Il ragazzo si sente subito malissimo e viene ricoverato in ospedale. I medici scoprono che nel suo corpo è presente l’Angiostrongylus cantonensis, un parassita che causa la meningite eosinofila. Per Sam non sembra esserci molto da fare
Mangia una lumaca viva per scherzo, va in coma, rimane paralizzato per oltre 400 giorni, e dopo otto anni di sofferenze muore. La tragedia del 29enne australiano Sam Ballard sta rimbalzando su tutti i social, ed è perfino finita anche sul sito web del Time. Tutto ha inizio quasi dieci anni fa, quando l’appena diciottenne, giovane promessa del rugby, in compagnia di amici si infila in bocca una lumaca cruda. Un gioco, uno scherzo, una bravata da adolescenti come mille altre. Ma il caso di Sam, un classico storytelling modello programma tv Io e il mio parassita questa volta non finisce con l’happy ending.
Il ragazzo si sente subito malissimo e viene ricoverato in ospedale. I medici scoprono che nel suo corpo è presente l’Angiostrongylus cantonensis, un parassita che causa la meningite eosinofila. Per Sam non sembra esserci molto da fare. Prima il coma, poi il risveglio dopo 420 giorni, la paralisi, l’impossibilità di nutrirsi da solo, e il tentativo di riabilitazione mai riuscito. La morte sopravvenuta alcuni giorni fa a Sidney, dove il ragazzo curato dalla madre ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, è stata preceduta, secondo quanto riporta il Time, anche da un ulteriore problema economico riguardante il costo delle cure sanitarie.
La borsa di studio del ragazzo era stata improvvisamente decurtata e solo grazie ad una colletta tra parenti e amici, la madre Katie era riuscita a pagare l’assistenza sanitaria 24 ore 24 di cui Sam aveva bisogno. L’Angiostrongylus cantonensis è un verme di due centimetri che vive nello stomaco dei ratti. Altamente probabile quindi che le lumache, cibandosi di feci di topi, possano ingerirlo, e quindi l’uomo che a sua volta si ciba di una lumaca cruda ne diventi il nuovo ospitante. Il parassita, diffuso principalmente nel sud est asiatico e nell’area del Pacifico, si trova sia nelle lumache (non cotte), ma è stato rintracciato anche nell’acqua e sulle verdure. Il trasposto globalizzato di cibo ha poi permesso un ulteriore proliferazione dell’Angiostrongylus cantonensis anche fuori dall’Asia e dall’Oceania. La persona infettata mostra dapprima tutti i classici sintomi di una meningite (mal di testa, al collo, febbre, nausea, vomito), ma è l’invasione del verme nel tessuto cerebrale in profondità a creare danni irreparabili nel corpo dell’uomo, come accaduto nel caso di Sam Ballard, portando alla totale paralisi e alla morte.