Dicono che per loro è una “beffa“. Per questo motivo chiedono al governo di mantenere gli impegni: varare una riforma della prescrizione. È l’appello lanciato da Comitato nazionale familiari delle vittime “Noi non dimentichiamo”. Mentre Lega e Movimento 5 stelle continuano a scontrarsi sulla modifica inserita nel ddl Anticorruzione, sul tema intervengono anche gli esponenti dell’associazione nata all’Aquila nel 2011, dopo il terremoto, per riunire i parenti delle vittime delle più grandi stragi italiane.
“La prescrizione viene percepita come una vera e propria ‘beffa’ da noi e suona come una sconfitta anche per lo Stato, che non riesce ad assicurare giustizia. Per questo sollecitiamo una riforma che renda inoperante il decorso del periodo prescrizionale dal momento in cui lo Stato esercita una pretesa punitiva nei confronti di un soggetto”, scrivono i membri del Comitato. Una richiesta messa nero su bianco che, come denuncia l’associazione, lo scorso giugno era stata presentata ad Alfonso Bonafede e accolta dal ministro molto positivamente. Che infatti ha poi presentato un emendamento al ddl Anticorruzione. “Questo Governo sia coerente con quanto promesso e mantenga la parola data davanti a molti familiari di vittime delle più grosse stragi consumate in Italia – ricorda il comitato – non per fatalità ma per accertata incuria, imperizia e negligenza”.
“Il ‘diritto all’oblio’ – si legge ancora nel documento diffuso – può certamente valere per i reati minori, ma non può essere considerato per i casi di particolare allarme sociale”. Il riferimento è ai reati ambientali e ai disastri colposi, le tematiche principali che muovono il Comitato. “L’azione penale, una volta esercitata, deve concludersi comunque con una pronuncia di merito, nell’interesse di tutti, vale a dire delle vittime, della società e dello stesso imputato”, concludono i familiari delle vittime delle stragi. Ma non solo la prescrizione. Nel documento presentato a Bonafede, il Comitato tratta anche altri argomenti come quello della prevenzione dei disastri, dell’accelerazione dei processi e la richiesta dell’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta, dedicata ai disastri colposi.