Riuscire a prevedere il meteo con precisione grazie a supercomputer che elaborano, in tempo reale, dati che arrivano da ogni parte d’Europa: si fa già e, dal 2019, lo si farà anche in Italia, a Bologna, dove il Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ma l’acronimo con cui se ne parla tecnicamente è Ecmwf, l’organizzazione intergovernativa che in Europa si occupa di previsioni meteorologiche a medio termine) porterà i suoi super calcolatori per l’elaborazione dei big data.
Cos’è – Il progetto è stato presentato oggi, al Tecnopolo di Bologna, un’area di 1100 metri quadrati di capannoni industriali (le pareti sono ancora coperte da bellissimi murales e si respira l’aria di un luogo abbandonato da anni) che un tempo erano adibiti all’impacchettamento delle sigarette. Al loro interno saranno istallati i datacenter che raccoglieranno informazioni meteorologiche da tutta l’Ue (la raccolta, in Italia, è realizzata dall’Aeronautica Militare), dotati della potenza di calcolo necessaria per elaborarli e rendere le previsioni meteo più precise.
I soldi – Un progetto che va avanti da anni. L’Italia ha partecipato alla gara internazionale nel 2016, l’aggiudicazione è arrivata a giugno del 2017: l’investimento del governo è di circa 40 milioni di euro, 12 milioni arrivano dai fondi regionali dell’Emilia Romagna per la riqualificazione energetica e infrastrutturale. In totale, quindi, si parla di 52 milioni di euro già appaltati. I lavori, infatti, dovrebbero concludersi entro il 2019: l’infrastruttura nei piani dovrebbe essere già operativa dal 2020.
Brexit – In realtà, i data center del centro sono già a Reading, in Gran Bretagna, dove c’è anche la sede principale dell’Ecmwf. Ufficialmente, infatti, Bologna è il luogo dove spostarsi per ingrandire la capacità di raccolta ed elaborazione. Tacitamente, però, si tratta del primo passo verso il trasferimento dell’ente in un possibile scenario post Brexit. Per un paio d’anni, i due supercomputer lavoreranno in parallelo. Poi, si sceglierà tra uno dei due.
Occupazione – “Al momento, nella fase di lancio, contiamo di occupare una ventina di persone”, ha spiegato Florence Rabier, direttore generale del Centro europeo. L’occupazione sarà proporzionale alla ricerca che si svolgerà nel tecnopolo. I lavori devono essere completati, i lotti – costruiti da Pierluigi Nervi pensando a una grande cattedrale industriale, dovranno essere adeguati sismicamente. Il tecnopolo si trova a poche centinaia di metri dalla centrale elettrica della Terna: “Il che – spiega l’assessore regionale per la scuola e la ricerca, Patrizio Bianchi – garantisce un costante afflusso di corrente elettrica, fondamentale per il funzionamento dei supercomputer”. “Si recupererà un bene architettonico di primaria importanza – ha detto l’assessore regionale alle attività produttive, Palma Costa – l’area sarà riqualificata e restituita ai cittadini. Dalla manifattura tradizionale o ‘pesante’ al super computer e ai big data”.
Cineca e Infn – L’Emilia Romagna concentra, oggi, il 70 per cento della capacità di super calcolo italiana. La regione ospita 81 laboratori della rete alta tecnologia, 14 centri di ricerca accreditati, 10 tecnopoli. Accanto al data center del centro europeo, negli stessi padiglioni, nasceranno anche altri due centri dati: quello del Cineca, il consorzio interuniversitario del ministero dell’Istruzione che riunisce 67 atenei e sette enti di ricerca e che attualmente è il maggiore centro di calcolo in Italia, e quello dell’Infn, l’Istituto Nazionale di fisica nucleare. Un lotto per cui sono stati stanziati 36 milioni di euro e che dovrà essere realizzato entro il 2021.
E ancora – Cinquantasei milioni di euro sono invece già stati stanziati per destinarli all’Enea, l’agenzia nazionale per l’energia, la nuova società inhouse dell’Emilia Romagna Arter, le biobanche di IOR, l’Istituto Ortopedico Rizzoli, e il Competence Center Big Data for Industry dell’università di Bologna. L’obiettivo della regione è riuscire a occupare anche l’ultima struttura, a ridosso dei padiglioni. Una sorta di palazzone definito lotto “Ballette” per il quale sarebbe già arrivata una proposta di Ibm per applicazioni nel campo dei servizi agli anziani.
E le previsioni meteo? – “Si pensi alle applicazioni nel campo della prevenzione dei disastri, nel turismo, nell’agricoltura – spiega ancora Bianchi -. Coordinare i dati che arrivano da ogni parte d’Europa permette di avere un quadro completo e di essere molto più precisi”. Attualmente, spiegano gli esperti del Centro, la precisione con cui si effettuano le previsioni meteo dipende dalla scala di grandezza che si considera. Su scala globale, ad esempio, la previsione è su un’area di qualche decina di chilometri. Mediamente, l’80 per cento delle previsioni a sette giorni sono accurate e oggi è possibile prevedere con precisione a quattro giorni di distanza in più rispetto a 40 anni fa. “La precisione aumenta di un giorno ogni dieci anni”, conclude Rabier. Un campo, insomma, in cui si può solo migliorare.