La continua ascesa della Lega, dice l'ultima indagine commissionata dal Corriere della Sera a Nando Pagnoncelli, si deve soprattutto a nuovi potenziali elettori: oltre la metà di coloro che oggi la voterebbero (54%), non ha votato per il partito di Salvini lo scorso 4 marzo e si tratta per lo più di elettori delusi dal M5S, a cui si aggiungono poi una parte degli astensionisti
La Lega di Matteo Salvini continua a raccogliere consensi, raggiungendo così il 34,7%, la percentuale più alta di sempre. Rimane stabile invece il Movimento 5 Stelle al 28,7% (+0,2%), seguito dal Pd con il 16,5% (-0,6%) e Forza Italia con l’8,7% (+0,9%). Sempre più staccati invece, + Europa e Fratelli D’Italia, entrambi fermi al 2,7%, e Leu al 2,1%. È quanto emerge dagli ultimi sondaggi commissionati dal Corriere della Sera a Nando Pagnoncelli, che registrano anche la sostanziale tenuta del governo Lega – 5 Stelle: il 57% degli italiani ha espresso infatti un giudizio positivo sull’esecutivo e l’indice di gradimento cala solo di un punto, passando da 64 a 63.
La continua ascesa della Lega, dicono i sondaggi, si deve soprattutto a nuovi potenziali elettori: oltre la metà di coloro che oggi la voterebbero (54%), non ha votato per il partito di Salvini lo scorso 4 marzo e si tratta per lo più di elettori delusi dal M5S, a cui si aggiungono poi una parte degli astensionisti e poi per il 12% ex elettori di Forza Italia, per il 4% di un altro partito di centrodestra e per il 3% del Pd. Trainata dal Carroccio, la coalizione di centrodestra passa così dal 37% al 46,5%, superando così la soglia del 40% necessaria per garantire la maggioranza in Parlamento. Calano invece sia M5S (-4 punti) e centrosinistra (-3%).
Aumentano però, anche se di poco, le valutazioni negative, che passano dal 32% al 33%, e le posizioni critiche nei confronti dell’operato del governo, dal 30% al 33%. Chi perde consensi personali sono invece il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che passa dal 60% al 58%, e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che registrano un calo dell’indice di gradimento personale. Le forti tensioni emerse nell’ultimo mese all’interno della maggioranza e gli scontri accesi tra Salvini e Di Maio non sembrano quindi aver inficiato il giudizio degli italiani sul governo, ma si riflettono piuttosto nel calo di fiducia nei confronti dei leader dei partiti.