Credo interessi poco se Rocco Casalino, il Rupert Everett delle Murge, nella sua sprezzante tirata anti vecchi e down stesse praticando un gioco di ruolo o un imbarazzante coming-out sui personali disgusti tipici di un arrampicatore sociale. Il fatto è che in altri tempi, forse un po’ ipocriti ma certo più educati, certi giudizi non erano neppure pensabili. Dunque, il sintomo di una mutazione antropologica avvenuta nell’italica specie umana, evidenziata in maniera clamorosa dall’apparizione di questi ragazzotti in carriera che ritengono la tracotanza il sostitutivo aggiornato del garbo, i riti mondani delle loro tribù il massimo della distinzione omologante; con le loro divise strizzate, pantaloni a tubo di stufa e calzature rigorosamente nere già di prima mattina, in cui la tonalità antracite del completo di prammatica tradisce la variazione fighetta del look bancario.

Secondo il canone “l’abito fa il monaco”, proprio della sociologia della “vita quotidiana come rappresentazione”, vale la pena di analizzare in dettaglio le caratteristiche di questa fauna che ha trovato il proprio habitat nei Palazzi del potere; oltrepassandone le forme ostentate alla ricerca della mentalità retrostante. Il sistema di pensiero proprio di questi nuovi “monaci” della religione postdemocratica.

1. Vaffare le forme: se il primo tratto distintivo dello sgomitante è quello di occupare la scena a ogni costo, ogni ostacolo frapposto tra lui e l’obiettivo va calpestato senza alcun riguardo; vuoi si tratti di mere smancerie oppure di preziose regole di civiltà. L’effetto compiaciuto “elefante nella cristalleria”, per cui si minacciano impeachment a casaccio o si svillaneggia la stampa, si promettono azioni punitive contro funzionari dello Stato non ossequienti (vedi quanto sussurra il Casalino ai suoi assistiti).

2. Praticare la post-verità: la lezione al ribasso del marketing applicato alla politica è stata appresa, così come il principio per cui se ripeti una balla un numero consistente di volte questa finisce per risultare verità. Sicché lo spread cresce perché lo manovra Soros e il reddito di cittadinanza elimina la povertà, nonostante sia solo un sussidio alla disoccupazione. Magari confondere la non condanna della sindaco Raggi come smentita di aver mentito (vedi le recenti performance di Di Maio).

3. Calpestare l’indipendenza: secondo l’esempio di chi in passato massacrava i non allineati nel Comune capitolino, seppure risultassero gli unici Pd non coinvolti nello scandalo Roma-capitale, tipo Ignazio Marino (vedi il maestro in autogol Orfini).

4. Alzare i toni: se gridi “Andreotti assolto” spingendo i decibel a livelli assordanti finisce che la gente si convince; e non si accorge di essere stata presa per i fondelli (vedi la principessa del Foro, già nera e oggi verdognola, Giulia Bongiorno).

5. Ricercare la benevolenza dei potenti: l’ansia da cooptazione che affligge il/i parvenu sconsiglia di perseguire azioni che potrebbero scontentare chi sta in alto. Magari richiedendo l’Ici pregressa al Vaticano (vedi tutti gli ultimi premier e vice).

6. “Prima la mia tribù”: per cui il programma di governo avrà lo scopo di operare trasferimenti alle proprie clientele elettorali spiegando che queste politiche clientelari daranno l’avvio a un nuovo New Deal da cui detassazioni per padroncini che finanziano la propria compagine e mantenendo in vita norme sulla prescrizione per chi ne ha bisogno, tipo Rixi e Siri (vedi le furbate di Salvini).

7. Sostenere che si può uscire dalle politiche di austerity solo sfracellandosi contro Bruxelles, quando la Spagna di Pedro Sanchez e Pablo Iglesias lo sta programmando senza clamori, semplicemente perseguendo quanto questo governo non intende fare: trovare le risorse non nei nuovi deficit ma nella tassazione dei redditi più elevati. E destinando fondi allo sviluppo, non favori agli amici.

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