7. Un buono che diventa cattivo
La figura storica di Commodo era già stata portata sul grande schermo dal peplum italiano I due gladiatori (1964) di Mario Caiano. Con Scott, però, il dispotico imperatore raggiunse vette shakespeariani sino ad allora inesplorate. Nonostante il provino sostenuto da Jude Law, Joaquin Phoenix fu indicato sin da subito come la prima scelta del regista di Blade Runner (1982). Deciso a ripagare la fiducia del maestro, l’allora 25enne attore americano scavò così a fondo fra le insicurezze e le megalomanie del suo personaggio da incitare i colleghi a insultarlo prima delle riprese. Dopo aver girato la scena dell’omicidio di suo padre, Marco Aurelio (interpretato da Richard Harris) perse addirittura i sensi e leggendo il copione, una mattina, Joaquin decise poi che man mano che il potere di Commodo andava crescendo, la sua stessa stazza dovesse aumentare. Iniziò così a mettere peso. La cosa non piacque tuttavia a Scott che lo segnalò alla produzione. Venuto a saperlo, Phoenix si presentò il giorno dopo indossando l’armatura e facendo valere le sue ragioni: “Mi hanno detto che sembro un piccolo criceto ciccione. Io sono l’imperatore di Roma, perché non dovrei lasciarmi andare?”. Risentito, non toccò cibo per le settimane successive.