L’accordo c’è, ma la riforma entrerà in vigore nel gennaio 2020. È questa la sintesi trovata nel vertice tra il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel vertice a Palazzo Chigi che ha risolto lo stallo sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. La riforma della prescrizione, ha spiegato il Guardasigilli, resta nel ddl anticorruzione e “andrà in Aula la prossima settimana” ma “entrerà in vigore assieme alla riforma del processo penale” che verrà scritta dal ministero attraverso una legge delega in scadenza nel dicembre 2019. Un mese dopo, la norma sulla prescrizione diventerà operativa. Sotto il profilo pratico, insomma, se ne parlerà tra 14 mesi. E sarà così “anche se dovesse cadere il governo”, ha sottolineato il ministro Riccardo Fraccaro. La conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito che il ddl Anticorruzione, tornerà in aula il 19 novembre per la discussione generale, mentre il 20 e 21 novembre si procederà all’esame e alla votazione degli emendamenti.
Salvini: “Tempi certi”. Di Maio: “Basta impuniti” – Il provvedimento “resta com’è” e si tratta del “primo passo di una riforma epocale della giustizia”, ha spiegato Bonafede. La mediazione, racconta Salvini al termine del vertice, “è stata positiva”, tant’è che l’ accordo è stato trovato in mezz’ora. “Voglio tempi brevi per i processi. In galera i colpevoli, libertà per gli innocenti”, ha aggiunto il vicepremier leghista annunciando – come fatto anche dalla ministra della Pa, Giulia Bongiorno – che di fatto la norma entrerà in vigore nel gennaio 2020. La legge delega, che scadrà a dicembre del 2019, “sarà all’esame del Senato la prossima settimana”, ha aggiunto il leader del Carroccio. “Ottime notizie! Basta impuniti! La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione! E entro l’anno prossimo faremo anche una riforma del processo penale. Processi brevi e con tempi certi. Finalmente le cose cambiano davvero!”, è stato invece il commento del vicepremier Luigi Di Maio. “Non c’è chi ha perso o chi ha vinto, ma piena sintonia. Noi abbiamo chiesto sempre un collegamento tra prescrizione e durata certa dei processi. E cosi è”, ha detto invece Bongiorno.
Il voto in Commissione – Intanto si è chiusa con un voto contestato la seduta delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera chiamate a votare l’allargamento del perimetro del ddl anticorruzione alla prescrizione. Forza Italia, con Enrico Costa aveva chiesto che fosse presente il ministro Bonafede per spiegare i motivi che lo hanno spinto a “mettere la bomba della prescrizione nel disegno di legge” anticorruzione. Il Pd, con diversi suoi deputati, ha protestato per la convocazione dell’ufficio di presidenza di mercoledì sera fatta solo 15 minuti prima. Poi, con una serie di interventi sull’ordine dei lavori, i deputati di Fi e del Pd hanno praticato una sorta di ostruzionismo per ritardare l’inizio della discussione in attesa del ministro Bonafede.
“È nullo”. Rissa sfiorata – Nel corso dei lavori è stata anche sfiorata la rissa e solo l’intervento dei commessi ha evitato il contatto fisico tra alcuni esponenti delle opposizioni e quelli della maggioranza. Il parapiglia si è scatenato perché “non è stata indetta la votazione – ha detto Gennaro Migliore del Pd – né chiarito l’oggetto della deliberazione”. Motivo per il quale viene richiesta la nullità del voto. Analoghi i rilievi di Forza Italia, ancora con Enrico Costa e Francesco Paolo Sisto, di Fdi con Gianni Donzelli, Ciro Maschio e Carolina Varchi. Ad un certo punto, le dichiarazioni di Bonafede sono state inserite nel circuito audio della Commissione: “Visto che il ministro si è rifiutato di venire in Commissione a parlarci della prescrizione, lo abbiamo portato noi tramite Facebook“, ha detto Donzelli spiegando la propria iniziativa di diffondere nel circuito audio la diretta di Bonafede. Mentre i deputati di Forza Italia hanno occupato i banchi del governo alla Camera, provocando la sospensione della seduta. “Vergogna, vergogna”, hanno urlato. Il Pd e anche Fi, attraverso Emanuele Fiano e Sisto, hanno chiesto lo stop ai lavori “fino ai lavori della capogruppo“.
