Sulla scia di Subterranean Homesick Blues di Bob Dylan, il videoclip che sta facendo il giro del web, mostra una quindicina di coppie gay e lesbiche con i versi della canzone scritti sui cartelli tenuti in mano
“Being who I am”. Un video musicale, un unico piano sequenza, una comunità che non si spezza nemmeno con tutto l’odio e le leggi liberticide della terra. Amy’s song è l’emozionante brano che Matt Simons ha scritto e interpretato per diffondere un messaggio d’amore, accettazione e uguaglianza. Sulla scia di Subterranean Homesick Blues di Bob Dylan, il videoclip che sta facendo il giro del web, mostra una quindicina di coppie gay e lesbiche con i versi della canzone scritti sui cartelli tenuti in mano. Mentre la cinecamera fluttua tra i protagonisti sparpagliati in un enorme hangar vuoto, qualche coppia si bacia, qualcun’altra si copre distrattamente il viso, altri sorridono, altri guardano l’obiettivo con sfida.
La canzone è ispirata alla vita della co-autrice del testo Amy Kuney, che appare in mezzo ad una quarantina di membri della comunità LGBTQ+. “Does your God really give a damn / Does it make her less of a woman / Does it make him less of a man / Being who I am”, canta Simons che ha poi spiegato: “Amy è una delle persone più coraggiose che conosca. Spero che questo brano possa raggiungere tutte le persone che si sentono abbandonate dalle loro famiglie o dalle loro comunità e possa aiutarle a sentirsi meno sole nel mondo”. Il video è diretto da Kris Pouw e il ricavato verrà interamente devoluto alla United Nations Foundation per le iniziative relative all’uguaglianza.