È il terzo straniero fermato a Roma per la morte della 16enne, morta in uno stabile abbandonato a San Lorenzo dopo aver assunto un mix di droghe e psicofarmaci. Per Gara caduta l'aggravante dei futili motivi per l'aggressione sessuale
Dopo la convalida del fermo per il pusher Marco Mancini, il Tribunale del riesame ha confermato l’accusa di omicidio per Mamadou Gara, il terzo straniero fermato a Roma per la morte di Desirée Mariottini. Martedì i giudici avevano annullato l’accusa di omicidio per gli altri due stranieri arrestati nella capitale, Alinno Chima e Brian Minteh. Sono cadute per Mamadou Gara le aggravanti dei ‘futili motivi’ nella violenza sessuale e della ‘cessione di sostanza stupefacente da tre o più persone’.
Secondo la ricostruzione della procura, quando morì, la ragazza frequentava lo stabile abbandonato in Via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo, da quasi due settimane: lì si procurava sostanze stupefacenti e le consumava. Andava e veniva da quel posto, dove la notte del 19 ottobre è deceduta dopo aver assunto un mix di droghe e psicofarmaci. Quando si è sentita male, nessuno ha chiamato il 118 e la giovane, ridotta all’incoscienza, è stata violentata. Desirée non si è opposta in alcun modo: non poteva farlo perché non era in sé, non si reggeva in piedi mentre gli aggressori, senza nessuna pietà le erano addosso. Dopo gli abusi l’hanno abbandonata a terra, tremante, si sono allontanati e l’hanno lasciata morire.