Sarà scienziato, sarà figlio dei lumi, sarà cultore dello studio, della ricerca sui misteri della vita e della morte, ricerca che come sappiamo non finisce mai, ma il dottor Roberto Burioni quando si mette al computer fa un po’ paura. Ieri ha mazzolato e fatto mazzolare, attraverso le mille repliche dei suoi fan (in gergo: shistorm) il giovane dirigente del Pd Dario Corallo che dal palco dell’assemblea nazionale aveva avvertito dei rischi del partito di divenire come lui, cioè Burioni, che in nome della virtù riempie di contumelie i viziosi, in nome della scienza butta dalla rupe gli ignoranti. Il ragionamento di Dario, che ha studiato filosofia e dunque con la demagogia ha un cattivo rapporto, era persino banale: i bravi e i bravissimi sono un’infima minoranza. Che si fa con i mediocri, che sono maggioranza? Un partito di sinistra, benché moderata e assai prudentemente riformista, può rifiutare di interpretare i bisogni degli sprovveduti o, “come un Burioni qualsiasi”, li caccia via?
Apriti cielo: il medico, ritenendo la frase molto oltre l’offesa, ha liberato sui social tutta l’ira del suo popolo vaccinista. Corallo, soprannominato da Burioni “Napo Orso Capo”, per via della capigliatura ricca di riccioli e tondeggiante, è stato scotennato nella piazza del web con molta cura: “coglione, buffone, sciacquati la bocca” e molte altre considerazioni hanno steso il giovane esponente del Pd, partito che a Burioni ha offerto, alle ultime elezioni, uno scranno in Parlamento.
Come ha fatto un virologo, uno scienziato di così ricca sapienza a trasformarsi nel Mandrake della parola furiosa, e soprattutto, come ha fatto a raccogliere tanti spietatissimi seguaci, immaginiamo tutti virtuosi e illuminati, in così poco tempo.
Temiamo che i social network rubino Burioni alla scienza, alla ricerca, alla virtù dei lumi e lo trasformino, senza che il professore se ne accorga, in un odiatore.
Uno dei tanti in giro per il web.