Negli Stati Uniti si chiama whistleblower, in Italia è chi denuncia un illecito all’interno della sua azienda. Colui che con la sua testimonianza e senza tornaconto personale permette di porre fine a una condotta illegale che ha subìto o di cui è venuto a conoscenza. Roberto Borsa è un whistleblower improprio: anche lui ha denunciato un illecito, ma è andato dai carabinieri dopo le minacce subite dal capo dell’azienda pubblica per cui lavorava e a cui, per legge, doveva rivolgersi per raccontare quanto scoperto. Dal 30 novembre 2017 in Italia esiste anche una legge che tutela i dipendenti pubblici che fanno whistleblowing. Borsa non ha potuto usufruirne: la sua denuncia è precedente, ma rappresenta forse uno dei casi più importanti e famosi avvenuti nel nostro Paese.
LA DENUNCIA E LA CADUTA DI SAGGESE
Nel 2013, quando era a capo delle relazioni internazionali dell’Agenzia spaziale italiana, Borsa scopre qualcosa che non va nella gestione di alcuni appalti dell’Asi: oltre una settantina di fatture false, per una cifra superiore ai 700mila euro. Cosa fa? Ne parla con il presidente, che all’epoca era Enrico Saggese. Quest’ultimo promette di verificare, ma la situazione non cambia. Borsa insiste. E Saggese finalmente lo incontra, a settembre. E lo minaccia, come si legge nelle carte del processo: “Le fatture sono false, per me sei morto“. Borsa decide di raccontare tutto ai carabinieri. La conclusione di questa storia è cronaca giudiziaria: il 6 febbraio 2014 si viene a sapere che Saggese è indagato per concussione, il giorno dopo si dimette, il 25 è agli arresti domiciliari. È la fine della sua esperienza alla guida dell’Asi, una fine ingloriosa. Roberto Borsa diventa una sorta di eroe nazionale, il dipendente senza macchia che denuncia il malaffare. E si concede a stampa e televisioni: “È un passo per andare verso tempi migliori. In Italia l’allocazione delle risorse è completamente sbagliata solo a causa della corruzione. Perdiamo i cervelli per dare spazio ai clientelismi: denunciare questa condizione è l’unico modo per andare verso tempi migliori”. A sentire il primo whistleblower noto al grande pubblico gesti come il suo potrebbero essere un invito per molti a fare altrettanto in tante altre realtà: ”Potremmo darci una ‘scossa‘ nel denunciare la corruzione: non è un invito alla delazione, ma è l’unico modo per cambiare le cose”.
LA CORTE DEI CONTI CONTESTA L’ASSUNZIONE DI BORSA
Ma che fine ha fatto oggi, a distanza di quattro anni, il dottor Roberto Borsa da Pesaro? Mentre il processo a carico di Saggese è ancora in corso, il suo nome ricompare quasi dal nulla in questi giorni, quando sull’Asi si riaccendono i riflettori a causa del siluramento da parte del Miur dell’ex presidente Roberto Battiston. Una persona a cui apparentemente Borsa deve molto. È proprio con l’arrivo del professore alla guida dell’Agenzia, infatti, che coincide l’assunzione di Borsa al Centro italiano di ricerca aerospaziale di Capua (l’Asi è socio di maggioranza), grazie a una procedura concorsuale dai tempi e dai modi tutti da raccontare. Dalle carte ufficiali, si evince che a metà dicembre 2014 il Cira inizia a cercare un dirigente responsabile per Territorio, Ambiente e Beni culturali, un settore che fino a quel momento nel centro di ricerca non esisteva. La scadenza delle manifestazioni d’interesse è a stretto giro di posta, il 2 gennaio 2015, il giorno dopo Capodanno, appena due settimane di tempo per candidarsi. Si presentano in quattro, tra cui Roberto Borsa. Che a marzo vince un contratto a tempo determinato (110mila euro lordi all’anno per cinque anni più premi) e, dopo qualche mese, viene anche nominato dall’Asi consigliere d’amministrazione della partecipata e-Geos (altri 10mila euro annui fino a inizio 2018). Passano tre anni e mezzo e il nome del whistleblower ricompare. Il 18 settembre scorso la Corte dei Conti deposita la propria relazione relativa all’attività di controllo sul Cira. Quello che viene descritto è un quadro desolante, con enormi sprechi di denaro pubblico. Tra le spese per certi versi immotivate, a pagina 17 la Corte dei Conti parla del “rafforzamento della dotazione dell’area di Presidenza che, già dotata di due dirigenti, si è vista incrementare” “di un ulteriore dirigente assunto a tempo determinato nel marzo 2015, con contratto quinquennale per la copertura di una posizione di nuova istituzione di responsabile di territorio, beni ambientali e culturali”.
