Scienza

Medulloblastoma, scoperta una piccola molecola possibile arma contro il tumore al cervello più frequente nei bambini

Potrebbe permettere di usare un decimo delle dosi di chemio e radioterapia attualmente necessarie per trattarlo la molecola MiR-584-5p, scoperta dai ricercatori dell’UT Health San Antonio, di cui si parla in uno studio pubblicato sulla rivista Nature communications

È migliaia di volte più piccola di un gene, ma sembra capace di eliminare il medulloblastoma, il tumore al cervello più frequente nei bambini, e potrebbe permettere di usare un decimo delle dosi di chemio e radioterapia attualmente necessarie per trattarlo: è la minuscola molecola MiR-584-5p, scoperta dai ricercatori dell’UT Health San Antonio, di cui si parla in uno studio pubblicato sulla rivista Nature communications.

Questa molecola agisce rendendo il cancro più sensibile a chemio e radioterapia. “Allo stato attuale subissiamo il cervello con radiazioni e chemio – spiega Manjeet Rao, coordinatore dello studio – e i pazienti hanno una cattiva qualità di vita. Con questa molecola potremmo ridurre le terapie in modo considerevole, fino al 90%”.

MiR-584-5p si trova a livelli molto bassi o è assente nel medulloblastoma. Aumentando la sua quantità nelle cellule sane si tolgono al tumore i meccanismi che adopera per sopravvivere. L’altra cosa interessante di questa molecola è che nelle cellule del cervello si trova a livelli alti, mentre non è così negli altri tessuti. Perciò, se viene usata nel cervello come terapia per uccidere il tumore, avrà effetti trascurabili sulle cellule sane, perché l’hanno vista prima, e quindi potrebbero trattarla come qualcosa di non estraneo. Una terapia con questa molecola potrebbe quindi essere ben tollerata dai malati. Tra l’altro, essendo così piccola, questa molecola potrebbe riuscire ad oltrepassare la barriera sangue-cervello, che normalmente non riescono a superare i farmaci tumorali. Oltre al medulloblastona, MiR-584-5p potrebbe essere utile anche nel trattamento del glioblastoma, un tumore al cervello aggressivo e letale per gli adulti.

L’abstract su Nature