di Manolo Lanaro e Alberto Sofia
Luigi Di Maio al Fatto – L’accordo sulla riforma della prescrizione “si deve trovare” aveva spiegato Di Maio in un’intervista al Fatto Quotidiano perché il ddl “con la prescrizione va votato in aula alla Camera il prima possibile“. Il vicepremier aveva annunciato: “La quadra va trovata, altrimenti salta il contratto di governo“. “La prescrizione – sottolineava il leader del M5S – è nel contratto e va fatta. Il tema è che quando non ci confrontiamo io e Salvini direttamente aumenta la tensione”. Di Maio aveva quindi parlato anche dei dissidenti del M5s che sono usciti dall’aula prima del voto sul decreto sicurezza: “Ho trovato questo comportamento non proprio da cuor di leoni. Hanno avuto paura di votare contro il governo, e ci hanno portato a mettere la fiducia”. Saranno espulsi? “Saranno i probiviri a decidere. E la procedura riguarderà tutti i comportamenti di questi giorni”. Dopo le parole del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, Di Maio parla anche del reddito di cittadinanza: “Noi stiamo facendo una corsa contro il tempo, perché tanta gente non ce la fa più. Bisogna essere convinti di quello che è nel contratto di governo. E sono convinto che il Carroccio e i suoi elettori siano convinti del reddito di cittadinanza”.
Colletti: “Così è cagata pazzesca” – Contrario all’accordo è, però, è il deputato del M5s Andrea Colletti. “Una cagata pazzesca”, è come ha definito l’entrata in vigore della riforma sulla prescrizione a gennaio 2020 il parlamentare, che di professione fa l’avvocato.. “Non ha senso – spiega- farla entrare in vigore dopo. Tanto vale farla entrare in vigore subito, visto che gli effetti li vedremo nel 2024, più o meno. La prescrizione è un istituto di diritto sostanziale. Questo vuol dire che si applica non ai processi in corso, neanche alle indagini in corso, ma solo ai reati che vengono commessi dopo l’entrata in vigore. Quindi vedremo gli effetti della riforma, qualora dovesse entrare in vigore adesso, tra 5 anni. È inutile farla entrare in vigore dopo”. In un post su facebook Colletti aggiunge che l’entrata in vigore nel 2020 della riforma è “un errore politico” perché, “dopo la pantomima di ‘presentiamo l’emendamento/non lo presentiamò significa lasciare ancora più spazio ai voleri della Lega (e del suo alleato Berlusconi)”.
⇒ Leggi l’intervista integrale a Di Maio sul Fatto Quotidiano Premium
Politica
Prescrizione, Bonafede: “C’è l’accordo con la Lega, norma è nel ddl anticorruzione”. Ma entrerà in vigore nel gennaio 2020
Trovato l'accordo dopo le tensioni dei giorni scorsi e l'annuncio di Di Maio al Fatto ("Senza il provvedimento, salta il contratto di governo"). Compromesso raggiunto attorno all'entrata in vigore della riforma della prescrizione, operativa da gennaio 2020 insieme alla riforma del processo penale. Proteste in commissione per il voto sull'allargamento del ddl anticorruzione: rissa sfiorata. E Forza Italia occupa i banchi del governo alla Camera
L’accordo c’è, ma la riforma entrerà in vigore nel gennaio 2020. È questa la sintesi trovata nel vertice tra il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel vertice a Palazzo Chigi che ha risolto lo stallo sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. La riforma della prescrizione, ha spiegato il Guardasigilli, resta nel ddl anticorruzione e “andrà in Aula la prossima settimana” ma “entrerà in vigore assieme alla riforma del processo penale” che verrà scritta dal ministero attraverso una legge delega in scadenza nel dicembre 2019. Un mese dopo, la norma sulla prescrizione diventerà operativa. Sotto il profilo pratico, insomma, se ne parlerà tra 14 mesi. E sarà così “anche se dovesse cadere il governo”, ha sottolineato il ministro Riccardo Fraccaro. La conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito che il ddl Anticorruzione, tornerà in aula il 19 novembre per la discussione generale, mentre il 20 e 21 novembre si procederà all’esame e alla votazione degli emendamenti.
Salvini: “Tempi certi”. Di Maio: “Basta impuniti” – Il provvedimento “resta com’è” e si tratta del “primo passo di una riforma epocale della giustizia”, ha spiegato Bonafede. La mediazione, racconta Salvini al termine del vertice, “è stata positiva”, tant’è che l’ accordo è stato trovato in mezz’ora. “Voglio tempi brevi per i processi. In galera i colpevoli, libertà per gli innocenti”, ha aggiunto il vicepremier leghista annunciando – come fatto anche dalla ministra della Pa, Giulia Bongiorno – che di fatto la norma entrerà in vigore nel gennaio 2020. La legge delega, che scadrà a dicembre del 2019, “sarà all’esame del Senato la prossima settimana”, ha aggiunto il leader del Carroccio. “Ottime notizie! Basta impuniti! La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione! E entro l’anno prossimo faremo anche una riforma del processo penale. Processi brevi e con tempi certi. Finalmente le cose cambiano davvero!”, è stato invece il commento del vicepremier Luigi Di Maio. “Non c’è chi ha perso o chi ha vinto, ma piena sintonia. Noi abbiamo chiesto sempre un collegamento tra prescrizione e durata certa dei processi. E cosi è”, ha detto invece Bongiorno.