“DUBBI SULL’EFFETTIVA NECESSITA’ DELL’ASSUNZIONE”
Si tratta proprio di Roberto Borsa. Continua il magistrato contabile che ha redatto la relazione: “In verità, a partire dal novembre 2016 tale dirigente a tempo determinato è stato utilizzato come responsabile ad interim degli affari societari. Successivamente – si legge ancora – a seguito di modifica organizzativa intervenuta nel novembre 2017, la posizione di responsabile di territorio, beni ambientali e culturali per la quale tale risorsa dirigenziale aggiuntiva era stata assunta ad hoc a tempo determinato è stata soppressa e il dirigente in questione è stato nominato direttore e posto a capo di una direzione istituita nella seduta del 29 marzo 2017, posta alle dirette dipendenze della Presidenza, destinata all’Innovazione e alla Comunicazione Istituzionale”. Tradotto: assunto per fare una cosa, dopo un anno e mezzo è assegnato ad altro e dopo quattro mesi ad altro ancora. La Corte dei Conti, a questo punto, non può non farsi domande. E mette nero su bianco: “In proposito la avvenuta soppressione, a distanza di soli due anni e mezzo, della posizione per cui tale dirigente era stato assunto ad hoc con contratto a tempo determinato per cinque anni non può non sollevare dubbi sulla effettiva necessità, ciò nonostante all’epoca affermata, di tale ulteriore assunzione dirigenziale, unitamente agli oneri aggiuntivi che la stessa comporta a carico della finanza pubblica“. Insomma: uno spreco.
L’ESPOSTO SUL TAVOLO DEL MIUR: “CONCORSO CUCITO ADDOSSO A BORSA”
Ciò che la Corte dei Conti non è tenuta a scrivere, però, si può leggere nero su bianco all’interno di un esposto arrivato a ottobre sul tavolo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, della Corte dei Conti, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e dei vertici del Miur, con il ministro Bussetti che ne ha confermato l’esistenza in una recente intervista al quotidiano la Repubblica. Chi scrive (dell’autore si parlerà più avanti) sottolinea che Roberto Borsa arriva al Cira su “pressioni di Battiston dopo una selezione con requisiti (ad esempio la conoscenza dello spagnolo) creati apposta per l’occasione”. L’esposto, oltre a riportare le cifre corrette dello stipendio di Borsa, sottolinea anche che il dirigente si vede con costanza in ufficio a Capua “solo da novembre 2016, quando ha cominciato a fare il segretario del cda”. Il documento in questione è stato protocollato il 31 ottobre scorso, una settimana prima della cacciata di Battiston dall’Asi, e ha un mittente molto chiaro: Ugl Caserta. Le accuse contenute, tuttavia, sono tutte da dimostrare. Per farlo, ilfattoquotidiano.it ha contattato la sezione casertana del sindacato, che ha subito preso le distanze dall’esposto: “Non siamo stati noi ad inviare quel documento” fanno sapere dalla segreteria provinciale Metalmeccanici, sottolineando che l’accaduto “evidenzia ancora una volta il clima di pesanti criticità che il Cira vive da ormai quattro anni”. La Ugl non risparmia critiche ai vertici dell’Agenzia spaziale italiana: “Il repentino avvicendarsi del management del Centro, attuato in prima persona da Asi, di fatto non ha consentito di operare con la necessaria focalizzazione su indirizzi strategici chiari. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti – spiegano – con un netto peggioramento dei risultati di bilancio, che sono crollati da un utile di esercizio superiore in media ai 10 milioni del passato alla perdita di oltre 7 milioni registrata nel 2016, dovuta – è la spiegazione del sindacato – ad una significativa riduzione del fatturato dalle attività di ricerca, letteralmente dimezzato negli ultimi anni”.
