Si chiude l’udienza preliminare della maxi indagine sul sistema di mazzette che per anni avrebbe riguardato agenzie funebri e diversi ospedali di Roma, tra cui il San Camillo, il Sandro Pertini, il Sant'Eugenio e il Cto che si sarebbero spartiti il 'mercato' delle onoranze funebri
Sono diciotto le persone che saranno processate alla fine dell’inchiesta sul cosiddetto “business del caro estinto“. Ventuno sono stati prosciolte, due assolte, una invece è stata condannata a sei mesi col rito abbreviato. Si chiude così l’udienza preliminare della maxi indagine sul sistema di mazzette che per anni avrebbe riguardato agenzie funebri e diversi ospedali di Roma, tra cui il San Camillo, il Sandro Pertini, il Sant’Eugenio e il Cto che si sarebbero spartiti il ‘mercato‘ delle pompe funebri.
I fatti risalgono al 2012. Oggi a processo vanno tra gli altri il patron dell’agenzia di onoranze funebri Taffo, Luciano Giustino,e i figli Daniele e Alessandro. E poi due politici di An poi passati con Forza Italia: l’ex parlamentare Domenico Gramazio e il figlio Luca, condannato in appello a otto anni e otto mesi nel processo su Mafia capitale.
Fra i rinviati a giudizio anche alcuni ex dirigenti di Asl mentre è stato assolto l’ex consigliere regionale del Gruppo Misto Antonio Paris. L’udienza è fissata per il prossimo 12 febbraio. Per i Taffo le accuse sono di associazione a delinquere e corruzione, mentre il patron Luciano è accusato anche di abuso di ufficio in merito a un caso con l’ospedale San Camillo.
Domenico Gramazio e il figlio Luca, sono invece accusati di corruzione elettorale. In un caso Gramazio jr avrebbe ricevuto soldi dai Taffo per la sua campagna elettorale come candidato al consiglio regionale nel 2013 e in cambio avrebbe assicurato ai titolari dell’agenzia funebre un contratto con l’Istituto neurotraumatologico italiano per le sedi di Grottaferrata e Canistro. Fra le agenzie di onoranze funebri rinviate a giudizio figura anche la Cattolica 2000.