Se siete alla ricerca di uno smartphone con uno schermo di buon livello, una fotocamera soddisfacente e un design originale, quello che fa per voi potrebbe essere il Galaxy A7 2018. Si inserisce nella media dell’offerta di mercato grazie a un prezzo di listino di 349 euro, già ribassato online al di sotto dei 300 euro.
Con questi numeri parliamo di un prodotto competitivo, capace di combattere ad armi pari con prodotti di buon livello come il Redmi Note 5 Pro di Xiaomi e il Mate 20 Lite di Huawei, con il vantaggio di offrire display e resa fotografica migliori. Nella stessa fascia di prezzo, infatti, è difficile trovare in altri prodotti con schermi AMOLED e tre sensori fotografici sul pannello retrostante. Per contro, le prestazioni non sono del tutto convincenti, ma per questo prezzo sono più che adeguate.
Come accennato, uno dei punti forti del Galaxy A7 2018 è lo schermo da 6 pollici con risoluzione di 1.080 x 2.220 punti con tecnologia Super AMOLED (Active Matrix Organic Light Emitting Diode, in italiano diodo organico a emissione di luce a matrice attiva). Si tratta di un tipo di schermo che non necessita di un sistema aggiuntivo d’illuminazione, quindi è più sottile e leggero degli LCD tradizionali. Rispetto a questi ultimi visualizza una gamma maggiore di colori, assicura contrasti marcati e colori molto saturi.
La luminosità ottima permette una buona leggibilità all’aperto, e l’efficace trattamento oleofobico del vetro mette al riparo dalle ditate e dallo sporco che ostacola una buona visibilità delle immagini. Chi ha il pallino della precisione può controllare via software il bilanciamento della gamma cromatica, con ben quattro modalità: schermo adattivo, cinema OLED, foto AMOLED e base. Durante i test noi abbiamo preferito la modalità di schermo adattivo, perché lascia al sistema la possibilità di ottimizzare automaticamente tutti i parametri in base al contenuto che si sta visualizzando.
L’altro punto forte è il comparto fotografico. Con questo smartphone Samsung integra per la prima volta tre sensori sul retro: quello principale da 24 Megapixel, quello secondario da 5 Megapixel e il terzo da 8 Megapixel. Insieme consentono di avere scatti di buona qualità sia quando serve profondità di campo, sia quando si fotografano i panorami e si necessita del grandangolo. Questa soluzione durante le prove ci ha convinto: il sensore principale garantisce buone fotografie sia di giorno che di notte, l’ottica grandangolare è davvero divertente da utilizzare. Sul fronte dei video possiamo dirci soddisfatti: anche se l’audio catturato è un po’ cavernoso. Le immagini però possono avere risoluzione fino a 4K alla velocità di 30 frame per secondo, e la stabilizzazione elettronica maschera bene le mani tremolanti. Volendo c’è anche la modalità slow-motion, con il limite di risoluzione HD e 120 fps.
Come accennato sopra, le prestazioni sono migliorabili. Il processore Exynos 7885, 4 Gigabyte di memoria RAM e 64 Gigabyte di spazio di archiviazione (espandibile tramite micro-SD) compongono una piattaforma identica a quella del Galaxy A8 2018, un modello che non ci ha del tutto soddisfatto. In generale il sistema risulta fluido e veloce, ma abbiano adocchiato qualche rallentamento di troppo, in alcuni casi anche senza bisogno di metterlo sotto stress. Una sbavatura da ricondurre principalmente a un’ottimizzazione non eccelsa, su cui molto probabilmente si potrà intervenire via software.
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La batteria in compenso è più che soddisfacente, con un’autonomia che ha sempre raggiunto le 4 ore di funzionamento continuo con schermo acceso, e 26/27 ore con uso normale lontano dalla presa elettrica. Un buon risultato, che sarebbe stato eccellente se il connettore per la ricarica fosse stato un nuovo USB-C, anziché il più datato micro-USB.
Sul piano dell’estetica, lo smartphone sta bene in mano, senza scivolare, grazie a cornici frontali sottili ma presenti, che aiutano la presa. Davvero molto bella la colorazione blu che vedete ritratta in foto; se non vi attrae sappiate che sono in vendita anche le versioni nero e oro. Chiudiamo con una nota positiva a favore della funzione di riconoscimento del volto, che è presente e tutto sommato funziona bene, anche se non è evoluta come il Face ID.