IL CONCORSO, LA LINGUA SPAGNOLO, I RUOLI ALL’INTERNO DEL CIRA
Per quanto riguarda la situazione di Roberto Borsa, però, poca voglia di parlare. Di certo si sa che il dirigente è stato assunto in Cira nel marzo 2015 dopo il concorso e su proposta del direttore generale, ovvero Mario Cosmo, nominato dg dal presidente Carrino (voluto da Battiston) nonché testimone nel processo contro Saggese al pari di Pasquale Cangiano, attuale dirigente del Cira. Entrambi, prima di arrivare a Capua, ricoprivano ruoli apicali all’interno dell’Asi all’epoca di Saggese. Sul particolare della conoscenza della lingua spagnola come elemento determinante per la vittoria del concorso, nel bando di gara è scritto chiaramente che, oltre a saper parlare bene l’inglese, “costituisce titolo preferenziale la conoscenza professionale di almeno un’altra lingua comunitaria”. L’accusa dell’esposto, quindi, è plausibile ma perde efficacia perché espressa chiaramente nei requisiti propedeutici alla candidatura.
LA DIFESA DI BORSA: “HO VINTO PERCHE’ ERO IL MIGLIORE”
“Ero uno dei massimi dirigenti dell’Agenzia spaziale italiana, guadagnavo meglio che al Cira, mi sarebbe piaciuto rimanere, ma non ho potuto” ha detto Roberto Borsa a ilfattoquotidiano.it. E l’accusa di concorso cucitogli addosso per farlo arrivare al Cira? “Ho partecipato e l’ho vinto per un semplice motivo: ero di gran lunga il migliore dei quattro candidati”. Assunzione ad personam? Borsa non ha dubbi: “Io sono il primo dirigente del Cira ad essere stato assunto sulla base di un concorso. È un dato inconfutabile, quindi è inopportuno il tentativo di strumentalizzare arbitrariamente la relazione della Corte dei Conti“. Che però ha espresso molti dubbi sulla necessità di questa assunzione. “È una questione formale – ha spiegato Borsa al fatto.it – Il testo letterale del bando e che costituisce l’oggetto della responsabilità a me affidata, recita: ‘Rapporti istituzionali e strategie commerciali a supporto della funzione Territorio, Ambiente e Beni Culturali’. Si tratta proprio di un’attività di supporto al presidente del centro nella gestione dei rapporti con enti ed istituzioni preposti alla tutela ambientale e del patrimonio culturale nazionale, nello sviluppo delle strategie aziendali nel settore”.
Al netto dei tecnicismi, la Corte dei Conti dice che il dirigente dopo due anni è stato spedito a fare altro. Borsa non la pensa così: “Oggi continuo ad operare in questo ambito con grande interesse e anche con risultati apprezzabili tanto che, dopo due anni, mi è stato affidato in aggiunta il coordinamento della Direzione Innovazione e Comunicazione nel cui ambito ricade tra l’altro lo sviluppo dei progetti speciali in ambito di biologia spaziale e di pseudosatelliti. Si tratta – sottolinea Borsa – di progetti di osservazione della Terra, quindi propri del settore “territorio ed ambiente””. Insomma, per lui le accuse di aver approfittato di una corsia preferenziale per diventare dirigente Cira sono infondate: “Ho risposto alle vostre domande perché, dopo quanto accaduto ieri (la nomina ai vertici dell’Asi di personalità in qualche modo legate a Saggese, ndr), penso sia utile far capire perché casualmente oggi compaiono delle ombre sul mio nome: io sono il dirigente che nel 2014 denunciò i fatti di corruzione avvenuti all’Agenzia Spaziale Italiana e che portarono agli arresti domiciliari dell’allora presidente Enrico Saggese”.
