Comincia il secondo grado per 32 imputati del disastro che 9 anni fa provocò 32 morti. Non solo sarà "cancellato" il reato di incendio colposo, ma, se la corte non dovesse riconoscere l’aggravante del disastro sul lavoro, cadranno pure l’omicidio colposo plurimo e le lesioni gravi e gravissime. Intanto il dispositivo anti-deragliamento è ancora “facoltativo”
Un processo su uno dei disastri più gravi della storia recente che rischia di perdere per strada la maggior parte dei reati contestati agli imputati per prescrizione. E alle invocazioni dei familiari delle vittime perché questo non accada, si aggiunge la consapevolezza che la perdita di 32 vite e i danni non hanno di fatto migliorato la sicurezza. È in questo scenario che si torna in aula per l’inizio dell’appello per la strage di Viareggio: gli imputati sono 32 e tra loro ci sono (condannati in primo grado) vari ex manager di Ferrovie e delle altre società del gruppo (tra cui gli ex ad Mauro Moretti e Michele Mario Elia).
Quali capi d’accusa cadono in prescrizione e cosa resta in appello
Basterebbe questo per dipingere una sfida alla Davide contro Golia, se non fosse che, in questa battaglia, Davide ha anche una mano legata, dai lacci della prescrizione. Non solo in appello sarà “cancellato” il reato di incendio colposo, ma, se la Corte d’appello di Firenze non dovesse riconoscere l’aggravante del disastro sul lavoro, cadranno in prescrizione pure l’omicidio colposo plurimo e le lesioni gravi e gravissime. Resterebbe in piedi solo il disastro ferroviario. Una strage dopo la strage, per i familiari delle 32 vittime del 29 giugno 2009.
“Legge Viareggio”: i familiari delle vittime protagonisti della riforma della prescrizione
Il loro presidente, Marco Piagentini – che nell’incendio perse la moglie Stefania, 39 anni, e due figli, Luca e Lorenzo, 4 e 2 anni, riportando a sua volta ustioni su tutto il corpo – da anni chiede, invano, che gli imputati rinuncino alla prescrizione. Per la riforma, insieme ai comitati di altre stragi italiane, ha formulato delle proposte, per questo è stato chiamato in Commissione Giustizia, lunedì 12 novembre per un’audizione informale. Ma sulla “legge Viareggio”, così si chiamerà la riforma – un riconoscimento simbolico, visto che, non toccherà i fatti già avvenuti – il governo è spaccato in due. Da una parte, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S) spinge perché diventi operativa il prima possibile. Dall’altra, proprio Giulia Bongiorno vorrebbe rimandarla a una futura riforma del processo penale.
Per D’Apote, avvocato di Moretti, condanne gonfiate da “invidie, pulsioni collettive tanto astiose quanto ingiuste”
Il processo cambia nome: il primo imputato è stato freddato a colpi di pistola
Non potrà difendersi in appello l’imputato Salvatore Andronico, condannato in primo grado a 9 anni e 6 mesi per il ruolo rivestito, all’epoca dei fatti, come dirigente del settore sicurezza della divisione Cargo di Trenitalia. Andronico, che, per l’ordine alfabetico degli imputati, dava il nome al processo di Viareggio, è scomparso il 21 ottobre a Sesto Fiorentino, insieme al figlio di 31 anni, Simone, freddati da un vicino di casa, con pistola legalmente detenuta, per un futile motivo.
A nove anni dalla strage di Viareggio, non è cambiato quasi nulla