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Ultimo aggiornamento: 8:38 del 14 Novembre 2018

Bosnia, siriano soccorre migranti feriti al confine con la Croazia. La denuncia: “Ecco cosa ci fa la polizia”

Bosnia, siriano soccorre migranti feriti al confine con la Croatia: "Ecco cosa ci ha fatto la polizia"
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Il video è stato girato alcuni giorni fa da un giovane siriano, mentre si trovava nei boschi al confine tra la Bosnia e la Croazia, nel tentativo di raggiungere l’Europa e chiedere asilo. Ed è stato diffuso dai volontari di No Name’s Kitchen e dagli attivisti di Are you serious?, per “denunciare le violenze delle polizia croata sui migranti”. Mentre cammina nella foresta insieme a un gruppo di altri 4 stranieri, il ragazzo sente delle urla. “Sono i migranti picchiati dai croati”.  Così decide di soccorrerli. Uno dei due, come si vede nel video, perde sangue dal volto, mentre l’altro è immobilizzato a terra perché, racconta, colpito alle caviglie dagli agenti di frontiera.  In seguito, il migrante siriano ha raccontato ai volontari di aver visto la polizia croata trasportare diversi stranieri con un furgone, picchiarli e poi abbandonarli nel bosco. “Voci e pianti così non ne avevo mai sentiti nella mia vita”. Dopo aver aiutato il gruppo ferito, il ragazzo siriano ha scelto di tornare indietro in Bosnia, verso il campo di Velika Kladusa, per ritentare il viaggio alcuni giorni dopo.

Dall’inizio dell’anno in Bosnia sono arrivati circa 20mila migranti. Come documentato anche dal Fatto.it, la maggior parte di loro si trova in campi a Bihac e a Velika Kladusa, due città al confine con la Croazia. Qui famiglie con bambini, minori e uomini soli dormono accampati in tende, esposti al freddo e alla pioggia, o in edifici fatiscenti e abbandonati. Tutti sono in attesa di provare “il game“, ossia il cammino verso l’Europa attraverso i boschi. L’obiettivo è raggiungere la Germania, l’Italia o i paesi nordeuropei, cercando di non farsi catturare dalla polizia croata. “Ci picchiano, ci rubano i soldi e ci distruggono i cellulari” sono i loro racconti. Alcuni di loro hanno decine di tentativi alle spalle. E sulla pelle i segni e i lividi dei loro viaggi.

Il filmato è stato gentilmente concesso dal collettivo Gipsy Kokè.

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