Cronaca
Fa arrestare il presidente Asi. Poi viene assunto al Cira. L’accusa: ‘Concorso su misura’. La difesa: ‘Ero il migliore’
Nel 2014 il dirigente divenne un volto noto al grande pubblico perché con la sua denuncia fece finire l'era di Enrico Saggese alla guida dell'Agenzia spaziale italiana. Dopo qualche mese passò al Centro italiano per la ricerca aerospaziale (Asi socio di maggioranza). I dubbi della Corte dei Conti sulla necessità di quella assunzione, le accuse di corsia preferenziale contenute in un esposto, la difesa del diretto interessato: "Chissà perché le ombre sul mio nome compaiono oggi". Il riferimento è alla nomina di personalità vicine all'ex presidente arrestato per una storia di fatture false
Negli Stati Uniti si chiama whistleblower, in Italia è chi denuncia un illecito all’interno della sua azienda. Colui che con la sua testimonianza e senza tornaconto personale permette di porre fine a una condotta illegale che ha subìto o di cui è venuto a conoscenza. Roberto Borsa è un whistleblower improprio: anche lui ha denunciato un illecito, ma è andato dai carabinieri dopo le minacce subite dal capo dell’azienda pubblica per cui lavorava e a cui, per legge, doveva rivolgersi per raccontare quanto scoperto. Dal 30 novembre 2017 in Italia esiste anche una legge che tutela i dipendenti pubblici che fanno whistleblowing. Borsa non ha potuto usufruirne: la sua denuncia è precedente, ma rappresenta forse uno dei casi più importanti e famosi avvenuti nel nostro Paese.
LA DENUNCIA E LA CADUTA DI SAGGESE
Nel 2013, quando era a capo delle relazioni internazionali dell’Agenzia spaziale italiana, Borsa scopre qualcosa che non va nella gestione di alcuni appalti dell’Asi: oltre una settantina di fatture false, per una cifra superiore ai 700mila euro. Cosa fa? Ne parla con il presidente, che all’epoca era Enrico Saggese. Quest’ultimo promette di verificare, ma la situazione non cambia. Borsa insiste. E Saggese finalmente lo incontra, a settembre. E lo minaccia, come si legge nelle carte del processo: “Le fatture sono false, per me sei morto“. Borsa decide di raccontare tutto ai carabinieri. La conclusione di questa storia è cronaca giudiziaria: il 6 febbraio 2014 si viene a sapere che Saggese è indagato per concussione, il giorno dopo si dimette, il 25 è agli arresti domiciliari. È la fine della sua esperienza alla guida dell’Asi, una fine ingloriosa. Roberto Borsa diventa una sorta di eroe nazionale, il dipendente senza macchia che denuncia il malaffare. E si concede a stampa e televisioni: “È un passo per andare verso tempi migliori. In Italia l’allocazione delle risorse è completamente sbagliata solo a causa della corruzione. Perdiamo i cervelli per dare spazio ai clientelismi: denunciare questa condizione è l’unico modo per andare verso tempi migliori”. A sentire il primo whistleblower noto al grande pubblico gesti come il suo potrebbero essere un invito per molti a fare altrettanto in tante altre realtà: ”Potremmo darci una ‘scossa‘ nel denunciare la corruzione: non è un invito alla delazione, ma è l’unico modo per cambiare le cose”.
LA CORTE DEI CONTI CONTESTA L’ASSUNZIONE DI BORSA
Ma che fine ha fatto oggi, a distanza di quattro anni, il dottor Roberto Borsa da Pesaro? Mentre il processo a carico di Saggese è ancora in corso, il suo nome ricompare quasi dal nulla in questi giorni, quando sull’Asi si riaccendono i riflettori a causa del siluramento da parte del Miur dell’ex presidente Roberto Battiston. Una persona a cui apparentemente Borsa deve molto. È proprio con l’arrivo del professore alla guida dell’Agenzia, infatti, che coincide l’assunzione di Borsa al Centro italiano di ricerca aerospaziale di Capua (l’Asi è socio di maggioranza), grazie a una procedura concorsuale dai tempi e dai modi tutti da raccontare. Dalle carte ufficiali, si evince che a metà dicembre 2014 il Cira inizia a cercare un dirigente responsabile per Territorio, Ambiente e Beni culturali, un settore che fino a quel momento nel centro di ricerca non esisteva. La scadenza delle manifestazioni d’interesse è a stretto giro di posta, il 2 gennaio 2015, il giorno dopo Capodanno, appena due settimane di tempo per candidarsi. Si presentano in quattro, tra cui Roberto Borsa. Che a marzo vince un contratto a tempo determinato (110mila euro lordi all’anno per cinque anni più premi) e, dopo qualche mese, viene anche nominato dall’Asi consigliere d’amministrazione della partecipata e-Geos (altri 10mila euro annui fino a inizio 2018). Passano tre anni e mezzo e il nome del whistleblower ricompare. Il 18 settembre scorso la Corte dei Conti deposita la propria relazione relativa all’attività di controllo sul Cira. Quello che viene descritto è un quadro desolante, con enormi sprechi di denaro pubblico. Tra le spese per certi versi immotivate, a pagina 17 la Corte dei Conti parla del “rafforzamento della dotazione dell’area di Presidenza che, già dotata di due dirigenti, si è vista incrementare” “di un ulteriore dirigente assunto a tempo determinato nel marzo 2015, con contratto quinquennale per la copertura di una posizione di nuova istituzione di responsabile di territorio, beni ambientali e culturali”.
