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Dl Genova, governo battuto su Ischia in commissione: decisivi De Falco e Nugnes del M5s. Di Maio: “Fatto gravissimo”

Per la prima volta nella legislatura il governo va sotto in Parlamento. È successo al Senato, dove  le commissioni Ambiente e Lavori pubblici hanno votato gli emendamenti all'articolo 25 che disciplina le pratiche di sanatoria sull'isola campana. Tra i voti mancati alla maggioranza - sconfitta 23 a 22 - quello di De Falco che ha votato con l'opposizione. E quello dell'altra senatrice pentastellata Nugnes, che si è astenuta. Il vicepremier: "Caso già ai probiviri". La replica: "Facciamo solo funzionare il Parlamento"

Emendamento approvato. Per la prima volta da quando esiste il governo di Giuseppe Conte la maggioranza composta dal M5s e dalla Lega va sotto in Parlamento. È successo al Senato, dove le commissioni Ambiente e Lavori pubblici stavano votando gli emendamenti al dl Genova e nel dettaglio l’articolo 25 che disciplina il tanto contestato condono a Ischia dopo il terremoto. Decisivo il voto di Gregorio De Falco, il capitano noto alle cronache per aver intimato a Francesco Schettino di risalire a bordo della Concordia, eletto a Palazzo Madama dal Movimento 5 stelle. Ma anche quello della senatrice pentastellata Paola Nugnes che si è astenuta. Furibonda la reazione dei vertici del M5s: “Hanno tradito l’impegno preso con i cittadini”, dice il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli. “Fatto gravissimo. De Falco e Nugnes sono già sotto procedura dei probiviri“, dice Luigi Di Maio alla fine del consiglio dei ministri. “Stiamo solo cercando di far funzionare il Parlamento”, è la replica di Nugnes.

I due dissidenti – Ma andiamo con ordine. A passare è stato l’emendamento 25.12 che chiede di sopprimere la parte per cui alle istanze di condono si applichino le norme della legge 28 febbraio 1985 numero 47, cioè la sanatoria Craxi. La modifica al decreto Genova è passata con 23 voti contro 22. Tra i voti mancati alla maggioranza quello di De Falco, che ha votato con l’opposizione, e quello di Nugnes, che invece ha optato per l’astensione. I due sono i senatori che (insieme a Elena Fattori, Virginia La Mura e Matteo Mantero) si erano astenuto al voto di fiducia sul decreto Sicurezza.

De Falco: “Mio voto? No comment” – L’emendamento approvato è stato presentato dalla senatrice di Forza Italia Urania Papatheu e “mira a evitare che si applichino le norme del condono del 1985 perché le sanatorie del 1994 e del 2003 pongono dei limiti molto più restrittivi rispetto a quello del 1985”. In pratica Forza Italia ha fatto approvare una norma che riduce l’abusivismo edilizio. Interpellato sul suo voto, De Falco ha spiegato:  “L’emendamento in questione è stato presentato da Papatheu di Forza Italia ed era analogo a quello che avevo presentato io”. Ma lui ha votato o no con l’opposizione? “No comment”, è la risposta del capitano di fregata. Ad accusarlo formalmente, però, è il suo capogruppo. “Quello che è successo in commissione Lavori Pubblici – dice Patuanelli – non riguarda né il governo né la maggioranza, che è e resta solida. Riguarda solo due persone che hanno tradito l’impegno preso con i cittadini: Gregorio De Falco e Paola Nugnes. I lavori in commissione vanno avanti e in Aula correggeremo questa spiacevole stortura“. Vuol dire che domani la maggioranza rimetterà mano al testo quando il provvedimento arriverà nell’aula di Palazzo Madama.

Di Maio: “Gravissimo. Ai probiviri ” – Netta anche la dichiarazione del capo politico del M5s Di Maio. “Il voto dei due senatori del M5S, uno astenuto e uno che ha votato con Fi, è gravissimo: questo non è un caso isolato, sono diverse settimane che ci arrivano segnali di dissenso da parte di senatori che hanno firmato impegni con il M5s e che devono portare avanti il contratto di governo. De Falco e Nugnes sono già sotto procedura dei probiviri“, dice il leader da Palazzo Chigi dove ha riunito i ministri e i capigruppo del Movimento 5 stelle. L’incontro è uno dei tipici vertici del martedì sera dei 5 stelle ma in questo caso è stato convocato a Palazzo Chigi perché era da poco finito il Consiglio dei ministri: casualmente è arrivato subito dopo il ko del governo. Alcune fonti fanno filtrare all’Adnkronos un concetto: “De Falco non vuole restituire. Vuole farsi cacciare. Questo è il punto”. Di Maio sembra accreditare questa tesi:  “Questo è periodo di restituzione di tagli di stipendio e mi auguro che tutti vogliano restituire i loro stipendi agli alluvionati perché questo è un periodo importante: stiamo per tagliare due milioni di euro degli stipendi dei parlamentari”, dice il vicepremier. Adesso per Nugnes si profila la sospensione, per De Falco invece l’espulsione dal Movimento. Ma entrambe le sanzioni comporterebbero l’immediata l’uscita dal gruppo al Senato, con probabile passaggio al Misto. Solo in un secondo momento arriveranno le sanzioni decise dal collegio dei probiviri, che riguarderanno non solo Nugnes e De Falco ma anche Fattori, Mantero e La Mura, cioè gli altri senatori che si erano astenuti sul dl Sicurezza.

Renzi e l’opposizione esultano – Esultano, invece, Matteo Renzi e il Partito democratico. “Oggi in Commissione il Governo è stato battuto sul condono edilizio. Voglio dire pubblicamente grazie ai senatori Cinque Stelle che hanno avuto il coraggio di votare contro questa schifezza”, scrive su Twitter l’ex premier. “Rinnovo l’appello a Conte e Salvini – continua Renzi – togliete la parte sul condono edilizio di Ischia dal decreto Genova e noi voteremo con voi. Ma stralciate la schifezza del condono. Di abusivismo si muore, basta”. A esprimere la posizione del Pd sull’articolo 25 era stato il senatore Salvatore Margiotta. “Il condono non è un’emergenza per noi, a noi fa venire il voltastomaco”.  “Il governo per la prima volta va sotto in commissione al Senato su una delle sue maggiori schifezze: il condono sul Dl genova”, è il post del capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci. “Alla prova dei fatti questo governo si dimostra debole e senza maggioranza”, dice Papatheu, autrice della norma contestata e passata a sorpresa.

L’iter parlamentare – A questo punto i tempi per il governo sul dl Genova si fanno stretti. “Sicuramente lo votiamo domani. Altrimenti decade, non c’è tempo”, aveva detto in giornata Patuanelli, che è uno dei relatori del provvedimento. Il decreto, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 settembre: deve essere convertito in legge entro il 27 novembre. Palazzo Madama lo approverà probabilmente domani inserendo una correzione per “sanare” l’emendamento delle opposizioni approvato in serata. Il decreto, però, dovrà poi tornare alla Camera per essere messo ai voti entro quattordici giorni. Senza ulteriori modifiche.