Televisione

Dopo Portobello tornano anche La Fattoria e La Pupa e il Secchione: in mancanza di idee nuove la tv generalista rispolvera il passato

Ma non sempre l'effetto “nostalgia” funziona o convince il pubblico. E intanto la tv generalista rischia di collassare, lasciando spazio a chi il coraggio di sperimentare ce l'ha davvero

La polemica di Giulio Pasqui

Che per la tivù (soprattutto generalista) questa non sia la sua epoca migliore non c’è ombra di dubbio. Ma, provando ad analizzare i palinsesti attuali e futuri, viene da chiedersi perché ai piani alti sia scomparsa del tutto la voglia di sperimentare e scoprire nuovi linguaggi, aspetti che hanno reso grande il piccolo schermo nei decenni scorsi. Colpa del pubblico che fatica ad accettare i nuovi format o colpa della mancanza di coraggio delle emittenti?

Oggi la tivù offre una vasta scelta coi canali specializzati, si può guardare on-demand, quando si vuole, sul dispositivo che più si preferisce. C’è Netflix, c’è Amazon Prime. Eppure la televisione generalista, invece di battere nuove strade e provare a lanciare idee all’avanguardia, si adagia su quelle di sempre. Che sì hanno funzionato in passato e che hanno fatto la storia, ma che poco hanno di originale e accattivante da dare al pubblico.

E quindi si preferisce approdare al vecchio “porto sicuro”: dalla nuova versione di Portobello (poco gradita all’ultima compagna di Tortora) alla Corrida, passando per Rischiatutto, Scommettiamo Che?, Sarabanda, Furore. Ma non sempre l’effetto “nostalgia” funziona o convince il pubblico. Quando è stato riproposto il Karaoke di Fiorello (ma senza Fiorello) i risultati non sono stati soddisfacenti, così come è accaduto per la nuova Camera Cafè (richiesta da anni dai fan), che si è ancorata ad un basso share, o per il ritorno di Chi ha incastrato Peter Pan?, accolto tiepidamente.

Ma la moda dei reboot, ormai in voga anche all’estero, non si esaurirà qui. Mediaset è già al lavoro per le nuove edizioni de La Fattoria (indiscrezione riportata quest’oggi sul sito specializzato Tvblog), La Pupa e il Secchione con Teo Mammucari e Music Farm. E da anni c’è chi parla di nuove edizioni di Ok, Il Prezzo è Giusto e Chi vuol essere milionario?. Per non parlare di quei programmi giunti alla -esima edizione. “Non credo sia una crisi creativa, forse più una crisi di genere. L’intrattenimento è un po’ in crisi anche all’estero e anche lì stanno cercando di ripercorrere i grandi successi del passato, come succede da noi”, ha provato a spiegare Paolo Bassetti, ad di Magnolia, che produce Portobello.

Una cosa è certa: i marchi storici potranno anche affollare i palinsesti, ma l’eleganza, l’ironia e l’intelligenza dei vari Enzo Tortora, Corrado e Mike Bongiorno non tornerà. E intanto la tv generalista rischia di collassare, lasciando spazio a chi il coraggio di sperimentare ce l’ha davvero.

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