Le commissioni Affari costituzionali e giustizia hanno approvato la misura del ddl che continua il suo percorso a Montecitorio. Di Maio: "Grande risultato di Bonafede". Tensione con le opposizioni per le nuove richieste di modifica presentate dai relatori. Passa l'emendamento Fi che esclude l’abuso d’ufficio aggravato dall’elenco dei reati per i quali si prevede l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione
C’è il primo via libera al daspo a vita per i condannati per corruzione. Le commissioni Affari costituzionali e giustizia della Camera hanno approvato la norma del ddl Anticorruzione, il provvedimento che nei giorni scorsi ha provocato non poche tensioni dentro il governo e in particolare sul tema della prescrizione.
Tra le altre cose oggi è stato approvato anche un emendamento che stabilisce una diminuzione delle sanzioni in caso di circostanza attenuante speciale. Per una serie di reati come peculato, corruzione e concussione, la pena accessoria dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione avrà una durata tra 5 e 7 anni per condanne fino a 2 anni di reclusione; il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione diventa perpetuo per condanne superiori a due anni di reclusione. La condanna per gli stessi reati comporta anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Queste due pene accessorie, tuttavia, scendono (da uno a cinque anni) “quando ricorre la circostanza attenuante prevista dall’articolo 323-bis, secondo comma”, vale a dire quando il soggetto condannato “si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati per l’individuazione degli altri responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite”.
Grande successo del nostro ministro della giustizia @AlfonsoBonafede. Una nostra battaglia vinta! Ma soprattutto una grande vittoria della legalità.
Finalmente i corrotti saranno fuori dalla pubblica amministrazione!— Luigi Di Maio (@luigidimaio) November 14, 2018
Il ddl Anticorruzione, dopo le polemiche sull’emendamento che riguarda la prescrizione, continua tra tensioni e rallentamenti. Oggi ad aprire le polemiche è stata la decisione dei relatori di presentare altri due emendamenti durante la seduta delle suscitando una protesta delle opposizioni, in particolare del Pd e di Fi che, con Enrico Costa ha minacciato che il suo gruppo abbandonasse i lavori delle Commissioni, cosa che ha condotto a una sospensione della seduta di alcuni minuti. La presidente della Commissione Giustizia Giulia Sarti ha dato tempo fino a domani mattina alle 12 per presentare sub-emendamenti ai due nuovi testi. I due emendamenti dei relatori Francesca Businarolo e Francesco Forciniti modificano uno dei punti più discussi del ddl anticorruzione, vale a dire la norma che subordinava la concessione della sospensione condizionata della pena non solo alla restituzione del maltolto per i condannati per reati corruttivi, ma anche delle somme promesse e mai percepite dal pubblico ufficiale. Norma su cui c’erano molti emendamenti delle opposizioni.
Forza Italia, con Enrico Costa e Giusi Bartolozzi, e il Pd con Emanuele Fiano e Alfredo Bazoli, hanno criticato il fatto che gli emendamenti dei relatori arrivino alla spicciolata, dando poco tempo ai parlamentari per studiarli e per presentare subemendamenti. Bazoli ha sottolineato che gli emendamenti dei relatori di fatto sono un “canguro”, dato che fanno decadere moltissime proposte di modifica delle opposizioni: “Come è possibile – ha aggiunto che si modifichi come se nulla fosse una norma che era una porcata ma che era uno dei punti centrali del ddl”. Sull’andamento dei lavori Costa ha chiesto una sospensione per poter parlare con la capogruppo Mariastella Gelmini e valutare insieme se abbandonare i lavori. Dopo la sospensione Costa ha detto che Forza Italia proseguirà ad essere presente in Commissione, ma che Gelmini andrà a protestare con il presidente della Camera Roberto Fico, “per la pesantissima limitazione dei nostri diritti”. Costa e Francesco Paolo Sisto hanno proposto di accantonare gli articoli sulla giustizia (i primi 6) finché la maggioranza non abbia trovato una intesa generale e affrontare prima gli articoli sui partiti. Una proposta non appoggiata dal Pd e comunque respinta dalla presidente Sarti. Si è quindi ripreso a votare gli emendamenti al primo articolo, seppur a rilento.
Nel corso della giornata la commissione ha anche approvato un emendamento di Fi: “La commissione Giustizia di Montecitorio”, hanno dichiarato i deputati azzurri, “ha approvato all’unanimità una nostra richiesta di modifica che esclude l’abuso d’ufficio aggravato dall’elenco dei reati per i quali si prevede l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. La maggioranza Movimento 5 stelle-Lega voleva inglobare la nostra proposta di modifica, ma noi abbiamo deciso di mantenere il nostro emendamento chiedendo un voto alla Commissione, che, a quel punto, lo ha approvato con l’ok di tutti i gruppi”.
In mattinata il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede aveva invece annunciato delle limature al testo: “Mattina di lavoro intenso al Ministero”, aveva scritto su Facebook. “Con i parlamentari del Movimento 5 stelle e della Lega abbiamo fatto le ultime limature alla legge Spazzacorrotti, un provvedimento che rivoluzionerà la lotta alla corruzione in Italia e porterà finalmente il Paese all’avanguardia, anche a livello internazionale, nella lotta a una piaga che sottrae risorse ai cittadini ,indebolisce il mercato e penalizza gli imprenditori onesti. Continuiamo a lavorare per eseguire il contratto di governo. Tutti insieme”.