La Procura di Roma ha chiesto di condannare a 4 anni e sei mesi di carcere Raffaele Marra, ex capo del personale del Comune di Roma, accusato di corruzione per la compravendita di un appartamento. Il processo riguarda i quasi 400mila euro che Marra avrebbe ricevuto dal costruttore Sergio Scarpellini nel 2013 per l’acquisto di un appartamento a Roma nella zona di Prati Fiscali poi intestato alla moglie. Il pm Barbara Zuin, nel corso della requisitoria durata circa due ore, ha chiesto inoltre la confisca dell’appartamento oggetto della presunta corruzione e di non concedere le attenuanti generiche per Marra. Lo scorso luglio la posizioni di Scarpellini, imputato per concorso in corruzione, è stata stralciata alla luce delle gravi condizioni di salute dell’imprenditore. “Il cuore del processo sta nel capire se questa dazione sia stata un prestito tra amici o invece il ‘prezzo’ per piegare la pubblica funzione di Marra agli interessi del costruttore Scarpellini, se fra i due ci sia stato un rapporto di amicizia o di corruzione” ha affermato in aula il sostituto procuratore.
Marra e Scarpellini erano stati arrestati alla fine del 2016. L’ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi è rimasto in carcere per circa 4 mesi, ai quali si è aggiunto anche un periodo ai domiciliari. Attualmente sia lui sia Scarpellini sono liberi. Entrambi hanno sempre respinto l’accusa sostenendo che costituiva un semplice prestito. “Quei soldi – spiegò l’ex capo del Personale del Campidoglio – erano per mia moglie. Il denaro sarebbe stato restituito, io ho fatto solo da mediatore e mi sono rivolto a un amico per avere quella cifra”. “Marra non avrebbe potuto fare nulla per me quando era al Comune di Roma – fu la giustificazione dell’immobiliarista – Non sapeva nulla dei miei rapporti professionali con il Campidoglio”.
E’ attesa per sabato, 10 novembre, la sentenza nel processo con rito abbreviato che vede la sindaca di Roma Raggi imputata per falso per nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, a direttore del dipartimento Turismo.