Il primo cartone animato con il sonoro, il primo personaggio di fantasia a ricevere una stella nella Walk of Fame di Hollywood e a essere stampato sulle t-shirt: il personaggio più redditizio della storia nacque in un momento di crisi per la Disney, ma rivoluzionò il mondo dell’animazione
«Spero che non ci si dimentichi mai di una cosa: tutto è cominciato con un topo». Walt Disney aveva veramente costruito il suo impero su un topo con i guanti, e amava ripeterlo: Mickey Mouse, simbolo della Disney e icona planetaria, oggi compie 90 anni. E li festeggia con mostre ed eventi in tutto il mondo.
Nel 1928 Walt Disney non era ancora un magnate dell’industria dell’intrattenimento, ma un giovane artista in grandi difficoltà economiche. Aveva appena perso i diritti del suo personaggio più redditizio, Oswald Il Coniglio Fortunato, ed era stato abbandonato dai suoi collaboratori. Era rimasto solo Ub Iwerks con lui, disegnatore di talento e amico di lunga data. Poi, l’idea di un nuovo personaggio: l’ispirazione arriva da un piccolo roditore marrone che si aggira nel suo studio a Kansas City. Di giorno Walt lavora alle ultime tavole di Oswald, ma di notte, insieme ad Iwerks, dà vita a un topo che somiglia molto al coniglio fortunato. La più famosa creatura Disney nasce così, in un garage, come vuole l’epopea del sogno americano. L’ultimo – fondamentale – ritocco lo aggiunge sua moglie, che suggerisce di cambiare il nome originale Mortimer nel più rassicurante Mickey. Mickey Mouse.
Il primo corto che lo vede protagonista, Crazy Plane, è un flop. Il secondo, Galopping Gaucho, pure. Walt non vuole cedere i diritti ai distributori. A questi film – pensa – manca qualcosa: nel terzo corto decide di aggiungere il sonoro sincronizzato, che era stato introdotto dalla Warner Bros nemmeno un anno prima. Ma il procedimento è costoso e Walt è a corto di risorse. Il fratello Roy, che si occupa della contabilità aziendale, lo avverte: «O la macchina o Mickey Mouse, non possiamo permetterceli entrambi». Walt fa la scelta più azzardata, e vince la scommessa: il 18 novembre 1928, Steamboat Willie viene proiettato al Colony Theater di New York, tra gli applausi del pubblico. La storia del topo che fischietta è un enorme successo: si tratta del primo cartone animato con il sonoro sincronizzato prodotto da Disney, doppiato direttamente dal suo creatore. Walt, che è pieno di debiti ma ha il fiuto per gli affari, autorizza da subito il merchandising per le proprie creazioni: una mossa lungimirante, che consacrerà Topolino come il personaggio più redditizio della storia secondo Forbes.
Bastano quei tre cerchi neri, quella sagoma così semplice e riconoscibile, per fissare un mito. Il successo è tale che nemmeno tre anni dopo l’Enciclopedia Britannica gli dedica una voce nel dizionario. Nel 1935 la Società delle Nazioni lo nomina “simbolo internazionale di buona volontà”. Al cinema, intanto, esce un corto dopo l’altro: sono gli anni difficili della Grande Depressione, e il pubblico ama rifugiarsi nelle storie uscite dalle matite dei disegnatori Disney. Il segreto del successo, da novant’anni a questa parte, è il proverbiale buonumore di Topolino, sempre allegro, gentile. Per questa creazione Walt Disney riceve un Oscar onorario, la seconda delle 26 statuette conquistate agli Academy, battendo ogni record.
Dalla pellicola Topolino salta sulla carta stampata, con le strisce a fumetti. Nel 1930 l’Italia è il primo Paese ad intitolargli un giornale che, da allora, non ha mai smesso di uscire in edicola, accompagnando generazioni e generazioni di ragazzi con la sua costina gialla. Senza dimenticare le Grandi Parodie, dall’Inferno di Topolino a Casablanca. Il fratello maggiore della nostra infanzia, in sessant’anni di carriera ha cambiato spesso look, ma non carattere. Eternamente innamorato di Minnie (al suo fianco fin dal primo cortometraggio), zio affettuoso di Tip e Tap, amico leale di Pippo, Topolino è sempre pronto a combattere i cattivi, da Gambadilegno a Macchianera. Ogni mercoledì in edicola arriva una nuova avventura, scritta da brillanti autori e disegnatori di talento. Un nome su tutti: Romano Scarpa, che ha firmato storie memorabili. Questa settimana, la Panini Comics festeggia le novanta primavere con l’uscita di un albo speciale, con tavole e storie d’autore.
I film, i fumetti, i giocattoli, i parchi a tema, perfino un programma televisivo (Mickey Mouse Club, la palestra di Britney Spears e Justin Timberlake): più di un semplice personaggio per bambini, Topolino è diventato l’icona pop per antonomasia. È stato il primo personaggio dei cartoni ad avere una stella nella Walk of Fame di Hollywood (ora raggiunto da Minnie) ed è anche stato il primo personaggio a essere stampato sulle t-shirt negli anni 50. Quest’anno, non a caso, è spuntato in ogni collezione di moda, da Levi’s a Swarovski: perfino Gucci gli ha dedicato una borsa. E poi, ovviamente, i festeggiamenti a Disneyland, al cinema e in televisione: la rete ABC ha celebrato 90 anni di successi con uno speciale di due ore in prima serata; a New York è stata inaugurata una mostra in suo onore, “Mickey: The True Original Exhibition”. Senza prendere un aereo, si può festeggiare il compleanno di Topolino a Desenzano del Garda, visitando la mostra “Mickey 90 – L’arte di un sogno”. Un sogno nato da un topo addomesticato in un garage, che dura da quasi un secolo.