A Casteldaccia, il fiume Milicia rompe gli argini e spazza via due famiglie: tra le vittime un bambino di 1 e uno di 3 anni. L'unico superstite: "All’improvviso l’acqua e il fango hanno sfondato i vetri, tutte le imposte". Il procuratore capo di Termini Imerese: "Disastro totale" Il comandante dei vigili del fuoco: "Stento a ricordare una situazione simile". A Vicari e nell'Agrigentino, tre persone investite da fiumi esondati. Un disperso a Corleone. Allerta arancione in 6 regioni
Dodici morti in una notte, durante la quale si è “scatenato un inferno” che ha sfigurato le province di Palermo e Agrigento. “Un disastro totale”, lo chiama il procuratore di Termini Imerese, impegnato nell’accertare cosa del disastro di Casteldaccia, la zona più colpita dall’ondata di maltempo. Lì, a pochi chilometri dal capoluogo siciliano, l’esondazione di un corso d’acqua ha causato la morte di 9 persone e distrutto due famiglie. Una strage. È successo tutto in pochi secondi, dopo l’ora di cena. Il fiume Milicia che rompe gli argini, l’acqua e il fango che raggiungono una villa al confine tra i comuni di Altavilla Milicia e Casteldaccia, sfondano i vetri dell’abitazione e la travolgono tutto. E poi altri torrenti esondati a Vicari e ad Agrigento, con auto investite dalla massa d’acqua e altri 3 morti. Dopo il Nord-est e la Liguria, dove anche oggi resta allerta arancione per il maltempo, tocca alla Sicilia essere piegata dall’ondata di pioggia e vento.
La villa sommersa dall’acqua – E nella notte, con il passare delle ore, l’esondazione del Milicia si è trasformata in una tragedia. Perché il corso d’acqua dopo aver rotto gli argini ha spazzato via un’intera villa dove vivevano due famiglie inghiottendo 9 persone, tra le quali due bambini di 1 e 3 anni. L’edificio è stato sommerso dall’acqua del fiume che, ingrossato dalle piogge cadute sabato, è uscito dal letto. L’acqua, una volta raggiunta la casa, è rapidamente arrivata al soffitto e le persone che si trovavano all’interno – due famiglie non proprietarie dell’immobile, ma affittuarie – sono annegate. In due, un uomo e una bambina, sarebbero riusciti a salvarsi perché erano usciti per andare ad acquistare dei dolci. Una terza persona rimasta fuori dalla casa ha lanciato l’allarme col cellulare aggrappandosi a un albero. “È accaduto tutto in pochi secondi, all’improvviso l’acqua e il fango hanno sfondato i vetri, tutte le imposte. Non abbiamo più capito niente. In pochi istanti l’acqua ha raggiunto il tetto. Io sono riuscito a uscire e salire sull’albero. Solo per questo mi sono salvato”, ha raccontato l’unico superstite agli inquirenti che conducono l’inchiesta – al momento contro ignoti e senza ipotesi di reato – sulla tragedia.
Il sindaco: “Era abusiva, ma non potevamo abbatterla” – La casa “era abusiva e pendeva dal 2008 un ordine di demolizione del Comune” ma era stato “impugnato dai proprietari dell’immobile davanti al Tar“, ha detto il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto. “Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile“. La pratica relativa all’ordine di demolizione disposto dal Comune di Casteldaccia dopo l’accertamento dell’irregolarità della costruzione è stata sequestrata dalla procura di Termini Imerese che sta indagando sulla morte delle 9 persone. L’impugnazione davanti al Tar del provvedimento emesso dall’amministrazione comunale ha bloccato l’esecuzione della demolizione. L’immobile non era sanabile in quanto realizzato a meno di 150 metri dal fiume, quindi in zona di inedificabilità assoluta.
Aperta indagine dalla procura – L’indagine, aperta dalla procura di Termini Imerese, è condotta dalla polizia in collaborazione con i carabinieri. “Ho visto un disastro totale”, ha detto il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, dopo aver sorvolato in elicottero la zona di Casteldaccia. “Da primissime valutazioni, però, fatte sorvolando la zona, alcune costruzioni sembra siano molto più vicina all’alveo dei 150 metri di rispetto imposti dalle norme”, ha detto Cartosio prima che il sindaco chiarisse la situazione di quella villetta. Le parole del procuratore avevano trovato una prima conferma in quelle del sindaco di Altavilla Milicia, Giuseppe Virga: “La zona in cui è esondato il fiume è ad altissimo rischio, non solo per le condizioni dell’alveo che va ripulito ma per l’enorme numero di case abusive“, aveva detto il primo cittadino del comune separato da quello di Casteldaccia proprio dal fiume. “Lo denunciamo da anni – ha aggiunto – L’ultimo esposto è di un anno fa e l’ho fatto con l’ex sindaco di Casteldaccia”.
