La nuova norma sulla prescrizione? “Non è legata alla riforma del processo penale“. Assolutamente no. “Le due riforme sono strettamente collegate“. Peggio ancora: “Se non entra in vigore la riforma della giustizia allora la prescrizione non c’è“. Nel day after dell’accordo di governo, le opinioni dei ministri della Lega e del Movimento 5 stelle sulla prescrizione rimangono tutt’altro che simili. “L’accordo politico è che va fatta la riforma del processo penale e che la delega deve avvenire entro dicembre 2019. Ma nella legge Anticorruzione che entra in vigore a gennaio non c’è alcun collegamento con altre leggi. Quella entra in vigore comunque”, sostiene il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, a Radio Capital.
Un peniero completamente opposto a quello di Matteo Salvini. “La riforma della prescrizione c’è nel contratto. Sarà una parte della coraggiosa riforma del processo penale. Ci sono milioni di italiani che attendono giustizia da sei, sette, otto anni. La nostra preoccupazione era che togliere la prescrizione tout court allungasse i tempi all’infinito, abbiamo detto che la prescrizione va bene all’interno della riforma del processo penale che entra in vigore, uno o due mesi prima”, è il ragionamento del leader della Lega. Che poi però dà il suo aut aut: “Se entra in vigore la ‘riformona‘ uno o due mesi prima allora entra in vigore la prescrizione. Se non c’è la ‘riformona’, la prescrizione non c’è“. A scanso di equivoci il leader della Lega ripete: “Se io facessi entrare in vigore oggi la prescrizione sarebbe un disastro: i tribunali salterebbero, i processi arriverebbero a durare 20 anni”. Parole completamente diverse da quelle del guardasigilli, che replica a stretto giro.
“La riforma del processo penale deve essere conclusa entro il dicembre 2019. Cosa sarà della prescrizione se non ci riuscissimo? Io non prendo in considerazione questa ipotesi perché i cittadini non possono aspettare. A gennaio 2020 avrà effetto la legge sulla prescrizione, che però viene approvata adesso”, dice Bonafede a Tagadà definendo quella di ieri come “un primo passoma se ieri Forza Italia ha occupato i banchi del governo allora vuol dire che la strada è giusta”. Il guardasigilli in ogni caso predica ottimismo. “Se abbiamo ceduto a Salvini? Assolutamente no. Rispetto le critiche dei singoli parlamentari, ma conosco la volontà del gruppo del M5S. Mi interessa che dopo il primo grado di giudizio uno stupratore non finisca impunito“, dice il guardasigilli. “Prezzo troppo alto finora da alleanza con Lega? No, abbiamo portato una rivoluzione in Italia. Da ministro della Giustizia mi interessa che non ci siano sanatorie su reati o impunità”, ha aggiunto. Soddisfatto dell’intesa con Salvini è Luigi Di Maio. “Mi sono svegliato bene dopo l’accordo, mi soddisfa totalmente, perché l’obiettivo di riformare la prescrizione è sempre stata un obiettivo del M5s per fermare i furbetti. Allo stesso modo sapere che il 2019 sarà l’anno del processo penale è importante”, ha detto il vicepremier.
L’alleato leghista però ha una visione diversa. A ribadirla è Giulia Bongiorno secondo la quale prescrizione e riforma del processo penale “sono norme collegate l’una all’altra. La prima entra in vigore quando la seconda sarà in vigore. Punto. Altrimenti rischiamo di innescare di nuovo la bomba atomica. Io, comunque, dico che ce la faremo”, dice invece al Corriere della Sera la ministra della Pubblica amministrazione del Carroccio. Ma Bongiorno non aveva definito la nuova norma come “una bomba nucleare sui processi”? Adesso perché ha cambiato idea? “La clausola di collegamento tra questa norma che blocca la prescrizione dopo il primo grado e la legge che ridurrà i tempi dei processi disinnesca quell’effetto bomba atomica che mi preoccupava molto perché oggi i processi hanno una durata infinita”, dice la storica avvocata di Giulio Andreotti. O la norma della prescrizione entra in vigore in ogni caso a gennaio del 2020. O sarà cancellata in caso di mancata approvazione di una riforma del processo penale. Delle due, l’una.