Governo, studenti manifestano: “100mila in 70 piazze”. A Milano è “No Salvini day” e si bruciano bandiere M5s e Lega

La protesta è stata organizzata da diverse associazioni studentesche per dire "basta" ai tagli alla scuola. Il ministro dell'interno: "Il fuoco non è la soluzione". Rete degli studenti medi: "Giù la maschera. Noi non abbiamo paura di toglierla: siamo studenti e chiediamo che si smetta di giocare col nostro futuro"

Sono migliaia gli studenti che questa mattina sono scesi in piazza per manifestare contro il Governo. La protesta, organizzata dalla Rete della Conoscenza, dall’Unione degli studenti e Link per reclamare più investimenti per l’istruzione, coinvolge fino a domani oltre 70 città italiane e “più di 100mila studenti”. A Milano durante il corteo “No Salvini Day” si bruciano bandiere di Lega e M5s, mentre a Napoli alcuni universitari e membri dei centri sociali lanciano fumogeni gridando lo slogan: “Governo del manganello”. Intanto a Roma, in marcia verso il Miur di viale Trastevere, i manifestanti indossano maschere di Dalì. “Ho visto che ci sono manifestazioni di studenti in cui hanno bruciato manichini con la faccia di Salvini ed è stato scritto ‘Uccidere Salvini non è reato’. Io dico che il fuoco non è mai la soluzione”, commenta il ministro dell’Interno durante la registrazione di Nemo a Cinecittà. “I vari centri sociali illegittimi vanno chiusi“, dice invece Massimiliano Fedriga.

Le motivazioni – “Dopo il nostro incontro con Di Maio del 26 ottobre, abbiamo visto una manovra di bilancio che prevede tagli ai finanziamenti per l’Istruzione e per la Cultura. Scendiamo in piazza perché devono essere ripristinati i finanziamenti alla scuola e all’università sottratti negli ultimi 10 anni, con un investimento di 7 miliardi all’anno”, spiega Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. Fondi che gli studenti avevano già suggerito di recuperare tagliando i sussidi statali ai petrolieri, ricavano così “almeno 2 miliardi”. “Di Maio ha dichiarato di voler approvare questa nostra proposta, ma dove è il provvedimento? – continua Cossu – Siamo stanchi delle promesse e della retorica con cui non paghiamo il costo dei materiali didattici e le ristrutturazioni degli edifici scolastici e universitari che cadono a pezzi”. Tra i motivi della protesta anche il superamento dell’alternanza scuola-lavoro, che, denuncia Giulia Brizzo, coordinatrice dell’Uds, “significa solo risparmi per il Miur e orientamento al lavoro per gli studenti”. All’emergenza degli idonei non beneficiari, ossia tutti coloro che, pur avendo diritto alla borsa di studio, per mancanza di fondi non possono riceverla, fa invece riferimento Alessio Bottalico, referente per Link. I manifestanti marciano anche a Venezia, Firenze, Cagliari, Bologna Messina al grido di “Giù la maschera“. “Indosseremo nuovamente le maschere di Dalì, perché noi, la maschera, non abbiamo paura di toglierla: siamo studenti e chiediamo che si smetta di giocare col nostro futuro”, spiega infine Giammarco Manfreda, della Rete degli Studenti medi.

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A Milano bruciate bandiere di M5s e Lega – Nel capoluogo lombardo il corteo si svolge dietro lo striscione del “No Salvini Day“, un’aperta contestazione al vicepremier e ministro dell’Interno incentrata su diverse tematiche, dalle disuguaglianze, all’edilizia scolastica, fino al numero chiuso universitario e alle scuole sicure. Lungo il corso alcuni studenti hanno bruciato le bandiere dei due partiti politici al Governo, contestando le loro politiche sull’immigrazione, e un fantoccio con le sembianze del ministro dell’Interno. “Saperi liberi e senza confini, no al decreto Salvini”, si legge in uno dei cartelli. Due i tronconi composti da centinaia di partecipanti che sono partiti da largo Cairoli e da piazza Oberdan e si riuniranno in via Broletto. Una delle soste è il consolato degli Usa, una location decisa per esprimere solidarietà alla carovana di migranti che sta raggiungendo con grandi difficoltà il confine tra Messico e Stati Uniti. Proprio all’altezza del consolato i manifestanti hanno lanciato uova e petardi contro gli agenti disposti in tenuta antisommossa. 

