Dopo il black-out elettrico nel deposito di Magliana gli addetti hanno chiamato le forze dell'ordine per accedere alla sottostazione elettrica, che si trova nel perimetro del campo rom. E lì hanno fatto la scoperta. La "custode": "Quelli dell'Atac mi hanno chiesto il favore di tenere la chiave". I responsabili del deposito: "Il campo si è allargato. Avranno cambiato il lucchetto e fatto i loro comodi"
La matrona del vicino campo rom unica custode della sottostazione elettrica del deposito Atac. Tanto che perfino le forze dell’ordine si sono dovute rivolgere a lei per risolvere il “mistero del lucchetto”. Una notizia che sta rallegrando da questa mattina il ponte bagnato di autisti e macchinisti di Roma. Anche se, visti i fatti, non ci sarebbe nulla da ridere.
La surreale scoperta è avvenuta ieri sera, quando in seguito all’ennesimo temporale di questo week-end lungo, intorno alle 23 c’è stato un blackout elettrico nel deposito di Magliana, uno dei più importanti della società capitolina dei trasporti, in cui sono parcheggiati i bus. Visto che la corrente non tornava, gli addetti Atac hanno chiamato le forze dell’ordine per essere accompagnati all’interno del perimetro del campo rom di via Candoni, dove si trova ubicato l’accesso alla sottostazione elettrica. Quando il personale della società capitolina e gli agenti del Commissariato Acilia sono arrivati sul posto, non si trovava più il lucchetto della sottostazione. Dopo alcuni minuti di panico, si sente una voce con accento slavo: “Eccola, ce l’ho io. Vi apro io”. La chiave del lucchetto ce l’aveva una donna che vive all’interno di un furgone bianco proprio di fianco all’accesso alla sottostazione.
Insomma, dopo il presunto caso del “permesso” chiesto dal Comune a ‘Zorro’ per i lavori alla spiaggia Tiberis, un altro caso di dialogo un po’ naif con i rom dei campi vicini alle aree pubbliche. Attacca Micaela Quintavalle, sindacalista licenziata nelle scorse settimane da Atac per le denunce a una trasmissione televisiva: “Come mai nessuno sapeva niente? E poi il problema sarei io. Staremo a vedere”.