Arrestato più volte Alexei Navalny, oppositore del presidente Vladimir Putin, dal 2011 e fino a pochi giorni fa ha trascorso 172 giorni di carcere. Condannato per appropriazione indebita nel 2013, si era presentato alle elezioni per la poltrona di sindaco di Mosca e non ancora riusciuto a registrare il suo partito Russia Futura. Oggi la Corte europea per i diritti umani ha condannato la Russia per i ripetuti arresti eseguiti per fini politici. Nella sentenza emessa la Corte di Strasburgo ha quindi ordinato alle autorità russe di consentire lo svolgimento di dimostrazioni pacifiche. In precedenza la Corte aveva già chiesto di versare 63mila euro a Navalny a titolo di risarcimento. Il 15 ottobre scorso Navalny è stato scarcerato dopo aver scontato 50 giorni per manifestazione non autorizzata.
In particolare, secondo la Corte, due dei sette arresti subiti tra il 2012 e il 2014 dall’attivista politico, 42 anni, avvocato, non solo sono stati politicamente motivati ma hanno perseguito lo scopo di “sopprimere quel pluralismo politico che fa parte di un’effettiva democrazia governata dallo stato di diritto“. La Russia è stata quindi condannata per aver violato – con gli arresti, le detenzioni e le multe inflitte all’oppositore – diversi diritti di Navalny, a cui ora Mosca dovrà versare 50mila euro per danni morali. Nella sentenza odierna i giudici della Corte europea dei diritti umani hanno inoltre stabilito che Mosca dovrà introdurre un meccanismo affinché le autorità diano il giusto valore al diritto di manifestare pacificamente e mostrino la necessaria tolleranza verso manifestazioni non autorizzate.
Navalny era stato anche bloccato in aeroporto poco prima di partire verso Strasburgo. Gli era era stato momentaneamente vietato di lasciare la Russia perché, stando alle autorità, doveva pagare un risarcimento danni da 2.164.000 rubli, circa 28.000 euro, per il caso KirovLes, lo stesso per il quale gli è stata impedita la candidatura alle presidenziali di quest’anno. L’avvocato è stato condannato a cinque anni con la condizionale nel controverso caso KirovLes, che lo vede accusato di aver sottratto a una compagnia pubblica, la KirovLes appunto, legname per un valore di 16 milioni di rubli, circa 500.000 dollari al cambio di allora. La sentenza è una fotocopia di una precedente “bocciata” da Strasburgo. Navalni ha fatto sapere di aver pagato oggi la somma richiesta dalle autorità russe.