"Speriamo che le parti siano in grado di eseguire l'opera nei tempi previsti", ha detto un portavoce della Commissone Ue. Il presidente di Confindustria Piemonte Ravanelli: "Dire che l’opera non esiste è fare disinformazione. In tutto sono già stati scavati 25 chilometri di galleria"
L’opera deve essere realizzata nei tempi previsti o i fondi europei verranno ridotti. L’opera in questione è il Tav e a parlare è un portavoce della Commissione Ue dopo l’ultimo incontro tra il ministro dei trasporti Danilo Toninelli e l’omologa francese. “È importante che tutte le parti facciano sforzi per completare nei tempi” il Tav, in quanto, ha detto, “come per tutti i progetti della Connecting Europe Facility se ci sono ritardi nella loro realizzazione questi possono vedere una riduzione dei fondi forniti” da Bruxelles. Il Tav “è un progetto importante non solo per Francia e Italia ma per l’intera Ue”, per questo “speriamo che le parti siano in grado di eseguirla nei tempi previsti”.
Il nodo dei finanziamenti Ue era stato sollevato anche dalla ministra dei trasporti francese Elisabeth Borne nei giorni in cui il suo omologo italiano aveva fatto sapere che la commissione incaricata di fare l’analisi costi-benefici sulla Tav Torino-Lione “avrebbe terminato i propri lavori entro novembre”. E mentre la politica mette in dubbio la realizzazione dell’opera il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli, al termine della visita di una delegazione di imprenditori al cantiere di Saint-Martine-La-Porte, in Francia, attacca Toninelli: “Il ministro dovrebbe vergognarsi: venga a vedere i cantieri e la smetta di dire che la Tav è una galleria che non c’è. Dire che l’opera non esiste è fare disinformazione. In tutto sono già stati scavati 25 chilometri di galleria. Se non ci muoviamo, rischiamo di perdere i fondi“.
Anche Paolo Foietta, commissario straordinario di governo per la ferrovia Torino-Lione ha ricordato che “a dicembre devono partire le gare di appalto” per il Tav “altrimenti parte il tassametro e ci sarà un danno erariale di 75 milioni di euro al mese”. “Non c’è nessun atto che blocchi l’opera, ad ora, solo parole in libertà. Ci sono invece gli impegni presi per gli appalti”. “Ogni decisione è legittima ma va presa con atti nelle sedi opportune, non con discussioni in segrete stanze dove tutti la pensano allo stesso modo, sulla base di pregiudizi. La Torino-Lione – ha aggiunto – è stata approvata da leggi del Parlamento italiano e francese, firmata dal Presidente della Repubblica il 1 marzo 2017″.
Poi ha aggiunto: “La ministra francese Elisabeth Borne ha smentito in modo chiaro e netto, rispondendo a un’interrogazione in Senato, il comunicato stampa fatto dal ministero italiano dei Trasporti dopo l’incontro tra i due ministri. Che la linea storica della Torino-Lione sia satura lo ha certificato Rfi con un documento ufficiale, chi sostiene che si potrebbe adeguarla con opportuni investimenti racconta un’enorme bufala. Per motivi fisici, strutturali e di sicurezza la vecchia ferrovia aperta nel 1800 non ha futuro”, ha detto.
“Un cantiere in piena operatività” – A Saint Martin La Porte è stata realizzata, nella prima fase di attività tra il 2003 e il 2010, una discenderia ed è attualmente in corso lo scavo di un tunnel geognostico che rappresenta, per asse e diametro, i primi 9 km del futuro tunnel di base del Moncenisio. L’avanzamento di questo scavo è arrivato al completamento dei due terzi dei lavori programmati e procede al ritmo 18 metri al giorno in direzione dell’Italia. “Come Confindustria Piemonte abbiamo deciso di fare quello che spetterebbe al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, prima di commissionare vaghe analisi costi – benefici, per non spegnere l’attenzione su un’opera che riteniamo fondamentale per la competitività futura del nostro sistema manifatturiero. Andare sul luogo dei lavori, verificare il loro avanzamento, parlare con i responsabili e ragionare sull’impatto infrastrutturale che l’opera avrà sul nostro Paese nel lungo periodo, anziché dire che l’opera non esiste e fare disinformazione”, ha dichiarato Ravanelli.
“Abbiamo trovato un cantiere in piena operatività – ha continuato – che impiega oltre 400 persone, e che, come ci è stato spiegato, ha superato il 15% del totale degli scavi, pari a 25 chilometri dei 162 previsti. Un’opera che, se venisse fermata, renderebbe inutili 3000 chilometri di Corridoio Mediterraneo, tagliando fuori il cuore produttivo dell’industria italiana dai flussi strategici delle merci”. “In queste settimane – conclude Ravanelli – tutte le categorie economiche piemontesi e decine di migliaia di cittadini hanno fatto sentire la propria voce per dire che la Torino – Lione rappresenta per loro un investimento sul futuro del nostro territorio, un rifiuto a una tendenza alla marginalizzazione e a una certa ideologia di decrescita felice. Ribadiamo il nostro sì al Tav come strumento per connettere persone e merci all’Europa e al mondo, per rendere competitivo il trasporto di merci su rotaia contribuendo a diffondere una cultura ecologica e per sostenere la nostra industria manifatturiera nella competizione sui mercati internazionali”.