Il presidente Inps: "Permettere di andare in pensione prima non penso sia l’atteggiamento giusto. Non è questo quello che dà più possibilità di scelta alle donne perché poi alla fine indebolisce anche il loro potere contrattuale all’interno delle famiglie. E il congedo di quattro giorni che era importante per promuovere uguaglianza di opportunità non viene prorogato"
Nella manovra c’è più di una traccia di “maschilismo“. Il giudizio è del presidente Inps Tito Boeri, che intervenendo a un convegno a Bologna ha stigmatizzato il mancato rifinanziamento del congedo di paternità allungato a quattro giorni “che era uno strumento molto importante per promuovere un’uguaglianza di opportunità“. In più, ha spiegato, “favorire l’accesso delle donne al sistema pensionistico” e mantenere “le differenze di età nell’accesso alle pensioni per uomini e donne”, sono possibilità che possono trasformarsi in “trappola” per le donne. “Riattiviamo il programma opzione donna: andatelo a dire a chi definisce maschilista questa manovra”, ha risposto parlando da Shanghai il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio.
“Trovo che in Italia quando si devono fare delle cose in favore delle donne si continui a dire che bisogna dare loro più opportunità di stare nel non lavoro e fuori dal mercato del lavoro”, ha argomentato Boeri. “Quindi il ‘permettiamo loro di andare in pensione prima’ non penso sia l’atteggiamento giusto. Non è questo quello che dà più possibilità di scelta alle donne perché poi alla fine indebolisce anche il loro potere contrattuale all’interno delle loro famiglie”.
“Credo che l’uguaglianza di opportunità si possa realizzare nel momento in cui ci sarà maggiore presenza delle donne sul lavoro e invece in Italia si continua a ragionare su questi aspetti promuovendo semmai la partecipazione delle donne al ‘non’ lavoro. Non è casuale – ha aggiunto – che anche in questi giorni si parli di favorire l’accesso delle donne al sistema pensionistico, per esempio introducendo degli sconti, che si parli di mantenere le differenze di età nell’accesso alle pensioni per uomini e donne”, ma “spesso nel non lavoro non c’è libertà di scelta” e “dare queste possibilità alle donne può essere anche una trappola perché non sono loro a decidere”. “C’è poca attenzione da parte di coloro che si definiscono populisti verso la problematica femminile”, ha chiosato l’economista.
Il mese scorso Boeri aveva spiegato che la quota 100 – ancora da dettagliare perché in manovra c’è solo lo stanziamento finanziario – “premia uomini con reddito medio-alto e penalizza le donne“, “tradite” a suo dire “da requisiti contributivi elevati e dall’aver dovuto subire sin qui, con l’opzione donna, riduzioni molto consistenti dei trattamenti pensionistici.