Giustizia & Impunità

Silvio Berlusconi rinviato a giudizio a Bari per il caso escort. I pm: “Pagò Tarantini per mentire ai magistrati”

Secondo la procura, l'allora presidente del Consiglio ha fornito all’imprenditore barese, tramite Valter Lavitola, avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro in denaro, perché mentisse ai pm baresi che indagavano sulle escort. La presidenza del Consiglio si costituisce parte civile per il danno d'immagine. Gli atti sull'ex direttore dell'Avanti trasferiti a Napoli. Il rinvio a giudizio arriva a quattro anni esatti dall'inizio dell'udienza preliminare

Un altro rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia sarà processato per induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria sull’inchiesta escort. Stando all’ipotesi dell’accusa, l’allora presidente del Consiglio ha fornito all’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro in denaro, perché mentisse ai pm baresi che indagavano sulle escort portate nelle residenze estive dell’ex premier fra il 2008 e il 2009 e sui suoi interessi in Finmeccanica.

Secondo i pm Pasquale Drago e Eugenia Pontassuglia il tramite delle elargizioni che da Arcore finivano a Tarantini era rappresentato dall’ex direttore de L’Avanti, Valter Lavitola, difeso dagli avvocati Marianna Febbraio e Arturo Cola. Al termine dell’udienza preliminare il gup di Bari, Anna Depalo, ha dichiarato però la propria incompetenza territoriale nei confronti di Lavitola, disponendo la trasmissione degli atti ai magistrati di Napoli.

Nel procedimento contro Berlusconi è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha rilevato il danno d’immagine causato dalle condotte dell’ex premier, accusato di aver pagato le bugie di Tarantini. “Siamo tranquilli che a dibattimento in tempi rapidi il presidente Berlusconi sarà completamente assolto“, ha dichiarato l’avvocato Niccolò Ghedini, difensore di Berlusconi insieme al collega barese e senatore di Fi Francesco Paolo Sisto. “Il rinvio a giudizio è giustificato dall’imponente materiale che legittima, secondo il giudice, l’esperimento dibattimentale – ha spiegato Sisto – Il dibattimento sarà la fotografia di una difesa che secondo noi è più che sufficiente per ottenere l’assoluzione del presidente Berlusconi”.

Proprio a causa degli impegni in parlamento dei due legali, l’udienza preliminare barese di Berlusconi rischia di battere ogni record: era in corso dal 14 novembre 2014. Nel corso degli anni è stata rinviata per le elezioni del Presidente della Repubblica, per esaminare le intercettazioni telefoniche e le testimonianze delle ragazze oppure per i motivi di salute dell’ex premier. E dire che la richiesta di rinvio a giudizio era stata avanzata dalla procura di Bari giò quattro anni fa. Negli ultimi mesi, inoltre il procedimento è stato rinviato più volte per la situazione di emergenza che sta vivendo la giustizia barese, costretta in una tendopoli dopo la dichiarazione di inagibilità del Tribunale di via Nazariantz. Comunque i termini di prescrizione sono stati bloccati dai giudici come avviene di prassi nei casi di rinvio.

Parallelamente resta in stand by anche l’altro processo per il caso escort, quello in secondo grado sulle donne accompagnate fra il 2008 e il 2009 da Tarantini nelle dimore dell’allora presidente del Consiglio. Lo scorso 6 febbraio la III sezione della corte di Appello di Bari ha accolto la richiesta della difesa di inviare gli atti alla Corte costituzionale: per la prima volta a 60 anni dall’approvazione della legge Merlin del 1958, la Consulta è chiamata a esprimersi sulla incostituzionalità di alcune norme in essa contenute. Nel dettaglio i giudici costituzionali dovranno decidere sull’attuale costituzionalità della pena per chi recluta donne che volontariamente si prostituiscono. L’istanza era stata rigettata nel processo di primo grado.