“DUBBI SULL’EFFETTIVA NECESSITA’ DELL’ASSUNZIONE”
Si tratta proprio di Roberto Borsa. Continua il magistrato contabile che ha redatto la relazione: “In verità, a partire dal novembre 2016 tale dirigente a tempo determinato è stato utilizzato come responsabile ad interim degli affari societari. Successivamente – si legge ancora – a seguito di modifica organizzativa intervenuta nel novembre 2017, la posizione di responsabile di territorio, beni ambientali e culturali per la quale tale risorsa dirigenziale aggiuntiva era stata assunta ad hoc a tempo determinato è stata soppressa e il dirigente in questione è stato nominato direttore e posto a capo di una direzione istituita nella seduta del 29 marzo 2017, posta alle dirette dipendenze della Presidenza, destinata all’Innovazione e alla Comunicazione Istituzionale”. Tradotto: assunto per fare una cosa, dopo un anno e mezzo è assegnato ad altro e dopo quattro mesi ad altro ancora. La Corte dei Conti, a questo punto, non può non farsi domande. E mette nero su bianco: “In proposito la avvenuta soppressione, a distanza di soli due anni e mezzo, della posizione per cui tale dirigente era stato assunto ad hoc con contratto a tempo determinato per cinque anni non può non sollevare dubbi sulla effettiva necessità, ciò nonostante all’epoca affermata, di tale ulteriore assunzione dirigenziale, unitamente agli oneri aggiuntivi che la stessa comporta a carico della finanza pubblica“. Insomma: uno spreco.
L’ESPOSTO SUL TAVOLO DEL MIUR: “CONCORSO CUCITO ADDOSSO A BORSA”
Ciò che la Corte dei Conti non è tenuta a scrivere, però, si può leggere nero su bianco all’interno di un esposto arrivato a ottobre sul tavolo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, della Corte dei Conti, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e dei vertici del Miur, con il ministro Bussetti che ne ha confermato l’esistenza in una recente intervista al quotidiano la Repubblica. Chi scrive (dell’autore si parlerà più avanti) sottolinea che Roberto Borsa arriva al Cira su “pressioni di Battiston dopo una selezione con requisiti (ad esempio la conoscenza dello spagnolo) creati apposta per l’occasione”. L’esposto, oltre a riportare le cifre corrette dello stipendio di Borsa, sottolinea anche che il dirigente si vede con costanza in ufficio a Capua “solo da novembre 2016, quando ha cominciato a fare il segretario del cda”. Il documento in questione è stato protocollato il 31 ottobre scorso, una settimana prima della cacciata di Battiston dall’Asi, e ha un mittente molto chiaro: Ugl Caserta. Le accuse contenute, tuttavia, sono tutte da dimostrare. Per farlo, ilfattoquotidiano.it ha contattato la sezione casertana del sindacato, che ha subito preso le distanze dall’esposto: “Non siamo stati noi ad inviare quel documento” fanno sapere dalla segreteria provinciale Metalmeccanici, sottolineando che l’accaduto “evidenzia ancora una volta il clima di pesanti criticità che il Cira vive da ormai quattro anni”. La Ugl non risparmia critiche ai vertici dell’Agenzia spaziale italiana: “Il repentino avvicendarsi del management del Centro, attuato in prima persona da Asi, di fatto non ha consentito di operare con la necessaria focalizzazione su indirizzi strategici chiari. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti – spiegano – con un netto peggioramento dei risultati di bilancio, che sono crollati da un utile di esercizio superiore in media ai 10 milioni del passato alla perdita di oltre 7 milioni registrata nel 2016, dovuta – è la spiegazione del sindacato – ad una significativa riduzione del fatturato dalle attività di ricerca, letteralmente dimezzato negli ultimi anni”.
