di Francesco Maggiurana
Non si fa altro che parlare di razzismo. Dicono che sia una cosa brutta e in effetti lo è, ma solo quando si tratta di esserlo verso i cosiddetti “extra-comunitari”. Pensate invece quanto sarebbe bello se ognuno di noi si sentisse razzista verso i mafiosi, i piduisti, i palazzinari. Pensate se coloro che governano le nazioni fossero razzisti nei confronti di tutte quelle grandi case farmaceutiche il cui unico obiettivo è quello di fare business sulla pelle dei malati e non quello di tutelare la loro salute, oppure nei confronti di quelle grandissime industrie fabbricatrici di armi il cui unico obiettivo è quello di lanciare qualche bomba così intelligente da far esplodere in aria migliaia di civili innocenti o quello di esportare la democrazia destituendo chi intende sottrarsi ai loro voleri andando contro i princìpi stessi della democrazia, nei confronti di chi gestisce e pilota l’informazione per tutelare i propri interessi, nei confronti di tutti quei lobbisti portatori di qualche grande interesse di importanti multinazionali o di grandi banche, nei confronti di chi sarebbe in grado di privatizzare anche l’aria che si respira e di chi è disposto ad inquinare anche l’ambiente pur di far aumentare i profitti di certe grandi aziende comprese quelle dell’agro-business.
Io mi sento razzista nei confronti di chi dice “prima gli italiani” e a chi pensa che per una persona originaria di un’altra nazione e/o che sia di colore possa essere più adatto un lavoro nei campi a retribuzione quasi nulla e magari sotto lo scoppio del sole o sotto la pioggia. Tutto questo per farmi credere che siamo noi la razza migliore (o è più giusto dire razza ariana?). Mi sento molto razzista nei confronti di tutte quelle persone che accettano di sedersi al tavolo con uno che è agli arresti domiciliari per truffa ai danni dello Stato e con chi accetta di stare accanto a un delinquente perché gli conviene. Mi sento razzista verso chi preferisce dire le cose che la gente vuole sentirsi dire rispetto a quello che pensa veramente, verso chi disattende le promesse per cui è stato votato, verso chi è disposto a scendere a compromessi con certi tipi di potere. Nei confronti di chi, in una redazione di giornale, non racconta la verità dei fatti perché si lascia condizionare da chi ha il potere in mano. Verso tutte quelle persone che davanti alle stragi di mafia sapevano ma hanno preferito proseguire nella via dell’omertà invece che raccontare tutto, buttando nel dimenticatoio tutte le verità che si sono celate dietro per anni e anni. Mi sento razzista nei confronti dei tangentari, dei corrotti e dei corruttori, nei confronti di chi è complice del malaffare, di chi non riesce più a scandalizzarsi e si è lasciato assuefare da tutto ciò e nei confronti di chi ha preferito abbassare la testa.
Di fronte a tutto questo penso che una bella dose di razzismo sia più che giusta. In alcuni casi anche doverosa. E siccome mi sento molto razzista nei loro confronti mi piacerebbe vedere alcuni di loro in galera a lavori forzati e magari per tutta la vita, mentre per tanti altri mi accontenterei di vederli su un bel gommone in mezzo all’oceano nel bel mezzo di una tempesta, senza provviste e senza indumenti, pronti per tornare a “casa loro”. Io qua non ce li voglio.
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