Nessuna variazione: il governo conferma di voler seguire la propria strada, come annunciato fin dall’inizio, e di non cedere nel dialogo con Bruxelles la cui strada, a questo punto, è sempre più in salita. La legge di bilancio non cambia: è infatti in soldoni la risposta del governo italiano alla Ue, che aveva dato tempo fino ad oggi per spiegare le deviazioni previste dalla manovra sugli obiettivi di deficit/Pil e riduzione del debito. “La manovra non cambia né nei saldi né nella previsione della crescita. Abbiamo detto chiaramente che ci impegniamo a mantenere il 2.4% di deficit, e il Pil all’1,5%” ma “reddito cittadinanza, riforma Fornero, soldi ai truffati dalle banche restano”, ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio subito dopo il consiglio dei ministri. Posizione confermata anche da fonti della Lega che ribadiscono come nella lettera di risposta a Bruxelles “il governo spiega le sue ragioni ma va avanti per la sua strada”.
Il Consiglio dei ministri ha avuto il compito di partorire la replica del governo italiano ai rilievi della Commissione europea sul draft budgetary plan, il documento programmatico di bilancio. Convocato alle ore 20.30, è iniziato con quasi mezz’ora di ritardo e terminato una decina di minuti dopo le ore 22. Ma che la linea del governo fosse rimasta la stessa lo si era capito già dopo il vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. I saldi e le stime di crescita della legge di bilancio “restano invariati“. Ma sono state “messe più risorse sul dissesto idrogeologico”, avevano confermato fonti di Palazzo Chigi già al termine dell’incontro.
La lettera del governo all’Unione europea sulla legge di bilancio è “di attacco e non di difesa”, spiega una fonte della Lega al termine del Cdm. Scendendo nella pratica, si sono “le clausole di salvaguardia e i controlli automatici sulla spesa già previsti (con monitoraggio dei conti pubblici ai fini correttivi)” per evitare che il deficit salga oltre il 2,4% qualora le previsioni di crescita del governo nella manovra non siano confermate e anche una nuova operazione di dismissione immobiliare. Dismissioni che “valgono l’1% del Pil“, riferiscono sempre fonti del Carroccio, oltre a sottolineare come sia “confermata la destinazione dello 0,2% degli investimenti al dissesto idrogeologico“.
“Il nostro obiettivo è tutelare i gioielli di famiglia ma allo stesso tempo di dismettere tutto quello che non serve dello stato di immobili o di tutti questi beni che sono di secondaria importanza”, ha risposto Di Maio a chi chiedeva maggiori dettagli sulle dismissioni immobiliari. “Deve essere chiara una cosa – ha ribadito – nel programma di dismissioni non ci sono i gioielli di famiglia. Stiamo parlando di immobili, di beni secondari dello Stato e sicuramente la dismissione avrà un effetto positivo per la riduzione del debito”.
“Per quanto riguarda eventuali clausole di salvaguardia il nostro obiettivo è il 2,4% di deficit perché crediamo nella crescita all’1,5%”, ha spiegato ancora Di Maio. “Non abbiamo aggiunto niente a quello che già leggete nella manovra di bilancio ma c’è l’impegno a mantenere quelli che sono i saldi indicati, quindi non facciamo i furbi sul deficit ma allo stesso tempo manteniamo gli impegni con gli italiani”, ha concluso.
La giornata
Già prima che il vertice cominciasse, con sullo sfondo il duro rapporto del Fondo monetario internazionale arrivato nel corso della giornata, ci aveva pensato Salvini a ribadire la linea: “Stiamo lavorando a una manovra che garantisce più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse non per tutti ma per tanti italiani. Se all’Europa va bene siamo contenti, sennò tiriamo dritto“. Alla domanda se la manovra cambierà, Salvini aveva risposto di no scuotendo la testa prima di entrare a Palazzo Chigi.
“Sulla manovra c’è qualcosa da modificare, ma non in base alle richieste di Bruxelles. Si cambia in base a quello che succede in Italia, ad esempio a causa del maltempo“, ha detto il vicepremier leghista in un’intervista al giornale Leggo rilasciata poco prima. “Stiamo facendo la conta dei danni e rischiano di essere 5 miliardi di euro. Quindi è chiaro che dobbiamo mettere più soldi alla voce investimenti sul territorio. Perché ce lo chiede la situazione”, ha aggiunto.