IL CONCORSO, LA LINGUA SPAGNOLO, I RUOLI ALL’INTERNO DEL CIRA
Per quanto riguarda la situazione di Roberto Borsa, però, poca voglia di parlare. Di certo si sa che il dirigente è stato assunto in Cira nel marzo 2015 dopo il concorso e su proposta del direttore generale, ovvero Mario Cosmo, nominato dg dal presidente Carrino (voluto da Battiston) nonché testimone nel processo contro Saggese al pari di Pasquale Cangiano, attuale dirigente del Cira. Entrambi, prima di arrivare a Capua, ricoprivano ruoli apicali all’interno dell’Asi all’epoca di Saggese. Sul particolare della conoscenza della lingua spagnola come elemento determinante per la vittoria del concorso, nel bando di gara è scritto chiaramente che, oltre a saper parlare bene l’inglese, “costituisce titolo preferenziale la conoscenza professionale di almeno un’altra lingua comunitaria”. L’accusa dell’esposto, quindi, è plausibile ma perde efficacia perché espressa chiaramente nei requisiti propedeutici alla candidatura.
LA DIFESA DI BORSA: “HO VINTO PERCHE’ ERO IL MIGLIORE”
“Ero uno dei massimi dirigenti dell’Agenzia spaziale italiana, guadagnavo meglio che al Cira, mi sarebbe piaciuto rimanere, ma non ho potuto” ha detto Roberto Borsa a ilfattoquotidiano.it. E l’accusa di concorso cucitogli addosso per farlo arrivare al Cira? “Ho partecipato e l’ho vinto per un semplice motivo: ero di gran lunga il migliore dei quattro candidati”. Assunzione ad personam? Borsa non ha dubbi: “Io sono il primo dirigente del Cira ad essere stato assunto sulla base di un concorso. È un dato inconfutabile, quindi è inopportuno il tentativo di strumentalizzare arbitrariamente la relazione della Corte dei Conti“. Che però ha espresso molti dubbi sulla necessità di questa assunzione. “È una questione formale – ha spiegato Borsa al fatto.it – Il testo letterale del bando e che costituisce l’oggetto della responsabilità a me affidata, recita: ‘Rapporti istituzionali e strategie commerciali a supporto della funzione Territorio, Ambiente e Beni Culturali’. Si tratta proprio di un’attività di supporto al presidente del centro nella gestione dei rapporti con enti ed istituzioni preposti alla tutela ambientale e del patrimonio culturale nazionale, nello sviluppo delle strategie aziendali nel settore”.
Al netto dei tecnicismi, la Corte dei Conti dice che il dirigente dopo due anni è stato spedito a fare altro. Borsa non la pensa così: “Oggi continuo ad operare in questo ambito con grande interesse e anche con risultati apprezzabili tanto che, dopo due anni, mi è stato affidato in aggiunta il coordinamento della Direzione Innovazione e Comunicazione nel cui ambito ricade tra l’altro lo sviluppo dei progetti speciali in ambito di biologia spaziale e di pseudosatelliti. Si tratta – sottolinea Borsa – di progetti di osservazione della Terra, quindi propri del settore “territorio ed ambiente””. Insomma, per lui le accuse di aver approfittato di una corsia preferenziale per diventare dirigente Cira sono infondate: “Ho risposto alle vostre domande perché, dopo quanto accaduto ieri (la nomina ai vertici dell’Asi di personalità in qualche modo legate a Saggese, ndr), penso sia utile far capire perché casualmente oggi compaiono delle ombre sul mio nome: io sono il dirigente che nel 2014 denunciò i fatti di corruzione avvenuti all’Agenzia Spaziale Italiana e che portarono agli arresti domiciliari dell’allora presidente Enrico Saggese”.
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Migranti, naufragio al largo della Sardegna: un morto e 9 dispersi
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Raggi, manifestanti davanti al Campidoglio a sostegno della sindaca dopo l’assoluzione. “Ricandidati nel 2021”
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Sankt Moritz, 13 mar. -(Adnkronos) - La prima tappa della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia 2025, partita da Brescia alle 9:00 di stamattina, è in conclusione. La classifica aggiornata alla Prova di Media sul Passo Eira vede Francesco e Giuseppe di Petra in testa a bordo della loro Fiat 508C del 1938, seguiti da Belotti-Plebani sulla Bugatti T 37 A del 1927 e da un’altra 508C ma del 1937, quella di Aliverti-Polini. Conclusa la sosta per il pranzo a Tirano, gli equipaggi hanno iniziato a risalire la Valtellina toccando prima Grosio, con la vista del Castello Vecchio di San Faustino sullo sfondo, e poi Bormio, che ha ospitato un controllo timbro in pieno centro storico. Una volta lasciata alle spalle la cittadina, hanno iniziato a profilarsi i primi scorci imbiancati. Ben presto, gli equipaggi si sono visti immersi in un panorama completamente innevato, reso ancor più bello dalla luce del sole del pomeriggio.
