Era il 2015 quando da dirigente di Ferrovie Nord raccontò alle forze dell'ordine gli sprechi del 'suo' presidente Norberto Achille: per questo pagò un prezzo alto in azienda, salvo prendersi la sua rivincita con l'approvazione della legge sul whistleblowing proprio sulla base della sua esperienza. Una volta ricevuta la nomina, è stato lo stesso Franzoso a comunicarla sulla sua pagina Facebook
Federica Santini, Marco Giovanni Piuri, Marika Arena, Dario Della Ragione, Marco Barra Caracciolo e Andrea Franzoso. È questo il nuovo consiglio d’amministrazione della Trenord per il triennio 2018-2020. Oggi l’ufficializzazione delle nomine, con Santini presidente del cda e Marco Giovanni Piuri amministratore delegato. Tra i nomi dei nuovi consiglieri spicca quello di Andrea Franzoso. Nel 2015, da dirigente di Ferrovie Nord, denunciò le spese pazze del suo presidente Norberto Achille: per questo pagò un prezzo alto in azienda, salvo prendersi la sua rivincita con l’approvazione della legge sul whistleblowing proprio sulla base della sua esperienza. Una volta ricevuta la nomina, è stato lo stesso Franzoso a comunicarla sulla sua pagina Facebook.
Ora il cerchio si è chiuso, con la nomina all’interno del cda di Trenord. La notizia del suo incarico era stata già annunciata a settembre scorso. A renderlo noto era stato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Lombardia, Dario Violi: “Andrea Franzoso è un funzionario che ha avuto il coraggio di denunciare le spese illegittime dei dirigenti di un’azienda pubblica, mettendo a rischio la propria carriera e il proprio futuro. Ha scelto di difendere la legalità e il bene pubblico a qualsiasi costo”. A ripercorrere la storia personale di Franzoso era stato, sempre a settembre, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli in un post su Facebook: “Franzoso è colui che nel 2015 denunciò le malefatte e gli sperperi all’interno di Fnm, sollevando il velo su anni di ruberie – ha scritto – E a seguito del suo gesto coraggioso, l’ex presidente di Ferrovie Nord Milano, Norberto Achille, è stato condannato per peculato e truffa, con l’accusa di aver usato i fondi della società per sé e la sua famiglia. Per aver denunciato tutto questo – ha sottolineato – Franzoso è stato prima relegato al ruolo di passacarte e poi accompagnato alla porta. Per noi invece un uomo così coraggioso, onesto, con spiccata moralità, senso civico e, perché no, la schiena dritta, deve essere premiato, non allontanato“. Il whistleblower di Ferrovie Nord ha raccontato tutta la sua storia in un libro, Il disobbediente, pubblicato a ottobre 2017 da Paper First, la casa editrice del Fatto Quotidiano diretta da Marco Lillo.