“È imbarazzante il fatto che non si vogliano considerare i diritti di questi bambini. Dei diritti sacrosanti, sanciti dalla Costituzione e ora messi nero su bianco pure da un giudice”. Reagisce così a Ilfattoquotidiano.it Gianni Tofanelli di fronte alla polemica scoppiata lunedì in Consiglio comunale a Milano. Tofanelli è, insieme al suo compagno, papà di una bimba nata negli Stati Uniti con la pratica della Gpa (Gestazione per altri).

Nel maggio scorso, a seguito del rifiuto del Comune di riconoscere entrambi i genitori, i due hanno fatto ricorso al Tribunale. E pochi giorni fa è arrivata la sentenza favorevole. Ma a Palazzo Marino il caso è diventato politico. “Si sta tornando a discutere su mille problematiche che nessuno ha sollevato. La sentenza dice con parole molto belle che niente è stato fatto contro la legge o l’ordine pubblico. Eppure si continua a mettere in discussione il diritto dei bimbi ad avere due genitori”. Diritto che, secondo Tofanelli, non si traduce solo in un pezzo di carta riconosciuto dallo Stato: “Se io domani impazzissi e decidessi che il mio compagno non può più vedere nostra figlia, lui non potrebbe fare nulla. Stessa cosa se lui andasse via di casa e decidesse di non darci più un soldo. Si tratta di rischi che i bambini non possono e non devono correre”.

Rispetto alle dichiarazioni del sindaco Beppe Sala, Tofanelli si chiede poi perché “le famiglie formate da due donne siano già riconosciute mentre quelle formate da due uomini no. Siamo all’assurdità, alla discriminazione nella discriminazione”. A partire dal giugno scorso, infatti, il Comune di Milano ha iniziato a registrare gli atti di nascita di bambini nati da due mamme. “Sala in quanto ufficiale di Stato civile poteva intervenire subito per eliminare questa divergenza, ma ha deciso di aspettare”, continua Tofanelli. “Se prima aveva dei dubbi di legittimità, ora di fronte a una sentenza del Tribunale non può più tirarsi indietro. Eppure si continua a togliere il focus sull’interesse del minore per alimentare polemiche politiche”.

Al centro del dibattito c’è la pratica della Gravidanza o gestazione per altri, considerata legale in alcuni Stati esteri. Vi fanno ricorso sia eterosessuali che omosessuali e consiste nell’affidarsi a una donna (detta “surrogata” ed esterna alla coppia) che porta avanti la gravidanza. “È giusto che il tema della surrogacy sia portato ad altri livelli, ma non deve servire come strumento per discriminare le famiglie”, aggiunge. “L’utilizzo di espressioni orrende come ‘utero in affitto’, poi, lo trovo un vero e proprio atto di violenza. Per non parlare di quei bambini che sono ancora invisibili allo Stato perché non è stata riconosciuta la loro situazione”.

È anche per loro che Tofanelli chiede al sindaco Sala di non aspettare ancora. “Finora abbiamo ricevuto aiuto dalle scuole, dalla questura – che ha permesso a nostra figlia di avere un passaporto con accompagnamento illimitato dell’altro genitore – ma ora che i dubbi sulle nostre richieste sono stati fugati è arrivata l’ora di procedere. Non aspettiamo ancora. Chiediamo solo che sia applicata la legge“.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Milano, il giudice: “Riconoscere due papà di una bimba”. La maggioranza si spacca: contrari 3 consiglieri di Sala e una del Pd

next