel settembre scorso nel corso del summit tra Kim Jong-Un e Moon Jae-In, Sud e Nord hanno raggiunto l’intesa e puntano ufficialmente a organizzare insieme le Olimpiadi. Della volontà di co-ospitare l’edizione dei Giochi olimpici estivi del 2032 è stato quindi informato il Comitato olimpico internazionale (Cio).
Il via libera è maturato nell’incontro tenuto venerdì mattina dalle delegazioni delle rispettive “autorità sportive” nella città di confine di Kaesong, in enclave nordcoreano. Le due Coree, inoltre, proveranno a inviare un unico team ai prossimi campionati mondiali maschili di pallamano.
Moon e Kim si sono incontrati già quattro volte quest’anno, anche se mai in territorio sudcoreano. La prima ad aprile, pochi mesi dopo i Giochi invernali, con la storica stretta di mano al confine tra i due leader. L’ultima appunto nel settembre scorso, quando il capo di Pyongyang ha anche aperto alla possibilità di chiudere il centro di ricerca nucleare di Yongbyon, ma a condizione che gli Usa adottino non specificate “misure equivalenti”.
In quell’occasione era arrivato l’annuncio di una possibile candidatura unica: “Il Sud e il Nord hanno convenuto di partecipare congiuntamente e attivamente alle competizioni internazionali, compresi i giochi olimpici estivi del 2020, e di cooperare in vista di una candidatura comune per accogliere insieme i giochi olimpici dell’estate del 2032″, recitava il testo del summit. Proprio gli ultimi giochi invernali avevano visto anche la partecipazione del primo team olimpico unificato, quello di hockey su ghiaccio.