L’Associazione nazionale magistrati promuove l’esecutivo: “Lo abbiamo sempre detto che la modifica della prescrizione si deve fare insieme a una riforma più ampia e complessiva del processo penale e lo abbiamo ribadito più volte in questi giorni”.Piercamillo Davigo spiega come funzionerà la nuova legge con una battuta: “Vedremo gli effetti quando sarò morto, funzionerà da qui all’eternità”. L’Unione delle Camere penali, da parte sua, ha proclamato quattro giorni di sciopero, da martedì 20 a venerdì 23 novembre. Sono variegate le reazioni degli addetti ai lavori sull’accordo tra M5s e Lega che farà entrare in vigore la nuova norma sulla prescrizione solo nel 202o, solo dopo la riforma del processo penale.
“Ora il Governo appare orientato ad operare nel percorso da noi sempre sostenuto, quello di non lasciare isolata la modifica della prescrizione che, di per sè, non sarebbe affatto utile. A questo punto, però, attendiamo di vedere quali saranno i progetti di riforma e siamo pronti, come sempre, a fornire il nostro contributo tecnico di proposte per snellire le procedure e accelerare i processi per rendere davvero più efficiente il sistema”, dice il presidente dell’Anm, Francesco Minisci.
“La prescrizione è una norma di diritto sostanziale, quindi si applica ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della norma. Per questo se ne vedranno gli effetti solo tra molti anni”, dice invece Davigo rispondendo ad una domanda a margine del plenum del Csm. “È giusto che il tema della prescrizione sia trattato in un quadro organico di riforma del processo. Fare un semplice intervento sulla prescrizione sarebbe stato riduttivo”, dice il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli, David Ermini. “Siamo pronti a dare un parere sull’anticorruzione e anche sulla riforma del processo. Immagino che il ministro ce lo chiederà”, aggiunge Ermini.
Molto diversi i toni degli avvocati penalisti. “Le forze di Governo stanno dimostrando di voler pervicacemente perseguire, attraverso l’adozione di ulteriori iniziative parlamentari, l’obiettivo della abrogazione della prescrizione, addirittura iscrivendola in una minacciosa prospettiva di generale riforma del processo, le cui premesse sloganistiche sono già sufficienti a dare il segno di una dissennata deriva giustizialista e populista. E ciò – affermano i penalisti- senza alcun confronto con la comunità dei giuristi che nel suo insieme ha espresso la contrarietà a tale modo di operare”. Nel mirino dell’Ucpi non c’è solo la prescrizione ma anche la riforma della legittima difesa che evoca la “legittimità di forme di giustizia privata” e del giudizio abbreviato, con cui non potranno più essere definiti i procedimenti per reati puniti con l’ergastolo: un intervento che “tende ancora una volta ad individuare nel processo uno strumento di vendetta sociale”. E infine, il decreto Sicurezza, che contiene una “svolta autoritaria” con l’abolizione della protezione umanitaria” e il trattenimento prolungato nei centri di permanenza.