6. A ciascuno il suo portafortuna
Con un incasso di quasi 460 milioni di dollari, Il Gladiatore è il secondo più grande successo del 2000 dopo Mission: Impossible II. Candidato a 12 Oscar e vincitore di 5 statuette, il film piacque a tutti. Persino a Kirk Douglas, che non si risparmiò però dal sibilare come il suo Spartacus (1960, diretto da Stanley Kubrick) restasse comunque un gradino sopra. Conquistato dal progetto dopo aver visto una copia del quadro Pollice verso (1872) di Jean-Léon Gérôme, Ridley Scott affrontò quest’avventura portando con sé un amuleto. Durante tutte le riprese, infatti, rimase appollaiato sulla sua testa il cappellino rosso indossato da Gene Hackman in Allarme rosso (1995), diretto dal fratello Tony, suicidatosi sei anni fa. Ma non solo, un talismano ancor più speciale, si nascondeva tra la sabbia del set. Il piccolo Giorgio Cantarini aveva nove anni quando fu scritturato nel ruolo del figlio di Russell Crowe, premiato poi con l’Oscar al Miglior attore protagonista. Evidentemente quel bambino doveva portare una certa fortuna, perché un altro suo “padre” – anzi, babbo – aveva già vinto lo stesso premio qualche mese prima. Era il 1999 e il Kodak Theatre aveva cominciato a parlare toscano con Roberto Benigni e con La vita è bella (1997). Giorgio Cantarini era lì, che si nascondeva dietro gli occhi tristi e sorridenti del piccolo Giosué, il bambino ebreo che sognava un carro armato.