“M5s? Ha fatto un ottimo programma ambientale per mano del ministro Sergio Costa, che un’enorme conoscenza e competenza su questi temi. Giudico questo programma uno dei migliori nella storia dei ministeri dell’Ambiente. Il problema è che queste scelte sono in conflitto con quelle di altri ministeri”. Sono le parole di Luca Mercalli, meteorologo e divulgatore scientifico, intervenuto a “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus. “Ci sono ministri che non hanno la minima idea di cosa significhi la sfida ambientale” – continua – “e quindi, visto che il ministero dell’Ambiente è uno dei più deboli, è facile capire chi vince. C’è anche il problema grosso dei fondi: se la coperta è corta, tutte queste scelte ambientali alla fine sono le ultime, le Cenerentole per le quali non ci sono mai i soldi. Quindi, il risultato finale è che non si conclude nulla. Ma non avviene solo in Italia: il 28 agosto in Francia si è dimesso il ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot, un grandissimo ambientalista, perché dopo un anno non riusciva a far nulla”.
Mercalli si pronuncia sulle critiche recenti di Salvini agli “ambientalisti da salotto: “Ora c’è questa volontà di complottismo, come nel caso delle scie chimiche che non hanno nessun supporto scientifico e che sono una bufala. Però questa tendenza è comoda. Quello è l’ambientalismo da salotto di cui parla Salvini, quello è l’ambientalismo dannoso. C’è quindi da chiedersi: se la Cia manipola il clima o le tempeste ultime in Italia sono state provocate dagli americani, allora perché ci sono ancora gli uragani e le alluvioni in America? Se sono così bravi, allora si tolgano almeno queste sciagure a casa loro”.
Il climatologo spiega poi dettagliatamente il cambiamento climatico: “I segni ormai sono ampiamente certificati da tutta la scienza internazionale. Il dato fondamentale è l’aumento della temperatura, il pianeta si è riscaldato di un grado nell’ultimo secolo. Le Alpi si sono scaldate di quasi 2 gradi nell’ultimo secolo. Per quanto riguarda questi eventi estremi tempestosi, ci sono sempre stati, il riscaldamento globale può intensificarli ma è difficile dire quanto incida. Di sicuro il Mar Tirreno quest’anno è molto più caldo e quindi un mare più caldo dà maggiore umidità disponibile per piogge estreme. Non c’è più tempo, il punto di non ritorno sul clima l’abbiamo passato negli anni ‘60. Il danno è già fatto, oggi abbiamo nelle nostre mani la possibilità di ridurre l’entità del danno futuro”.
E sullo scetticismo del premio Nobel alla fisica, Carlo Rubbia, osserva: “Lui non è un climatologo ma un fisico. E’ come se io parlassi del Bosone di Higgs. Il parere di Rubbia su questo tema è come il parere di una persona qualsiasi che parla per strada”.
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