I contestatori hanno acceso anche alcuni fumogeni ma si sono fermati prima delle transenne. In via Turati, dove hanno scritto tra i binari del tram ‘no borders’, hanno sistemato un manichino che rappresenta le vittime della migrazione. Due giorni fa per anticipare il corteo, un gruppo di studenti di fronte al provveditorato di Milano ha acceso fumogeni e depositato un cumulo di macerie, simbolo delle condizioni di precarietà strutturale di molti istituti scolastici italiani. Nei giorni precedenti, per pubblicizzare l’evento, erano stati affissi alcuni fotomontaggi che raffiguravano Salvini nei panni di un ratto o colpito con un libro da uno studente.

A Roma in marcia verso il Miur – Sono oltre 5000, secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo partito da piazzale Ostiense e diretto al Ministero dell’università e della ricerca a Viale Trastevere. Là alcuni rappresentanti chiederanno di parlare con il ministro Marco Bussetti. Alcuni di loro stanno manifestando indossando maschere chiedendo al governo di “togliere la sua”. 

A Napoli fumogeni e slogan: “Governo del manganello” – Anche nel capoluogo campano sono diverse migliaia i manifestanti che stanno prendendo parte ai due cortei, partiti da piazza Garibaldi e da piazza del Gesù, per chiedere più investimenti per l’istruzione. Durante la marcia verso l’Università Federico II, davanti a piazza Borsa, alcuni studenti e membri dei centri sociali hanno acceso dei fumogeni  ricordando l’episodio di ieri quando durante la visita del ministro Salvini un ragazzo che manifestava contro di lui è stato colpito da un rappresentante delle forze dell’ordine con un manganello. Intanto alcuni partecipanti sono arrivati di fronte all’ateneo dove si sta svolgendo un convegno a cui partecipa il ministro per il Sud, Barbara Lezzi. In vista dell’arrivo dei manifestanti l’università ha chiuso le porte e alcuni agenti dei reparti mobili presidiano l’ingresso. “Governo del manganello. Stop repressione violenza di Stato”, recita lo striscione che è stato appoggiato sulle scale dell’ateneo.

. “Eppure i fondi ci sono e sarebbe interessante sapere perché non sono stati spesi – ha commentato la ministra durante il convegno – Forse non vengono investiti fondi perché questo tipo di lavori non hanno un ritorno elettorale immediato”. I ragazzi, in segno di protesta, hanno le mani dipinte di rosso, il colore del sangue. Nel percorso la polizia, che sta tenendo sotto controllo il corteo, ha trovato, in piazza Garibaldi, alcune buste colme di pietre.

I commenti della politica – Sono numerosi i rappresentanti del mondo politico che in queste ultime stanno commentando le manifestazioni studentesche. “Bruciare bandiere, immagini, simboli, libri… Non è bello. Noi all’odio e all’ignoranza risponderemo comunque sempre con le idee e con il sorriso, amici”, scrive su Twitter il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Bruciare bandiere, immagini, simboli, libri… Non è bello.
Noi all’odio e all’ignoranza risponderemo comunque sempre con le idee e con il sorriso, amici. pic.twitter.com/GW5wMSQpPa

— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 16 novembre 2018

Vicino agli studenti e al loro diritto di manifestare, invece, il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha dedicato loro una frase su Twitter. “‘Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica’. Salvador Allende. Dedicato agli studenti che in queste ore si mobilitano per affermare un altro tipo di futuro per l’Italia”, ha scritto il dem

«Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica». Salvador Allende. Dedicato agli studenti che in queste ore si mobilitano per affermare un altro tipo di futuro per l’Italia

— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) 16 novembre 2018

“Penso sia importante far tornare l’educazione civica in alcune scuole perché bisogna far tornare il rispetto. Sono ragazzi guidati in modo strumentale, probabilmente persone che frequentano i vari centri sociali che se sono illegittimi vanno chiusi”, dice invece il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine della presentazione dei giochi olimpici invernali del 2023.