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Scienza - 14 Novembre 2018
La storia della ricercatrice Francesca Santoro: “Io, la prima italiana nella lista innovatori under 35. Ecco come ho fatto”
Riuscire a fare ricerca in Italia e vincere un riconoscimento a internazionale a 32 anni non capita tutti i giorni, anzi, quello assegnato a Francesca Santoro, ricercatrice dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Napoli, è il primo premio assegnato a una ricercatrice italiana dalla prestigiosa rivista di tecnologia del Massachusetts Institute of Technology di Boston, l’MIT Technology Review, che da 20 anni seleziona i progetti più promettenti nell’ambito delle tecnologie.
Classe ’86, Santoro, dopo aver lavorato per tre anni presso la Stanford University, a luglio 2017 è tornata in Italia dove ha vinto un bando dell’IIT e coordina un team internazionale nell’ambito della bio elettronica, specializzandosi nello sviluppo di microchip per impianti sulla pelle che si interfacciano con il corpo umano attraverso l’impiego di nuovi materiali.
Selezionata tra oltre 1000 candidati, la giovane ricercatrice è stata nominata tra i 35 innovatori under 35 anni più significativi d’Europa del 2018 grazie al progetto di ricerca su un cerotto fotovoltaico che rigenera la pelle due volte più velocemente dei metodi tradizionali. Ai microfoni de IlFatto.it racconta com’è arrivata fino a questo importante traguardo e come sia possibile oggi, per chi vuole intraprendere questa strada, orientarsi nella giungla dei bandi, delle borse di studio e dei network internazionali dove fare esperienza e arrivare a strutturare un proprio progetto. “Il ‘give back’ americano è un concetto che mi ha sempre affascinato – spiega Santoro – per questo motivo tornare lì dove sono nata, e da lì riuscire a portare avanti un progetto come questo è ragione di particolare orgoglio. Sebbene l’attività di ricerca sia il mio impegno primario, riuscire a offrire un po’ della mia esperienza ai ragazzi più giovani è una delle attività a cui dò più importanza: consigliarli e accompagnarli nelle loro scelte scientifiche è probabilmente l’aspetto più soddisfacente del mio lavoro”.