Cléa Fernanda Máximo ha confessato di avere accoltellato Carlo Cicchelli, 48 anni, che aveva conosciuto in Italia alcuni anni fa. Da giugno si erano trasferiti in Brasile. Nelle ultime settimane alla famiglia della vittima erano arrivati messaggi in cui lui chiedeva soldi. Ma a scriverli era la compagna. Gli amici: "Lei gli parlava spesso di riti voodoo"
L’aveva conosciuta a Torino, dove viveva, e aveva deciso di trasferirsi con lei in Brasile nel giugno scorso. Ma Cléa Fernanda Máximo ha confessato di avere ucciso a coltellate il fidanzato, l’avvocato 48enne Carlo Cicchelli, con il quale abitava nella città di Maceiò. In più ha tenuto il suo cadavere in casa chiuso in un sacco per 40 giorni e ha utilizzato il suo cellulare per farsi mandare denaro dai parenti in Italia. I familiari della vittima avevano denunciato la sua scomparsa il 31 ottobre, dopo non aver avuto più notizie di lui per oltre un mese.
I due stavano insieme da 5 o 6 anni e si erano conosciuti quando Cléa era vicina di casa di Cicchelli a Torino. L’avvocato aveva abbandonato la sua carriera ed era andato a vivere con la donna inizialmente in un’altra città italiana, per poi trasferirsi in Brasile a giugno di quest’anno. “Uno si innamora e poi finisce morto in un sacco di plastica. Noi glielo avevamo detto che quella donna non era normale, ma quando uno è innamorato non vuole sentire ragioni”, ha raccontato, affranto, Antonio, il fratello della vittima. L’ultima volta che la famiglia ha sentito Carlo per telefono è stata il 25 settembre. “Poi più nulla. Solo messaggi in cui mi si chiedevano dei soldi. Intorno al 28 settembre voleva 2.500 euro: un episodio che mi aveva insospettito, perché due giorni dopo mio fratello sarebbe dovuto tornare a Torino“, ha detto ancora Antonio Cicchelli.
I familiari insistevano affinché l’avvocato facesse una videochiamata per confermare che stava bene. Non ricevendo nessun riscontro, i parenti hanno denunciato la scomparsa dell’uomo il 31 ottobre ai carabinieri di Torino. Alla fine, Cléa Fernanda Máximo ha ammesso di aver inviato i messaggi ai familiari e di avere ucciso Cicchelli. Secondo quanto riferito dal sito brasiliano Gazetaweb, la polizia ha trovato il corpo dell’avvocato nella casa della fidanzata nel quartiere Ponta Grossa di Maceió. La donna ha raccontato agli agenti di aver ucciso l’italiano con diversi colpi di coltello. A quanto riferiscono conoscenti comuni, Carlo raccontava che la fidanzata gli parlava sovente di riti voodoo, e in una occasione i due litigarono e lei non avrebbe esitato a puntargli un coltello alla gola.
Quando le squadre della polizia sono arrivate alla residenza, hanno ritrovato il corpo dell’avvocato in uno stato avanzato di putrefazione, per il quale si ritiene che l’omicidio sia stato realizzato 40 giorni fa. Il cadavere è stato affidato a una squadra dell’Istituto di medicina legale (Iml) del Brasile, per l’autopsia e le analisi. Carlo Cicchelli lascia due figli di 11 e 13 anni avuti da una precedente relazione. “Era una persona fuori dal comune. Un uomo brillante, di una generosità sconfinata” e che “amava la vita”, ha dichiarato l’avvocato Chiara Moro, ex collega di Cicchelli. “Quello che gli è accaduto è sconvolgente“. Il Consolato italiano a Recife, in stretto raccordo con la Farnesina e con le autorità locali, segue con la massima attenzione il caso.
(foto tratta da Facebook)