Per contrastare l’evasione fiscale e gli altri illeciti in materia economico-finanziaria anche la Guardia di Finanza avrà accesso all’Anagrafe dei rapporti finanziari oggi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. E’ il contenuto di uno degli emendamenti al decreto fiscale presentati mercoledì, in commissione Finanze del Senato, dal relatore Emiliano Fenu (Movimento 5 Stelle). Le Fiamme Gialle dovranno poi realizzare insieme alle Entrate “piani di intervento coordinati sulla base delle analisi di rischio sviluppate mediante l’utilizzo delle banche dati nonché di elementi e circostanza emersi nell’esercizio degli ordinari poteri istruttori e d’indagine”. L’avvio della procedura di analisi del rischio evasione è stato disposto con molto ritardo lo scorso 31 agosto, poco prima di lasciare l’incarico, dal direttore uscente delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. La fase di test riguarda solo le società di persone e di capitali che per il 2016 hanno omesso la dichiarazione o ne hanno presentata una irrilevante nonostante sui loro conti correnti ci siano stati accrediti.
Un altro correttivo inserito da Fenu dà più tempo per correggere errori o omissioni e integrare non più solo le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31 ottobre 2017, ma anche quelle “tardive“, relative agli anni precedenti al 2017, presentate entro i 90 giorni successivi. Un emendamento della Lega prevede invece la sanatoria sulle irregolarità formali, che consente di mettersi in regola pagando 150 euro per periodo di imposta dal primo gennaio 2013 al 31 dicembre 2017). Il governo conta di incassare per questa via 800 milioni di euro. Giovedì sera, dopo il rientro in Italia del premier Giuseppe Conte, è in agenda una nuova riunione del governo sul provvedimento per decidere se e in che forma inserire la “controriforma” delle Banche di credito cooperativo voluta dal Carroccio.
Sempre mercoledì Lega e M5s, nel parere votato dalla Commissione Politiche europee della Camera e dalla Commissione Finanza del Senato sul decreto legislativo relativo alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici, hanno chiesto un ammorbidimento delle sanzioni in caso di mancato rispetto degli obblighi. Il parere proposto dal relatore Leonardo Penna (M5s) e votato dai due partiti di maggioranza afferma “l’opportunità che il Governo valuti la possibilità: di attenuare gli effetti sanzionatori per tutto il periodo di imposta 2019, e non solo per il primo semestre 2019, in tutti i casi in cui il ritardo dell’emissione e trasmissione della fattura al sistema di interscambio non incida sulla corretta liquidazione dell’imposta di periodo (mensile o trimestrale) o quando la fattura emessa tardivamente partecipa alla liquidazione periodica del mese o del trimestre; di non applicare le sanzioni alle fatture elettroniche emesse fino al 31 dicembre 2018; di non applicare le sanzioni nei casi in cui, nel corso del 2018, sia stata emessa fattura analogica purché l’imposta sia stata regolarmente liquidata; di rendere facoltativa l’indicazione della data di emissione della fattura elettronica in tutti i casi in cui la stessa è emessa utilizzando il sistema di interscambio”.