Sul Passo Eira, ad un’altitudine di 2000 metri, si è tenuta la prima Prova di Media della manifestazione, dopodiché il convoglio è giunto a Livigno, che ha accolto i piloti per un coffee break nella Piazza del Comune. Il benvenuto del centro cittadino è stato caloroso, con una folla entusiasta che si è riunita nei pressi dell’arco all’arrivo nella cittadina, partner della Coppa delle Alpi 2025. Costeggiando il lago di Livigno, ghiacciato dalle rigide temperature invernali, gli equipaggi sono entrati in Svizzera passando dal tunnel Munt la Schera. Le vetture sono infine giunte a St. Moritz, primo traguardo di tappa della Coppa delle Alpi 2025.
Lasciandosi alle spalle la Torre Pendente di San Maurizio, hanno effettuato le ultime prove di giornata e, dopo aver costeggiato il lago di St. Moritz, sono finalmente giunte al Controllo Orario finale nella centralissima via Serlas sotto una consistente nevicata.
Verona, 13 mar. - (Adnkronos) - "Abbiamo voluto e portato all’interno di una manifestazione fieristica un progetto di natura sociale, per la prima volta in assoluto, in quanto non era mai accaduto che si dedicasse un intero padiglione alla fiera del sociale. Lo abbiamo fatto per la prima volta in occasione del primo evento di LetExpo, e ora siamo alla quarta edizione. Siamo partiti con tre organizzazioni tra fondazioni e associazioni: Fondazione Grimaldi, la Comunità Lautari e l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, con la sua Fondazione. Oggi sono più di 50 organizzazioni, c’è stata una crescita esponenziale. Sono felice di aver condiviso tutte queste annate con il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, che ha condiviso con noi questi momenti”. Lo ha detto Eugenio Grimaldi, executive manager del Gruppo Grimaldi e presidente di Alis per il Sociale alla quarta edizione di LetExpo, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, in programma a Verona fino al 14 marzo. La fiera è promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, LetExpo rappresenta l’evento nazionale e internazionale di riferimento della filiera, con un focus sulle attuali dinamiche geopolitiche e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Il ministro Locatelli ha ascoltato le istanze di queste fondazioni e organizzazioni, ci ha invitato a Palazzo Chigi, dove abbiamo avuto modo di parlare delle loro criticità e ascoltandole credo che nei nuovi decreti abbiano potuto portare e sollevare delle linee guida presenti oggi in questi nuovi decreti. Quindi, rappresenta un risultato tangibile che ci dà grande soddisfazione - afferma Grimaldi - Ho avuto la percezione anche di una crescita per i prossimi anni e questo dà sicuramente grande soddisfazione e ancora più voglia di lavorare”.
“E’ stato un momento di grande soddisfazione aver avuto momenti di condivisione con i gruppi del ministero della Difesa, come l’esercizio, che hanno partecipato in senso attivo non solo nel padiglione, dove c'è l'organizzazione del Ministero della Difesa, ma si sono avvicinati al padiglione 1, dedicato al sociale - spiega - Già abbiamo condiviso che l'anno prossimo avremo una partecipazione anche all’interno dell’organizzazione da parte loro. Abbiamo avuto anche l'Aeronautica militare, che con la Fanfara ha aperto il padiglione nella giornata inaugurale”. “Voglio ringraziare tutte le imprese, che rappresentano il senso di questo evento e le aziende che hanno già portato a termine alcuni progetti con la Comunità Lautari e con la Fondazione Grimaldi, ma soprattutto che hanno portato a compimento già con la Fondazione Santobono. C'è un senso pratico e tangibile del lavoro espresso in questo padiglione e in questa fiera, che porta sicuramente dei risultati nel terzo settore, dove ci sono i più fragili”, conclude Grimaldi.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Gruppo Webuild ha chiuso il 2024 con risultati record, superando gli impegnativi obiettivi previsti per l’anno grazie a una crescita a doppia cifra, con ricavi pari a 12 miliardi (+20% sul 2023) mentre l'Ebitda ammonta a 967 milioni (+18%, rispetto a una guidance fissata sopra i 900 milioni), corrispondente a un margine del’8,1%. Il gruppo sottolinea come la struttura finanziaria si è rafforzata ulteriormente mantenendo per il quarto anno consecutivo una posizione di cassa netta, che si attesta a 1.445 milioni nel 2024 (ben superiore agli oltre 400 milioni fissati nella guidance) mentre la leva finanziaria si è ridotta a 2,9x, attestandosi ad un livello migliore rispetto ai principali player internazionali di settore.
