Le amministrazioni di Casteldaccia, stando a quanto è emerso dopo la tragedia che ha distrutto due famiglie nelle campagne del paese palermitano, non sono sempre state attentissime sul tema dell’abusivismo. Il Comune non solo non si è costituito in giudizio nel ricorso contro la demolizione della villetta abusiva distrutta sabato dal fango ma anche fino al 2016, in un altro ricorso contro l’abbattimento di un altro immobile abusivo presentato nel 2007, ha tenuto la stessa posizione. Un “bis” che sembra confermare alcune falle nell’amministrazione comunale in provincia di Palermo in tema di prevenzione dell’abusivismo edilizio. In entrambi i casi il Tar non ha accolto i ricorsi presentati dai proprietari contro le demolizioni.
Per la villetta travolta dal fiume Milicia è stato emesso un decreto di “perenzione”, che scatta per la inattività delle parti dopo due anni, e per l’altro immobile è stata dichiarata l’infondatezza del ricorso. In entrambi i casi però il Comune di Casteldaccia, che aveva deciso le demolizioni degli stabili in questione, non si è costituito in giudizio a difendere le proprie ordinanze di abbattimento. Questione di esiguità di risorse, ha sostenuto su Rtl 102.5 il sindaco Giovanni Di Giacinto che è stato smentito in poche ore su due aspetti importanti. Dopo aver dichiarato che sulla villetta c’era un ricorso del Tar pendente, estinto invece per “perenzione”, è stato contraddetto di nuovo dal tribunale amministrativo.
Secondo quanto scritto in una nota dal Consiglio di Stato, il Tar di Palermo non ha mai sospeso l’ordine di demolizione della villetta abusiva. E quindi il Comune, che aveva emesso il provvedimento di abbattimento, avrebbe potuto e dovuto demolire l’immobile, sostengono gli amministrativi, anche se i proprietari avevano fatto ricorso al tribunale. Entrambi i ricorsi in questione sono stati fatto durante il primo mandato dell’attuale sindaco di Di Giacinto, rieletto a giugno dopo un quinquennio a guida di Fabio Spatafora.
Anche la procura della Corte dei conti accusa di lassismo l’amministrazione comunale in tema di abusivismo edilizio: lo scorso agosto ha citato in giudizio l’attuale sindaco Di Giacinto e il suo predecessore con l’accusa di aver “consentito di continuare a beneficiare degli immobili realizzati abusivamente, senza corrispondere alcuna indennità”, sottolinea la magistratura contabile, puntando il dito sull’aspetto erariale della vicenda.
Le indagini delegate dalla procura della Corte dei Conti al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Palermo hanno accertato, secondo l’accusa, che gli amministratori di Casteldaccia “avrebbero consentito agli autori degli illeciti di continuare a beneficiare degli immobili realizzati abusivamente, senza corrispondere alcuna indennità di utilizzo, né la tassa sui rifiuti e gli altri tributi previsti dall’ordinamento, con conseguente danno per le casse del Comune”.
Articolo aggiornato alle 15.22 del 5/11/2018
Cronaca
Casteldaccia, lassismo del sindaco contro i ricorsi degli abusivi: anche nel 2016 non sostenne al Tar tesi dell’abbattimento
Non c'è solo il ricorso sulla villetta distrutta dal fango sabato sera. Anche tra il 2007 e il 2016, il comune palermitano rinunciò a costituirsi davanti ai giudici amministrativi per un'altra abitazione. In entrambi i casi il Tar non ha accolto i ricorsi presentati dai proprietari contro le demolizioni
Le amministrazioni di Casteldaccia, stando a quanto è emerso dopo la tragedia che ha distrutto due famiglie nelle campagne del paese palermitano, non sono sempre state attentissime sul tema dell’abusivismo. Il Comune non solo non si è costituito in giudizio nel ricorso contro la demolizione della villetta abusiva distrutta sabato dal fango ma anche fino al 2016, in un altro ricorso contro l’abbattimento di un altro immobile abusivo presentato nel 2007, ha tenuto la stessa posizione. Un “bis” che sembra confermare alcune falle nell’amministrazione comunale in provincia di Palermo in tema di prevenzione dell’abusivismo edilizio. In entrambi i casi il Tar non ha accolto i ricorsi presentati dai proprietari contro le demolizioni.
