“Basta con questi due”. “Avete rotto, non potete continuare a parlare sempre di loro”. Questi i commenti tipo che compaiono puntualmente sotto gli articoli o i video che hanno come protagonista la coppia del momento, quella formata da Asia Argento e Fabrizio Corona.
Peccato però che dopo pochi minuti, questi i pezzi tanto vituperati sono letti, lettissimi, anzi i più letti tra tutti quelli pubblicati, su ogni possibile argomento. Per fare un esempio (la lista potrebbe essere lunga, ma siamo forse noi appassionati di liste?), Fabrizio Corona che racconta il primo approccio amoroso con la Argento ha raggiunto il mezzo milione di pagine viste. Cosa strana, la psiche. Anni e anni di studi e trattati filosofici e poi la stragrande maggioranza del Paese legge, più o meno di nascosto, la ‘narrazione novità’ degli ultimi giorni. Vera? Costruita a tavolino? Alla gente sembra importare pochissimo.
Quella tra Argento e Corona pare lo spin off di Temptation Island, dove al posto del mare ci sono le vie di Milano e a sostituire le verande stellate ci pensano gli abitacoli delle loro automobili. Il succo, però, è lo stesso: a nessuno interessa il criterio di verosimiglianza. Nel reality di Canale5 il pubblico si trova di fronte a intrecci passionali, coppie sfasciate, amorazzi e veri legami: tutto recitato? Pazienza. E’ meglio di una soap, e ammicca alla realtà.
Così come nel neonato amore tra i due, quel che conta è che lo spettacolo sia avvincente e possa dare il via al commento facile, positivo o negativo che sia. Argento e Corona, intanto, si chiamano “amore”, si paragonano scherzando a “Madonna e Sean Penn“. Lei, molto bella e a suo agio, ridacchia, sembra divertirsi: se sia per il gioco o per l’inebriante passione chi lo sa. Quel che è certo è che la coppia attrae una grande quantità di pubblico.
Così le ospitate di lui nei programmi tv si moltiplicano e lei si ritrova non più “spaesata” dopo la “cacciata” da XFactor. Sì, perché nel 2018 la professione di “innamorato” esiste, eccome, e sembra essere anche un lavoro fruttuoso, “di prospettiva”. Attentiamo le prime scaramucce, le riappacificazioni e tutto quello che una storia deve “regalare” al pubblico che la segue. In questa realtà-non realtà fatta di social network, storytelling (qualcuno metta fuorilegge questa parola, per favore), e vita vera.