Il racconto del reporter Eric Dumo, autore di diverse inchieste sui "culti" che dal Paese africano stanno diventando protagonisti del crimine globale. L'Italia fra gli snodi più importanti: su Fq Millennium ora in edicola, in esclusiva i verbali resi ai pm di Palermo dal primo pentito dei Black Axe, uno dei gruppi più potenti e sanguinari
La mafia nigeriana si espande in Italia, come racconta ai pm di Palermo il pentito Austine Johnbull, i cui verbali sono pubblicati in esclusiva su Fq Millennium, il mensile diretto da Peter Gomez, attualmente in edicola. Ma come operano le gang, detti “culti” dalle loro origini nelle università della Nigeria negli anni Settanta, in patria e nel resto del mondo, dove secondo l’Fbi sono presenti in ottanta paesi e stanno diventando sempre più centrali, specie nel traffico di droga? Lo abbiamo chiesto a Eric Dumo, pluripremiato reporter di The Punch, uno dei più importanti quotidiani della Nigeria, e autore di diverse inchieste sul tema.
In Nigeria tutti i culti sono coinvolti in attività criminali?
Nei tempi più recenti, molti di loro sì. Per esempio, ci sono politici che li ingaggiano per attaccare gli avversari, specialmente in occasione delle elezioni per le cariche più importanti, locali e federali. Oggi queste gang operano in quasi ogni angolo delle più importanti città nigeriane, dove reclutano ragazzi e ragazze con intimidazioni e minacce.
Per fare cosa?
Oltre a spaccio di droga, prostituzione e frodi finanziarie di ogni genere, molte di queste gang si dedicano alle rapine a mano armata, per accumulare denaro per finanziare le loro attività illecite e il loro stile di vita. Negli ultimi tempi si registrano coinvolgimenti nel land grabbing e nei sequestri di persona.
La cosiddetta mafia nigeriana è originaria di qualche area specifica del Paese?
In passato, i culti operavano principalmente nei campus universitari, ma negli ultimi anni si sono rovesciati sulle strade, inquinando comunità un tempo serene e pacifiche. Oggi i culti sono ovunque in Nigeria, anche se con grado di diffusione e modalità operative diverse.
Quali sono i più importanti?
A parte i Black Axe e gli Eiye (due culti presenti in Italia e già colpiti da condanne per associazione mafiosa, ndr), a livello nazionale ci sono i Buccaneers e i Pirate. Poi esistono dozzine di gang regionali e locali in tutto il Paese. Nel Delta del Niger, per esempio, ci sono culti come Dey Bam, Dey Well, Highlanders e una moltitudine di gruppi pericolosi e spietati.
Che cosa ci può dire di Black Axe e Eiye? Dove sono presenti, in Nigeria e all’estero? Si conoscono i nomi dei loro boss? E quali sono le loro principali attività criminali?
I Black Axe sono noti per le rapine a mano armata mentre gli Eiye sono più coinvolti in estorsioni e nella criminalità politica. I primi hanno una maggiore diffusione nazionale, mentre gli Eiye hanno la loro roccaforte nel Sudovest della Nigeria, l’area di Lagos, Ogun, Ondo, Oyo, Ekiti e Osun. In ogni comunità, questi gruppi hanno leader altrettanto spietati dei loro “coordinatiori” a livello statale e federale. E’ difficile citare nomi specifici di questi leader, perché cambiano nel tempo.
Queste gang si combattono o cooperano, in Nigeria e all’estero?
Per lo più si comportano da rivali e si massacrano a vicenda per ogni minima provocazione, ma in certe occasioni collaborano per raggiungere obiettivi comuni. Per esempio, i politici ingaggiano più culti in determinate comunità per manipolare e vincere le elezioni. Offrono loro enormi somme di denaro per essere sicuri che siano tutti sufficientemente soddisfatti per raggiungere l’obiettivo. A parte queste e altre rare occasioni, per lo più i culti non collaborano fra loro.
L’Fbi dice che i culti sono presenti in 80 Paesi del mondo. Secondo i risultati delle sue inchieste, dove sono più forti, e in quali business criminali?
Penso che fuori dalla Nigeria la loro presenza sia particolarmente forte in Malaysia, Sudafrica, Italia, Spagna, Regno Unito, India e Brasile. In tutti questi Paesi sono attivi nello spaccio di droga e nel traffico di esseri umani. Sono divenuti così spietati che persino la criminalità locale in questi Paesi ha paura di loro. Ormai sono quasi ovunque e terrorizzano cittadini innocenti, in particolare i connazionali nigeriani emigrati che rifiutano di sottomettersi.
Che ruolo hanno i culti nel traffico internazionali di droga? Collaborano con altre grandi organizzazioni criminali?
Le indagini di Interpol e Fbi hanno dimostrato che non agiscono da sole, ma hanno più alleati in altre parti del mondo, con cui collaborano.
Pensa che la diffusione globale di Culti sia collegato alle ondate migratorie dei nigeriani – naturalmente per la massima parte incolpevoli – come è accaduto in passato per le mafie italiane, per esempio Cosa nostra negli Stati Uniti?
Sì, il vasto movimento di nigeriani verso altri Paesi del mondo, risultato del sottosviluppo in patria, ha contribuito in modo significativo alla crescita di queste gang nel mondo. Nel disperato tentativo di sfuggire alla povertà, ma anche per espandere il loro raggio d’azione, i membri delle gang si auitano l’un l’altro a emigrare in Paesi come l’Italia, la Spagna, il Brasile, la Malaysia e altri, per aprire una nuova pagina delle loro carriere criminali. La promessa di una vita nigliore e di una ricchezza facile in Europa e in America continua a spingere questo tipo di flussi, che aggiungono problemi a problemi.
I culti sono adeguatamente perseguiti in Nigeria, o godono di appoggi?
Possono contare su alti personaggi a livello di governo, che li sostengono sistematicamente. Grazie a questo supporto, riescono a sfuggire alle indagini e a evitare le pene più severe in caso di arresto. Possono contare su sostegni anche nella diaspora, il che rende più difficile per le autorità locali contrastare la reale minaccia che rappresentano.
Per quanto ne sa, i culti nigeriani si dedicano anche ad attività lecite? Che cosa si sa su come ripuliscono il denaro sporco?
Di fatto, solo pochi membri delle gang hanno trovato modi di avviare attività economiche lecite e di ottenere mezzi di sopravvivenza ufficiali, comunque nella maggior parte dei casi le risorse impiegate provenivano da denaro sporco. Molti creano piuttosto semplici attività di copertura mentre continuano a guadagnare da rapimenti, spaccio, frodi e criminalità politica, per sopravvivere e per mantenere il loro sontuoso stile di vita.