Faccia a faccia a Otto e Mezzo (La7) tra la scrittrice Michela Murgia, autrice del libro ‘Istruzioni per diventare fascisti’, e il giornalista Paolo Mieli. Quest’ultimo dissente dalla tesi di Murgia, che paventa il pericolo di un ritorno al fascismo con M5s e Lega: “Il fascismo con la politica odierna non c’entra praticamente niente. Penso che ci siano altri rischi molto più gravi del fascismo. Io mi sono stancato, perché è da quando sono bambino che sento evocare tutti gli anni il rischio del fascismo. Basti pensare anche a quando c’era Berlusconi o ai tempi di Craxi. Questo Paese evoca da 70 anni di seguito il rischio del fascismo. La verità è che abbiamo chiamato ‘fascismo’ tante cose diverse e saremmo stati molto più efficaci se a ognuna avessimo dato un nome proprio”. E aggiunge: “Io credo, invece, che ci sia un rischio di totalitarismo. Evocando il fascismo si mettono i riflettori sulla Lega, evocando il totalitarismo si pone l’attenzione sui 5 Stelle. Quelle che Murgia chiama ‘fascismo’ sono delle esagerazioni. In realtà, il fascismo è un regime che toglie la libertà di voto, la libertà di parola, la libertà di culto”.
La scrittrice si sofferma sull’analisi del M5s e della Lega: “Credo che la Lega, da questo punto di vista, abbia una struttura molto più chiara e programmatica. Il M5s ha dentro istanze diverse, ma purtroppo non mi sembra che le istanze antifasciste siano dominanti nei 5 Stelle. Sicuramente Lega e M5s sono, rispettivamente, un protofascismo e un fascismo 2.0. Entrambi dal punto di vista metodico sono fascismi, per me non c’è dubbio: uno è a livello più embrionale, l’altro è a un livello decisamente più strutturato”.
“Quindi, allearsi con Lega o M5s significa allearsi con un movimento fascista?”, chiede Mieli.
“Sì” – risponde Murgia – “Bisogna sviluppare un dissenso organizzato al metodo fascista, che è trasversale. Io, ad esempio, davanti ad alcuni esiti di referendum mi sono detta: ‘Accidenti, forse il suffragio universale è sopravvalutato, se ci sono sono persone totalmente prive di strumenti e di discernimento che possono avere lo stesso peso che ho io’. Posso pensare questo, ma dentro di me ho sufficienti strumenti per dire: ‘Questa cosa è una sciocchezza’. Io non la trasformerei mai in un’azione politica, Salvini sì“.
Mieli chiede: “Secondo lei, un governo di destra con Berlusconi, Lega e Fratelli d’Italia è più antifascista di un governo M5s-Lega?“.
“Io non penso che Berlusconi sia un fascista“, risponde la scrittrice.
E il giornalista replica: “Lo dice adesso. Ho una macchina del tempo e torniamo a 20 anni fa”.
Murgia ribatte: “Ho criticato le politiche di Berlusconi e talvolta anche i suoi metodi. Ma non ho mai visto la somma di tutti quei fattori come la vedo ora in un programma politico”.
“Lei è geniale” – ironizza Mieli – “Io invece lo dico adesso di questi. Sono come Michela Murgia ai tempi di Berlusconi. Critico violentemente delle cose dei 5 Stelle e della Lega, ma non dico che sono fascisti“.