Chi sono le vittime – Le vittime vivevano nel capoluogo, a Santa Flavia e Bagheria. Sono Rachele Giordano, di 1 anno; Francesco Rughoo, 3 anni; Federico Giordano, di 15 anni; la madre Stefania Catanzaro, 32 anni e moglie di uno dei tre sopravvissuti, Giuseppe Giordano; il nonno Antonino Giordano, 65 anni, e la moglie Matilde Comito, 57 anni; il figlio Marco Giordano, di 32 anni, e la sorella Monia Giordano, di 40; Nunzia Flamia, 65 anni. “È una tragedia immane”, ha detto il sindaco del paese, Giovanni Di Giacinto. Lo scenario apparso ai soccorritori, una volta tornata la luce, è totalmente devastato: un camper finito contro un muro, due auto accartocciate, sedie a sdraio sul tetto, e ancora oggetti sparsi su tutto il terreno.
Vigili del fuoco: “Un inferno” – “Si è scatenato l’inferno in pochissimo tempo. Stento a ricordare una situazione simile”, dice il comandante dei vigili del fuoco di Palermo, Pietro Foderà. “Alle 23 di ieri- racconta – sono arrivate in pochissimi minuti tantissime chiamate, da Vicari e da tutto il Centro Sicilia, e poi da Ficarazzi e da Casteldaccia. C’erano fiumi esondati e persone in grossa difficoltà”. Il comandante ripercorre i soccorsi: “Abbiamo mandato tutte le squadre disponibili nella zona tra Ficarazzi e Casteldaccia, in tutto tre squadre operative, oltre alla squadra dei fluviali e una squadra di sommozzatori“.
Un morto a Vicari, si cerca un uomo a Corleone – Sempre vicino Palermo, a Vicari, è stato trovato morto un uomo, Alessandro Scavone, titolare di un distributore di carburanti, che era a bordo di un’auto investita dall’acqua del fiume San Leonardo. Con lui un amico, sopravvissuto. I due erano andati a recuperare un giovane rimasto al distributore, che è riuscito a salvarsi lanciandosi dalla vettura. Risulta invece disperso Giuseppe Liotta, 40 anni, medico palermitano che si stava recando nell’ospedale di Corleone per prendere servizio: la sua auto è stata trovata in contrada Raviotta, tra Ficuzza e Corleone, sulla statale 118 interrotta in diversi punti per smottamenti ed allagamenti. Per cercare l’uomo, spiega il comandante dei vigili del fuoco, è stato “attivato il nostro servizio di droni per fare una ricognizione dall’alto. Più tardi attendiamo anche l’elicottero da Catania. Anche se l’elicottero Sar ha fatto una ricognizione, finora senza esito”.
Due vittime ad Agrigento – Altre due persone sono decedute nell’Agrigentino. I due giovani – un uomo e una donna, entrambi tedeschi – sono stati travolti con la propria auto da un torrente esondato a Cammarata. I vigili del fuoco stanno recuperando i loro corpi. La situazione nella provincia resta difficile. Tra sabato e domenica sono state evacuate 50 famiglie per la rottura degli argini dell’Akragas, mentre squadre fluviali dei pompieri hanno tratto in salvo 14 persone intrappolate in una struttura alberghiera a Montevago, a causa dell’esondazione del fiume Belice. Due treni sono stati bloccati, lungo la linea ferrata Palermo-Agrigento, da massi caduti sui binari. I vigili del fuoco e i carabinieri sono intervenuti, facendosi largo fra fango e detriti, fra Campofranco (Cl) e Comitini (Ag) per mettere in salvo 14 persone, mentre il personale delle Ferrovie è riuscito a liberare la parte anteriore delle rotaie consentendo al convoglio di giungere al primo bivio disponibile per far scendere i passeggeri che sono stati poi caricati sulle auto di servizio dei militari dell’Arma. Stessa situazione anche all’altezza della stazione di Cammarata, dove sono stati messi in salvo altri 4 passeggeri e 4 addetti ai trasporti.
Le altre regioni – Ed è in ginocchio anche il Nord-est, in particolare nel Bellunese in Veneto, ma anche in Trentino e in molte zone del Friuli. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è a Belluno. Per oggi la Protezione civile ha segnalato allerta arancione in tutte e tre le regioni e anche in Emilia Romagna, Calabria e Sardegna. Solo in Veneto, il maltempo ha “schiantato 100mila ettari di abeti”, ha spiegato il governatore Luca Zaia, che “dovranno avere una gestione rapida sull’asportazione e capire se sul mercato ci sia chi è interessante ad acquistare e trasformarli in prodotti industriali”.
Articolo aggiornato alle 8.55 del 5/11/2018