Con la modifica alla legge di Bilancio presentata in commissione, i risparmiatori potranno sempre agire in giudizio per il risarcimento di quella parte del danno che non viene rimborsata dal Fondo ad hoc. Il sottosegretario Bitonci: "Il ristoro del 30% deve essere considerato un acconto"
I risparmiatori potranno sempre “agire” in giudizio per il risarcimento di quella parte del danno che non viene rimborsata dal Fondo ad hoc previsto dalla manovra. Dopo le proteste dell’Associazione Vittime del Salva-banche, il governo vuole correre ai ripari nei confronti di chi ha perso soldi investiti in obbligazioni e azioni delle banche liquidate o “risolte”, cancellando lo “scudo” per gli istituti e le autorità di vigilanza. Che, stando alla formulazione attuale, non potrebbero subire azioni legali da parte di chi incassa il rimborso del 30%. La modifica è contenuta in un emendamento della Lega alla legge di bilancio presentato in commissione alla Camera. “Ripristiniamo – spiega il sottosegretario al Mef, Massimo Bitonci – la possibilità di proporre azioni nei confronti delle Autorità di vigilanza e delle banche, oltre a consentire di proseguire nel contenzioso legale contro Consob, Bankitalia e le banche”.
Nei giorni scorsi era andato in atto lo scontro tra l’esecutivo e le associazioni dei risparmiatori delle quattro banche mandate in “risoluzione” a novembre 2015 (Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara) e delle due popolari venete (Popolare Vicenza e Veneto Banca). Travolto dalle polemiche, il governo Renzi aveva previsto per i primi un indennizzo forfettario (l’80%) o l’accesso agli arbitrati dell’Anac. Per gli azionisti, il governo Gentiloni aveva stanziato solo 100 milioni in 4 anni.
Ora, con la legge di Bilancio (articolo 38), il governo gialloverde alza la cifra a 1,5 miliardi nel triennio prossimo. Con tre paletti: il rimborso ottenibile è limitato al 30% della cifra persa e a un tetto massimo di 100 mila euro e per richiederlo serve aver ottenuto una sentenza del giudice o dell’Arbitro per le controversie finanziarie della Consob che attesti la vendita fraudolenta delle azioni da parte degli istituti. Ma, secondo l’attuale lettera F, del comma 3 dell’articolo 38 della manovra, l’accettazione del rimborso del 30% “equivale a rinuncia all’esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessi alle stesse azioni”.
“Già oggi sono stati erogati i primi 40 rimborsi, pari a 657mila euro, a dimostrazione che la nostra soluzione dell’arbitrato Consob funziona”, dichiara ora il sottosegretario Bitonci annunciando appunto l’emendamento che rivede il meccanismo di ristoro per gli azionisti truffati dalle banche. “Lo ribadiamo: il ristoro del 30 per cento, che non ha eguali in Europa, deve essere considerato un acconto“, dice Bitonci.
“Allarghiamo la platea“, spiega ancora Bitonci, specificando “che tra essi vi rientra anche chi è in possesso di quote di partecipazione – soprattutto risparmiatori di Popolare Vicenza -, acceleriamo i tempi di erogazione e incrementiamo lo stanziamento finanziario per aumentare la percentuale del ristoro attraverso ulteriori disponibilità fino a 2,5 miliardi provenienti da fondi dormienti”. Così il sottosegretario all’Economia illustra la modifica alla manovra che aumenta le disponibilità del fondo dal 2022 al 2026, ‘pescando’ sempre dai conti dormienti.
L’emendamento sui truffati dalle banche è solo una delle 3700 proposte di modifica della manovra presentate in commissione Bilancio della Camera, come conferma il presidente Claudio Borghi. “La legge di Bilancio è entrata nel vivo. Tutte queste proposte sono volte a migliorare la Legge, anche se con alterne fortune di approvazione”. “Stiamo cercando, per quanto possibile, di migliorare l’impianto della legge di bilancio”, ha aggiunto Borghi.