Per la villetta travolta dal fiume Milicia è stato emesso un decreto di “perenzione”, che scatta per la inattività delle parti dopo due anni, e per l’altro immobile è stata dichiarata l’infondatezza del ricorso. In entrambi i casi però il Comune di Casteldaccia, che aveva deciso le demolizioni degli stabili in questione, non si è costituito in giudizio a difendere le proprie ordinanze di abbattimento. Questione di esiguità di risorse, ha sostenuto su Rtl 102.5 il sindaco Giovanni Di Giacinto che è stato smentito in poche ore su due aspetti importanti. Dopo aver dichiarato che sulla villetta c’era un ricorso del Tar pendente, estinto invece per “perenzione”, è stato contraddetto di nuovo dal tribunale amministrativo.
Secondo quanto scritto in una nota dal Consiglio di Stato, il Tar di Palermo non ha mai sospeso l’ordine di demolizione della villetta abusiva. E quindi il Comune, che aveva emesso il provvedimento di abbattimento, avrebbe potuto e dovuto demolire l’immobile, sostengono gli amministrativi, anche se i proprietari avevano fatto ricorso al tribunale. Entrambi i ricorsi in questione sono stati fatto durante il primo mandato dell’attuale sindaco di Di Giacinto, rieletto a giugno dopo un quinquennio a guida di Fabio Spatafora.
Anche la procura della Corte dei conti accusa di lassismo l’amministrazione comunale in tema di abusivismo edilizio: lo scorso agosto ha citato in giudizio l’attuale sindaco Di Giacinto e il suo predecessore con l’accusa di aver “consentito di continuare a beneficiare degli immobili realizzati abusivamente, senza corrispondere alcuna indennità”, sottolinea la magistratura contabile, puntando il dito sull’aspetto erariale della vicenda.
Le indagini delegate dalla procura della Corte dei Conti al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Palermo hanno accertato, secondo l’accusa, che gli amministratori di Casteldaccia “avrebbero consentito agli autori degli illeciti di continuare a beneficiare degli immobili realizzati abusivamente, senza corrispondere alcuna indennità di utilizzo, né la tassa sui rifiuti e gli altri tributi previsti dall’ordinamento, con conseguente danno per le casse del Comune”.
Articolo aggiornato alle 15.22 del 5/11/2018
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Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Con un'esperienza "ultraventennale in reumatologia" con l'obiettivo di "migliorare gli standard di cura e migliorare i risultati clinici per i pazienti che soffrono di queste malattie", oggi "AbbVie è impegnata a sviluppare un possibile strumento ulteriore per rispondere alle esigenze dei pazienti che soffrono di lupus eritematoso sistemico. Il Les è una malattia autoimmune estremamente complessa, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi che possono colpire in maniera variegata ed eterogenea diversi organi e sistemi: il sistema polmonare, il muscolo-scheletrico, la cute e il sistema nervoso centrale. Chiaramente i sintomi variano a seconda del tipo di organo distretto coinvolto, ma ha un decorso cronico estremamente elevato e un'evoluzione estremamente imprevedibile". Lo ha detto Caterina Golotta, direttore medico AbbVie Italia, all'Adnkronos Salute, sottolineando che, "per rispondere ai bisogni insoddisfatti", la farmaceutica sta lavorando su un "inibitore di Jak, upadacitinib. Frutto dello sforzo in ricerca e sviluppo interno, è al momento in corso di sperimentazione clinica in questo contesto".
Si tratta di "un inibitore selettivo e reversibile della janus chinasi - spiega Golotta - ed è attualmente approvato e rimborsato in una serie di patologie immunologiche: l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, l'artrite psoriasica, la colite ulcerosa e la dermatite atopica. Rimaniamo fiduciosi in attesa dei risultati della molecola nel programma di sviluppo del lupus eritematoso sistemico. Tra l'altro, l'upadacitinib è attualmente in studio anche in altre 2 patologie dell'ambito immunologico: la vitiligine e l'alopecia areata".
AbbVie, evidenzia il direttore medico, "è un'azienda fortemente votata alla ricerca e sviluppo. In Italia siamo presenti con 78 studi clinici che coinvolgono circa 400 centri sperimentali. A livello globale, l'impegno in ricerca nel 2024 è stato pari a circa 13 miliardi di dollari, che rappresenta un incremento del 66,66% rispetto all'impegno del 2023".
