Luigi Vecchione, ricercatore di 43 anni, nel 2016 aveva presentato un esposto all'Anac evidenziando le irregolarità nella selezione della Sapienza per un posto da tecnico amministrativo di laboratorio. Poche ore prima di spararsi ha raccontato quanto successo alla squadra mobile
Si è tolto la vita, utilizzando una pistola che aveva assemblato lui stesso, dopo aver denunciato un concorso truccato. Ora la procura di Frosinone indaga per “istigazione al suicidio“. La vittima è Luigi Vecchione, ingegnere ricercatore 43enne di Alatri, che si è sparato mercoledì scorso. Una morte che i familiari hanno subito collegato alle vicende lavorative dell’uomo visto che lui stesso, come scrive Repubblica, nel biglietto di addio li ha salutati chiedendo di “consegnare le carte all’avvocato Testa”.
La storia inizia nel 2016 quando Vecchione viene bocciato a un concorso alla Sapienza di Roma per un posto da tecnico amministrativo di laboratorio. Una selezione che, secondo lo stesso ricercatore, è truccata. Così l’ingegnere decide di presentare un esposto all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, allegando anche una serie di file audio e alcuni documenti. L’email viene inviata il 9 giugno 2016. Vecchione ha 41 anni e già da sei lavora all’Università. Nel testo il ricercatore segnala all’Anac qualcosa che non va, una sorta di “muro invalicabile” con dietro una serie di irregolarità e un concorso con l’esito già scritto. L’Anticorruzione esamina la documentazione fornita a partire dal 4 ottobre. Nell’esposto Vecchione parla anche di progetti finanziati con fondi pubblici ed europei, mai realizzati. L’incartamento nello stesso anno viene trasmesso alla procura di Roma e di Viterbo. Secondo l’Anac infatti ci sarebbero elementi di competenza dell’autorità giudiziaria.
“Questa vicenda lo aveva segnato profondamente. Era nostra intenzione, proprio in questi giorni, presentare un’istanza a piazzale Clodio per capire se era stata aperta un’inchiesta e a che punto fosse”, ha spiegato il suo legale, Angelo Testa. Proprio poche ore prima di suicidarsi Vecchione, accompagnato dal suo avvocato, ha avuto un incontro con gli agenti della squadra mobile di Frosinone per “raccontare la sua vicenda e spiegare il suo disagio”. Così il 43enne poco prima di morire racconta quanto successo, a suo avviso, due anni fa. “Abbiamo partecipato in quattordici, ma il vincitore era stato già scelto e così i tre posti alle sue spalle. In nove si sono ritirati, io ho voluto insistere. Ero l’unico senza protezioni. Ha vinto la persona indicata e anche la classifica dal secondo al quarto è stata scritta in base alla precedente spartizione. Io sono arrivato a pari merito con il quarto, ma, più anziano, sono rimasto fuori dalla graduatoria. Solo io”, dice al capo della polizia. Sulla vicenda ora indagano i pm ciociari che, intanto, hanno disposto l’autopsia sul corpo dell’ingegnere , decidendo di aprire un fascicolo contro ignoti.