La crescita - si sottolinea - è trainata dallo sviluppo delle attività in Italia (Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria MilanoGenova e Verona-Padova, Alta Velocità ferroviaria Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina), in Australia (Snowy Hydro 2.0, SSTOM Sydney Metro, Perdaman e North East Link di Melbourne) e in Arabia Saudita (Trojena Dams e Connector South).
Il Gruppo ha continuato a consolidare la propria leadership in Italia e nei principali mercati internazionali, tra cui Europa, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente, che nel 2024 hanno contribuito per oltre il 90% ai ricavi, a conferma del proseguimento dell’impegno nella politica di de-risking.
A fine 2024 il portafoglio ordini totale di Weibuld risultava pari a 63,2 miliardi di euro, di cui 54,3 miliardi relativi a construction e 8,9 miliardi riferiti a concessions e operation & maintenance. Il backlog construction - si sottolinea in una nota - "si conferma tra i più alti rispetto ai principali peers europei nel segmento construction". Peraltro, ricorda Webuild, circa il 90% del backlog construction del Gruppo è relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. In termini di geografie il portafoglio ordini risulta prevalentemente distribuito tra Italia, paesi dell’Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti, Medio Oriente ed Australia - principalmente in segmenti legati alla mobilità sostenibile quali l’alta velocità, il settore ferroviario e il settore stradale - portando i progetti in queste geografie a quasi il 90% del backlog construction.
Alla luce dei risultati record raggiunti nel 2024, ma anche "del consolidato posizionamento in un mercato in forte espansione e della robusta piattaforma costruita nel tempo", Webuild ha rivisto al rialzo i target 2025, definiti nel piano "Roadmap al 2025 – The Future is Now", che già prevedevano obiettivi ambiziosi. La nuova guidance prevede per il 2025 ricavi superiori a 12,5 miliardi (il target precedente era di 10,5-11 miliardi), un Ebitda maggiore di 1,1 miliardi, rispetto ad un precedente target di €990-1.050 milioni, e una solida cassa netta superiore a 700 milioni, rispetto all’indicazione di una cassa netta positiva.
Webuild ha chiuso il 2024 con un utile netto attribuibile ai Soci della Controllante adjusted di 247 milioni di euro contro i 236 milioni del 2023.Il risultato prima delle imposte adjusted si attesta a 434 milioni con un aumento del 10% rispetto all’esercizio precedente mentre le Imposte sul reddito adjusted ammontano a 181 milioni. La Posizione finanziaria netta delle attività continuative al 31 dicembre 2024 era positiva per 1.445 (€1.431 milioni al 31 dicembre 2023), registrando un risultato superiore alle attese. Questo risultato - si sottolinea in una nota - "conferma l’efficacia delle strategie adottate per ottimizzare la gestione del capitale circolante e riflette i successi commerciali conseguiti dal Gruppo anche nel 2024, assumendo ancora maggiore rilevanza alla luce degli investimenti in dotazioni tecniche e beni in leasing (970 milioni) per l’avvio dei grandi progetti in corso".
A fine esercizio l’indebitamento lordo, al netto dell’effetto temporaneo di incremento del debito legato all’operazione di liability management di ottobre 2024, si attesta a 2,765 miliardi (2,609 miliardi nel 2023), con un rapporto Indebitamento lordo/EBITDA di 2,9x, in riduzione rispetto al dato di 3,2x al 31 dicembre 2023. Alla luce dei risultati nell'assemblea che sarà convocata per il 16 aprile sarà proposto un dividendo di 0,081 euro per azione ordinaria (+14%) e di 0,26 euro per ciascuna azione di risparmio.
Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.