Marvin Vettori torna a combattere. Due anni dopo, il lottatore italiano torna a disputare un incontro di MMA domani, sabato 15 marzo, contro il georgiano Roman Dolidze all'Apex Center di Las Vegas. Vettori è stato assente dall'ottagono a causa di un grave infortunio alla spalla destra che ha interessato anche i muscoli del bicipite. Dopo un'operazione chirurgica e un lento processo di recupero e allenamento, è finalmente pronto.
Vettori ha già affrontato Dolidze nel 2023 in un match disputatosi a Londra e vinto, per verdetto unanime, proprio dall'italiano. "Pensavo che avrei combattuto contro Kopylov, invece è Dolidze", ha commentato Vettori, "ma era tanta la voglia di tornare che non mi interessava contro chi". L’ultima apparizione di Vettori sull’ottagono è stata sempre nel 2023, quando ha subito una dura sconfitta dall’allora numero 4 dei ranking Jared Cannonier.
Il match sarà molto importante per il proseguo della carriera di Vettori, che a 31 anni e dopo due fermo non può più permettersi pause. Al momento è ottavo nel ranking Ufc, posizione ottenuta due anni fa e mantenuta anche nel periodo di stop. L'incontro con Dolidze potrebbe rilanciare le speranze del trentino di guadagnarsi una sfida per il titolo pesi medi, oppure potrebbe affondarlo.
Il match tra Marvin Vettori e Roman Dolidze è in programma sabato 15 marzo alle 22 ora italiana. L'incontro sarà trasmesso in diretta televisiva sui canali Eurosport e sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo, sulla piattaforma Eurosport, su Discovery+ e Dazn.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Accade che le richieste di connessione alla rete di progetti di impianti rinnovabili dopo 4-5 anni non vengono realizzati, creando una congestione virtuale della rete stessa e tenendo fuori nuovi entranti, magari più performanti. Si dovrà "capire la credibilità di 350 gigawatt di richieste di connessione", anche se sono stati "fatti passi avanti su trasparenza e visibilità". Lo afferma il presidente Arera, Stefano Besseghini, intervenendo alla presentazione del piano di sviluppo 2025 di Terna.
In questo contesto, spiega Besseghini, "tenere Terna costantemente agganciata a questi processi autorizzativi è il modo migliore perché il sistema evolva coerentemente nella capacità di programmazione e essere sempre proattivo" perchè ''qualunque disallineamento temporale tra capacità di programmazione e capacità di realizzazione diventa da qualche parte uno stranded cost che ci portiamo dietro''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Lo sviluppo delle infrastrutture, previsto dal piano 2025 di Terna ''costituisce un elemento fondamentale del nostro progetto''. La struttura della società ''sta accompagnando la trasformazione del nostro paese''. Lo afferma il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, intervenendo alla presentazione del piano di Terna. Il sistema industriale sta vivendo ''un cambiamento di pelle'' verso l'elettrificazione che ''diventa cruciale per lo sviluppo nei prossimi anni e già attualmente'', sottolinea. Quanto è accaduto, le tensioni sui prezzi del gas, l'automatico ribaltamento sul prezzo dell'energia, ''ha messo anche alla prova quella che è la nostra capacità di dare sicurezza e, naturalmente, di lavorare su quello che è un obiettivo che dobbiamo avere di indipendenza e di governo di quelle che sono le tensioni anche sui prezzi''.
I 23 miliardi di investimenti, annunciati da Terna, "sono una cosa importante perché questa e' l'ossatura dell'energia nazionale, e se non abbiamo l'ossatura della rete non possiamo rispondere alla domanda di cittadini e imprese". "L'obiettivo è creare un mix di produzione che riesca a soddisfare la domanda di energia che sta crescendo in modo vertiginoso ed oggi ne abbiamo avuto la dimostrazione dai dati di Terna di quanto cresca la domanda ed automaticamente debbano crescere le rinnovabili in ottica di neutralità e decarbonizzazione", aggiunge Pichetto.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Il piano di sviluppo 2025 è "il più importante mai realizzato da Terna nella sua storia ed è un piano che credo sottolinei tre elementi in questa mia veloce introduzione che voglio portare sul tavolo oggi". Lo afferma il presidente di Terna, Igor De Biasio, nel corso della presentazione del piano.
