L'articolo di Martina Castigliani è stato pubblicato nell'edizione di marzo 2018 del nostro mensile diretto da Peter Gomez. Premiati ex aequo i giornalisti de l'Espresso Giovanni Tizian e Stefano Vergine. Premio alla carriera a Lucia Annunziata. Il riconoscimento intitolato al giornalista Franco Giustolisi di cui oggi ricorre il quarto anniversario dalla scomparsa
L’inchiesta “Nomi falsi e case protette. Il servizio segreto che salva le ragazze dai matrimoni combinati” di Martina Castigliani (leggi qui) ha vinto il premio Franco Giustolisi “Giustizia e verità” ex aequo con i giornalisti Giovanni Tizian e Stefano Vergine de l’Espresso. L’articolo è stato pubblicato nel numero di marzo 2018 di Fq MillenniuM, il nostro mensile diretto da Peter Gomez. Il premio alla carriera è andato a Lucia Annunziata. Il Premio speciale “Franco Giustolisi – Fuori dall’Armadio”, promosso dalla presidenza del Senato della Repubblica, è stato attribuito ad Alessio Zucchini, Tg1. Premio speciale della giuria “Una Vita per il giornalismo” ex aequo a Toni Mira, Avvenire, e a Carlo Paris, corrispondente Rai. Premio letterario ex aequo a Jacopo Iacoboni, La Stampa, e a Pablo Dell’Osa. Assegnate infine menzioni speciali a Fausta Speranza (Radio Vaticana) ed a Maurizio Di Schino (Sat 2000).
L’annuncio è stato accompagnato da un messaggio della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Sono lieta ed onorata di poter dar seguito al percorso che vede il Senato patrocinare, anche quest’anno, il Premio Speciale Franco Giustolisi – Fuori dall’Armadio. E’ un riconoscimento che premia il talento, la fatica ed il coraggio di un giornalismo troppo spesso dimenticato, quale è quello d’inchiesta. Premiamo così un lavoro di ricerca e di testimonianza che si ispira al valore delle libertà contro ogni ingiustizia”.
Il Premio, nato nel 2015 grazie all’iniziativa del Comune di Stazzema, ha conosciuto poi, nel 2016, una seconda edizione a Marzabotto: entrambi i Comuni hanno conosciuto la furia e la barbarie nazifascista e soltanto grazie all’impegno, alla tenacia e al desiderio di rendere giustizia di Franco Giustolisi (di cui oggi ricorre il quarto anniversario della scomparsa), la verità è finalmente emersa. Giustolisi, dopo vent’anni di minuzioso lavoro di indagine, la documenta nel libro “L’armadio della Vergogna” (Nutrimenti). La città di Boves – prima vittima delle rappresaglie tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, proprio a ridosso dell’Armistizio dell’8 settembre, il 19 settembre 1943 – ha poi ospitato la terza edizione (2017) del Premio. Mentre l’edizione di quest’anno si tiene a Capistrello, Comune capofila dell’associazione “I trentatré martiri”. Capistrello è stata teatro di uno dei crimini più feroci compiuti in Italia dai nazi-fascisti. Era il 4 giugno 1944 quando 33 vittime innocenti, pastori ed allevatori, vennero fermate e condotte nella rimessa della stazione ferroviaria dove furono fucilate. Delle 33 vittime, solo 25 vennero identificate. “La barbarie di quel giorno non può finire nel dimenticatoio. Abbiamo il dovere di coltivare la memoria storica affinché un simile orrore non si ripeta mai più”, sottolinea il Sindaco di Capistrello Francesco Ciciotti.
La giuria del premio era così composta: Sandra Bonsanti, presidente, Roberto Martinelli, presidente onorario, Daniele Biacchessi, Marzio Breda, Silvia Garambois, Livia Giustolisi, Bruno Manfellotto, Marcello Masi, Virginia Piccolillo, Marcello Sorgi, Luigi Vicinanza, Lucia Visca. La data della cerimonia di premiazione è fissata per il 12 gennaio 2019 ad Avezzano.