“Se, come mi auguro, non verrà posta la fiducia al dl Sicurezza chiederò di sottoscrivere alcuni emendamenti presentati da altre forze politiche di cui condivido il contenuto: da Leu al Pd fino a Fi. E se questi emendamenti verranno bocciati chiederò di fare una dichiarazione di voto in dissenso al gruppo“. Il senatore M5s Gregorio De Falco non arretra sul decreto Sicurezza e preannuncia di essere intenzionato a votare “se me ne daranno modo” un emendamento soppressivo dell’articolo che prevede il superamento degli Sprar di Luigi Vitali di Fi, oltre ad alcuni emendamenti presentati da Loredana De Petris di Leu e di Francesco Verducci del Pd. “Se metteranno la fiducia, vedremo – aggiunge – Io confido molto nelle parole di Di Maio che ha detto che alcune correzioni al dl sicurezza potranno essere decise in Aula”.
Ma il senatore non si limita a spiegare la sua linea sul decreto assai caro a Matteo Salvini: “Ci buttano fuori? – si interroga – Quando Di Maio dice o con me o fuori afferma un’idea padronale di un Movimento in cui oggi sembra venire meno la dialettica e la capacità di ascolto e risposta”. Inoltre, aggiunge, “si dovrebbe tenere presente che nel Movimento non c’è spazio per professionismi della politica. Qualcuno si dovrebbe ricordare che il secondo mandato è il raggiungimento del limite. Dobbiamo ricordarci che abbiamo tutti accettato di avere una data di scadenza“.
E quindi precisa che “non siamo noi ad essere fuori dal contratto di governo che prevede sulla sicurezza il rispetto dei principi costituzionali” perché “il timore che non li rispetti non è solo nostro” ma “confermato da illustri giuristi lo confermano”. L’ufficiale della Capitaneria di Porto, voluto proprio da Di Maio come candidato M5s in rappresentanza della società civile, insiste: “Qui bisogna capire chi è che sta fuori e chi sta dentro. Di Maio ci chiede il rispetto della maggioranza ma io gli pongo la stessa domanda”. Perché, sottolinea, “noi abbiamo un mandato e il contratto di governo non dice quello che viene scritto nel dl sicurezza sul tema: sul contratto c’è scritto anzi che avremmo cercato di incentivare gli Sprar“.
Il senatore M5s, che negli scorsi giorni aveva presentato dei suoi emendamenti al decreto, continua: “Non è questo il modo di fare. Non c’è stato, se pur richiesto, un confronto sul tema. Ci è stato detto che il decreto era immodificabile e ora ci si dice che siamo fuori perché diciamo quello che dicevamo in campagna elettorale“. Per De Falco, l’accordo di governo tra Lega e M5s non dovrebbe essere una sommatoria di provvedimenti graditi all’uno o all’altro: “Bisognerebbe fare una sintesi altrimenti rischiamo di avere due governi, non uno, ognuno dei quali che tende ad affermare i suoi temi”. Quanto invece alla questione interna al Movimento sul decreto, secondo il parlamentare napoletano, “l’assemblea congiunta ormai arriva troppo tardi” ed anche quella della scorsa settimana saltata per impegni d’Aula “sarebbe stata comunque tardiva: bisognava chiarirsi le idee sull’immigrazione molto prima”.