Il voto in Commissione – Intanto si è chiusa con un voto contestato la seduta delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera chiamate a votare l’allargamento del perimetro del ddl anticorruzione alla prescrizione. Forza Italia, con Enrico Costa aveva chiesto che fosse presente il ministro Bonafede per spiegare i motivi che lo hanno spinto a “mettere la bomba della prescrizione nel disegno di legge” anticorruzione. Il Pd, con diversi suoi deputati, ha protestato per la convocazione dell’ufficio di presidenza di mercoledì sera fatta solo 15 minuti prima. Poi, con una serie di interventi sull’ordine dei lavori, i deputati di Fi e del Pd hanno praticato una sorta di ostruzionismo per ritardare l’inizio della discussione in attesa del ministro Bonafede.
“È nullo”. Rissa sfiorata – Nel corso dei lavori è stata anche sfiorata la rissa e solo l’intervento dei commessi ha evitato il contatto fisico tra alcuni esponenti delle opposizioni e quelli della maggioranza. Il parapiglia si è scatenato perché “non è stata indetta la votazione – ha detto Gennaro Migliore del Pd – né chiarito l’oggetto della deliberazione”. Motivo per il quale viene richiesta la nullità del voto. Analoghi i rilievi di Forza Italia, ancora con Enrico Costa e Francesco Paolo Sisto, di Fdi con Gianni Donzelli, Ciro Maschio e Carolina Varchi. Ad un certo punto, le dichiarazioni di Bonafede sono state inserite nel circuito audio della Commissione: “Visto che il ministro si è rifiutato di venire in Commissione a parlarci della prescrizione, lo abbiamo portato noi tramite Facebook“, ha detto Donzelli spiegando la propria iniziativa di diffondere nel circuito audio la diretta di Bonafede. Mentre i deputati di Forza Italia hanno occupato i banchi del governo alla Camera, provocando la sospensione della seduta. “Vergogna, vergogna”, hanno urlato. Il Pd e anche Fi, attraverso Emanuele Fiano e Sisto, hanno chiesto lo stop ai lavori “fino ai lavori della capogruppo“.
di Manolo Lanaro e Alberto Sofia
Luigi Di Maio al Fatto – L’accordo sulla riforma della prescrizione “si deve trovare” aveva spiegato Di Maio in un’intervista al Fatto Quotidiano perché il ddl “con la prescrizione va votato in aula alla Camera il prima possibile“. Il vicepremier aveva annunciato: “La quadra va trovata, altrimenti salta il contratto di governo“. “La prescrizione – sottolineava il leader del M5S – è nel contratto e va fatta. Il tema è che quando non ci confrontiamo io e Salvini direttamente aumenta la tensione”. Di Maio aveva quindi parlato anche dei dissidenti del M5s che sono usciti dall’aula prima del voto sul decreto sicurezza: “Ho trovato questo comportamento non proprio da cuor di leoni. Hanno avuto paura di votare contro il governo, e ci hanno portato a mettere la fiducia”. Saranno espulsi? “Saranno i probiviri a decidere. E la procedura riguarderà tutti i comportamenti di questi giorni”. Dopo le parole del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, Di Maio parla anche del reddito di cittadinanza: “Noi stiamo facendo una corsa contro il tempo, perché tanta gente non ce la fa più. Bisogna essere convinti di quello che è nel contratto di governo. E sono convinto che il Carroccio e i suoi elettori siano convinti del reddito di cittadinanza”.
Colletti: “Così è cagata pazzesca” – Contrario all’accordo è, però, è il deputato del M5s Andrea Colletti. “Una cagata pazzesca”, è come ha definito l’entrata in vigore della riforma sulla prescrizione a gennaio 2020 il parlamentare, che di professione fa l’avvocato.. “Non ha senso – spiega- farla entrare in vigore dopo. Tanto vale farla entrare in vigore subito, visto che gli effetti li vedremo nel 2024, più o meno. La prescrizione è un istituto di diritto sostanziale. Questo vuol dire che si applica non ai processi in corso, neanche alle indagini in corso, ma solo ai reati che vengono commessi dopo l’entrata in vigore. Quindi vedremo gli effetti della riforma, qualora dovesse entrare in vigore adesso, tra 5 anni. È inutile farla entrare in vigore dopo”. In un post su facebook Colletti aggiunge che l’entrata in vigore nel 2020 della riforma è “un errore politico” perché, “dopo la pantomima di ‘presentiamo l’emendamento/non lo presentiamò significa lasciare ancora più spazio ai voleri della Lega (e del suo alleato Berlusconi)”.
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Prescrizione, Bonafede: “Norma rimane in ddl Anticorruzione, ma entrerà in vigore tra un anno. Governo compatto”
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Vertice Ue, veto di Orban su sostegno a Kiev. Zelensky: martedì summit tra i “volenterosi”. Meloni: “Riarmo? Termine non chiaro. No all’uso dei fondi di coesione”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.