"E' un piano che migliora il Paese perché attraverso quegli investimenti riusciamo a essere abilitatori verso la transizione energetica, verso la decarbonizzazione, consentendo allacciamenti alle nuove forme di produzione green ma soprattutto anche unendo, connettendo e integrando i territori quindi aiutando tutte le comunità italiane verso lo sviluppo della transizione energetica", sottolinea il presidente.
Il piano, aggiunge De Biasio, ''porta con sé una serie di investimenti che aumenteranno la sicurezza, la resilienza, l'efficacia della rete che è un elemento competitivo nella trazione degli investimenti internazionali. Prima il video citava il caso dei data center, non è un caso che tantissimi investitori italiani e stranieri oggi puntino sull'Italia per la realizzazione di data center e non in Francia, non in Germania. E non più in Inghilterra. E grazie alla qualità della rete che oggi Terna gestisce e amministra e quindi è un fattore straordinario per la trazione e la competitività dell'Italia''.
Terzo elemento, prosegue il presidente, è che ''questo patrimonio di conoscenze e esperienze che Terna ha è un'opportunità nelle relazioni internazionali e nella costruzione di partnership con altri Paesi, essendo oggi l'energia un elemento qualificante e strategico proprio in ambito geopolitico''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Le richieste di connessione di impianti rinnovabili, di sistemi di accumulo e, sempre più negli ultimi mesi, di data center, sono in costante aumento''. Lo afferma l'amministratore delegato di Terna, Giuseppina Di Foggia., nel corso della presentazione del piano 2025. ''Per far fronte al rischio di saturazione virtuale della rete e per contribuire a mantenere l’attrattività del Paese per gli investitori, anche internazionali, abbiamo adottato, a seguito dell’approvazione del cosiddetto decreto legge sicurezza energetica, un nuovo processo di programmazione territoriale delle nostre infrastrutture'', sottolinea l'ad.
Questo processo, spiega Di Foggia, ''assicura efficienza nella realizzazione delle opere abilitanti la connessione di nuove risorse, consentendo di ridurre le congestioni amministrative, e di minimizzare i costi per il sistema”. La gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, si legge nella nota diffusa in occasione della presentazione del piano, ''permette a Terna di avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 GW di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 GW di solare, 110 GW di eolico on-shore e 86 GW di eolico off-shore) e 277 GW per sistemi di accumulo. Questi numeri, che superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal Documento di Descrizione degli Scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Terna annuncia che entro il 2030 saranno ''operative le infrastrutture elettriche che abiliteranno la transizione energetica del paese: Tyrrhenian link, Adriatic link, il collegamento tra Sardegna, Corsica e Toscana e il ponte energetico Italia-Tunisia''. Nel corso della presentazione del pano 2025 l'amministratore delegato, Giuseppina Di Foggia, spiega che ''una rete di trasmissione adeguata e interconnessa, insieme alle attuali misure legislative e agli strumenti di incentivazione, è il fattore abilitante per raggiungere i target previsti dal Piano Nazionale per l’energia e il clima al 2030''.
''L’avvio della fase realizzativa delle nostre principali infrastrutture elettriche, come il Tyrrhenian Link, l’Adriatic Link e il collegamento tra Sardegna, Corsica e Toscana, conferma l’impegno di Terna nel gestire la transizione energetica del Paese”, aggiunge Di Foggia. “Le richieste di connessione di impianti rinnovabili, di sistemi di accumulo e, sempre più negli ultimi mesi, di Data Center, sono in costante aumento''.
''Per far fronte al rischio di saturazione virtuale della rete e per contribuire a mantenere l’attrattività del Paese per gli investitori, anche internazionali, abbiamo adottato a seguito dell’approvazione del decreto legge sicurezza energetica, un nuovo processo di programmazione territoriale delle nostre infrastrutture. Questo processo assicura efficienza nella realizzazione delle opere abilitanti la connessione di nuove risorse, consentendo di ridurre le congestioni amministrative, e di minimizzare i costi per il sistema”, spiega l'ad.